Mentana al Tg3: “Regole di Grillo irricevibili”. Anzaldi: “Enrico il giornalista meno accondiscendente”

Marco Zonetti

Dopo l’ultimo post di Beppe Grillo pubblicato sul suo blog, comprensivo di “regole” per le ospitate televisive dei portavoce del M5s (ne abbiamo parlato qui), si è scatenato un vespaio di polemiche tra i giornalisti, “indignati” dal diktat del comico genovese. Prese di posizione che fanno sorridere, a dir poco, dopo anni di genuflessione più o meno assoluta alle imposizioni mediatiche di Rocco Casalino, ora “rottamato” dopo la caduta di Giuseppe Conte.

Sulle parole di Grillo, il Tg3 di Mario Orfeo ha chiesto un parere a Enrico Mentana, direttore del TgLa7, che ha giudicato “irricevibili” le regole del comico genovese (l’intervento integrale di Mentana si può riguardare nel video pubblicato qui sotto), nonché offensiva la pretesa di dettar legge nei programmi televisivi in cui si presenzia come ospiti. A parte le dichiarazioni condivisibili del volto di La7, abbiamo trovato quanto meno peculiare la scelta da parte di Orfeo di intervistare il direttore di un Tg della concorrenza in onda su un canale privato, anziché un collega interno all’azienda. Non era disponibile il direttore di un notiziario Rai, insomma, invece di andare a pescare il pur autorevole Mentana?

Abbiamo interpellato a tal proposito il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi. “Perché è stato intervistato Mentana?” – ha replicato l’Onorevole renziano – “Perché ovviamente, in questi anni di sottomissione del giornalismo al codice Rocco, ai diktat di Rocco Casalino, il direttore del TgLa7 è stato il meno accondiscendente, l’unico che ad esempio ha criticato la deriva propagandistica delle dirette a reti unificate di Conte con tanto di attacchi all’opposizione in spazi di comunicazione istituzionale”.

Quindi, secondo lei, sull’argomento non era possibile intervistare i giornalisti Rai?

“Certamente no, visto che in questi anni hanno fatto di tutto, dalle dirette di Palazzo Chigi che sostituivano le edizioni dei tg alle domande preconfezionate, spesso finendo sanzionati dall’Agcom. Oggi casualmente, con Draghi presidente del Consiglio, ci si meraviglia e ci si scandalizza per un post di Grillo sul suo blog, ma quello che Grillo chiede senza vergogna è già stato in realtà ampiamente accettato e permesso in questi anni.

Abbiamo più volte sottolineato come gli esponenti pentastellati, a nostro parere, nei talk show televisivi abbiano sempre goduto di certi “privilegi” rispetto a quelli degli altri schieramenti. Specie per quanto riguarda l’assenza di un contraddittorio degno di questo nome. Lei cosa ne pensa?

“I 5 stelle non hanno mai partecipato a nessun confronto con gli avversari politici. Conte, Di Maio, Di Battista, Crimi non si sono mai confrontati con nessuno, sempre e solo monologhi, soliloqui.
Casalino è arrivato a decidere le inquadrature di Conte che per mesi sono state trasmesse dai tg Rai, addirittura le ha prodotte con gli uffici di Palazzo Chigi. A Grillo non basta?

L’informazione italiana è stata finora genuflessa ai diktat pentastellati, dunque…

“Le notizie e le regole del giornalismo sono state calpestate scientificamente nel silenzio di tutti. Basti ricordare le tante lettere e gli esposti che ho presentato all’Agcom, i comunicati stampa quando durante la crisi del governo Conte che ha portato alla successione a Draghi il Tg1 ha totalmente oscurato Italia viva e Renzi“.

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