M5s, Spadafora celebrato alla Rai ma nessuno parla delle intercettazioni

Vincenzo Spadafora
Vincenzo Spadafora

di Marco Zonetti

Fresco di coming out da Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai3, Vincenzo Spadafora, deputato M5s e già Sottosegretario con deleghe alle Pari Opportunità nel primo Governo Conte e Ministro dello Sport nel Conte bis, approda nel salotto di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, a presentare il suo libro Senza Riserve, uscito per i tipi della Solferino.

Dopo essere stato celebrato da Fazio, ecco una nuova agiografia di Spadafora in un programma Rai con l’immancabile convitato Pino Strabioli, legato come Bortone da una grande e dichiarata amicizia al Direttore di Rai1 Stefano Coletta. Un’agiografia nella quale si ripercorrono le tappe della vita personale e politica dell’ex Ministro dello Sport; un excursus punteggiato di omaggi (l’amica Rita Dalla Chiesa), fotografie dei momenti salienti della sua carriera politica, canzoni dedicate e tutto il classico repertorio della celebrazione formato famiglia nelle trasmissioni del pomeriggio.

Ampio lo spazio affidato agli aneddoti istituzionali contenuti nel libro, evocati dalle domande di Bortone che torna ai tempi nei quali – meno popolare di oggi – era conduttrice di Agorà su Rai3, ricordando più volte come abbia già incontrato in altre occasioni non televisive l’ex Ministro. E’ rimasto a bocca asciutta, tuttavia, chi si fosse aspettato qualche domanda ficcante sulle intercettazioni che lo riguardano, pubblicate tempo addietro dalla Verità e dal Fatto Quotidiano. Intercettazioni queste ultime rivangate nel 2018 dal “ritrattone al curaro by Marco Lillo” che, secondo Dagospia, “silurò le chance” di Spadafora di ottenere una carica di peso nel Governo Conte bis. Intercettazioni dunque rilevanti nell’ambito della carriera del braccio destro di Luigi Di Maio.

Ma nel rassicurante e fatato salottino di Oggi è un altro giorno pagato dai contribuenti non si faceva il minimo riferimento a qualcosa di minimamente scomodo per l’ospite, ancorché né illecito né illegale né penalmente rilevante, ci teniamo a sottolinearlo. Nessun accenno su Rai1 (né tantomeno domenica scorsa su Rai3), insomma, a quello che scrissero Marco Lillo sul Fatto il 25 maggio 2018 e Giacomo Amadori e Simone di Meo sulla Verità il 3 settembre 2019, rievocando le telefonate e gli sms scambiati da Spadafora con il suo amico ed ex presidente del consiglio dei lavori pubblici Angelo Balducci, condannato in primo grado nel 2018 a 6 anni e mezzo per lo scandalo degli appalti della “Cricca”.

Quest’ultimo, ex Gentiluomo del Papa, fu anche cancellato dall’elenco dei membri della Famiglia Pontificia quando fu pubblicata un’informativa dei carabinieri secondo la quale “l’ingegner Balducci, per organizzare incontri occasionali di tipo sessuale, si [avvaleva] dell’intermediazioni di due soggetti che si ritiene possano far parte di una rete organizzata, operante soprattutto nella capitale, di sfruttatori o comunque favoreggiatori della prostituzione maschile”.

Come riporta La Verità, fra i vari messaggi scambiati con Balducci finiti nei brogliacci del Ros, Spadafora gli scrive: “Se domani non ci vediamo giuro che mi lego seminudo a una tua gigantografia fuori casa tua urlando il mio amore e poi dandomi fuoco. E così sarò il primo balduccino suicida! V.”. L’anno successivo, con riferimento al caso Noemi Letizia-Berlusconi, Spadafora invia a Balducci il messaggio: “Ciao Papi, incontreresti un tuo giovane balduccino? V.“.

Un preoccupato Spadafora si rivolge spesso all’amico per questioni professionali. Nominato Presidente di Unicef Italia – senza interventi da parte di Balducci – informa quest’ultimo: “Giov devo vedere Rut che torna dagli Stati Uniti. Devo sapere se devo chiedergli un aiuto su altri fronti o se si chiude la cosa con te. Mentre tu giochi con me, IO NON POSSO PIU’ PERMETTERMI DI NON LAVORARE. V”.

Marco Lillo ricorda quindi che: “L’8 settembre 2008 Balducci chiama un funzionario e gli chiede di dire a Spadafora che il contratto è pronto. Il 9 settembre una collaboratrice di Balducci gli riferisce dei colloqui con Spadafora per la firma del contratto”. Sempre il giornalista del Fatto segnala: “Però c’è ancora qualcosa che non va. Il 19 ottobre Spadafora disperato scrive a Balducci a tarda ora: ‘Tra tre settimane sono letteralmente in mezzo ad una strada. Ti prego chiamami’. Il Ros, nelle informative, riporterà poi il curriculum pubblicato sul sito Unicef, nel quale Spadafora vantava una consulenza dalla struttura di missione per i 150 anni dell’Unità d’Italia”. Lillo sottolinea come, evidentemente, la carica di Presidente dell’Unicef Italia “non basta per vivere bene a Roma”.

La Verità e Il Fatto evidenziano anche come l’Unicef, allora presieduto da Spadafora, assunse poi Filippo Balducci (figlio di Angelo) assicurandogli ‘per un anno e mezzo uno stipendio di 1.300 euro lordi per 14 mensilità. Pochi giorni prima della firma del contratto, Balducci e il ‘balduccino’ si erano sentiti al telefono per fissare un incontro, e il primo aveva chiesto di anticipare l’orario. Agli ordini… tutto quello che lei vuole… era stata la risposta”.

Ribadiamo: niente di illegale o illecito da parte di Spadafora, che non era inquisito né coinvolto nelle indagini su Angelo Balducci ma finì soltanto nelle intercettazioni, e tuttavia stupisce come nessuno ne parli con il diretto interessato, o anche solo ne accenni fugacemente nelle celebrazioni che gli riservano i programmi Rai. Quando invece, vista la questione dell’omosessualità che Spadafora ha detto essere usata in politica “per ferire l’avversario”, sarebbe alquanto interessante sapere se, e in tal caso fino a che punto, la pubblicazione di quegli sms durante la formazione del primo Governo Conte sia costata istituzionalmente all’ex Ministro dello Sport, come sottolineato da Dagospia. Perché nessuno glielo domanda?

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