M5s, Taverna sconfitta: “insindacabili” le parole di Ruggieri su di lei da Porro

La Vicepresidente del Senato Paola Taverna (M5s)
La Vicepresidente del Senato Paola Taverna (M5s)

di Marco Zonetti 🖋️

Si è chiusa oggi alla Camera dei Deputati la vicenda che vedeva contrapposti da oltre un anno la Vicepresidente del Senato Paola Taverna (M5s) e il Deputato di Forza Italia Andrea Ruggieri, Commissario della Vigilanza Rai, citato in giudizio dall’esponente grillina per alcune dichiarazioni da lui espresse nella trasmissione di Nicola Porro Quarta Repubblica e giudicate “diffamatorie”.

Oggi la Camera si è pronunciata sulla relazione della Giunta per le Autorizzazioni, approvandola con 270 voti a favore, 103 contrari, 29 astenuti e giudicando “insindacabili” le affermazioni di Andrea Ruggieri nel programma di Rete4, decretando così la “vittoria” del Deputato di Forza Italia e la “sconfitta” della Senatrice grillina.

Ma facciamo un salto indietro nel tempo. Nel febbraio del 2021, l’On. Ruggieri fu ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete4, e il conduttore gli chiese quando spendesse di telefono. Il Deputato azzurro rispose di pagare 7 euro al mese. A quel punto – rifacendosi ai dati riportati sul sito www.maquantospendi.it – Porro rammentò al Deputato azzurro che, nei cinque anni della scorsa legislatura, la Senatrice grillina Paola Taverna – che non era presente in studio – aveva speso invece 17.751 euro l’anno, cifra relativa a 15.073 ricariche e abbonamenti, traffico internet, chiavetta wi-fi e accessori. Quasi 3.500 euro l’anno e dunque quasi 300 euro al mese a fronte dei sette euro spesi dall’On. Ruggieri.

Che a quel punto replicò a Porro: “Io spendo sette euro al mese di telefono. Se tu per anni hai fatto una battaglia sulla politica francescana e hai dato a tutti del ladro ma spendi duecento volte quello che spendo io vuol dire che o te li rubi o sei scema, non c’è altra possibilità, o te li fotti o sei scema”. La Senatrice Taverna giudicò diffamatorie tali parole e citò l’Onorevole Ruggieri in sede civile.

Quest’ultimo dichiarò poi che le parole ritenute offensive da Paola Taverna erano invece rivolte all’Eurodeputato grillino Dino Giarrusso, e che l’unico commento indirizzato alla Senatrice pentastellata era il seguente: “Se io spendo sette euro al mese vuol dire che si possono spendere sette euro al mese, se uno ne spende duecento volte in più, la Taverna… vuol dire anche o non sa fare i contratti telefonici oppure chiama su Marte”.

In ogni modo, la Vicepresidente del Senato – vedendosi dipinta come ladra o incapace senza poter controbattere poiché assente dalla trasmissione – aveva perseguito la sua azione legale contro il Deputato di Forza Italia. Il quale – davanti alla sezione 18 del Tribunale di Roma – aveva invocato l’insindacabilità delle proprie affermazioni espresse a Quarta Repubblica, in quanto “riconducibili sul piano funzionale alla propria attività di membro del Parlamento”, visto che il tema trattato era quello delle spese dei rappresentanti istituzionali pagati dai cittadini.

In seguito la giudice Giulia Pratesi sospese il procedimento, inviando gli atti alla Camera dei Deputati giacché decidesse quest’ultima se concedere o meno l’immunità all’Onorevole Ruggieri. La vicenda era dunque finita al vaglio della Giunta per le Autorizzazioni presieduta dal Deputato di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro Delle Vedove, giunta che in realtà non aveva competenza sul caso e che finì per deliberare a maggioranza l’insindacabilità delle asserzioni dell’esponente azzurro. E oggi, oltre un anno più tardi la Camera ha infine approvato tale relazione della Giunta, dando ragione al Deputato di Forza Italia e respingendo così le istanze della Senatrice grillina.