Morti sul lavoro: oltre 333 dal 1 gennaio 2023. Strage dimenticata da politica e media

di Marco Zonetti

Basterebbe un solo elemento a decretare in tutto il suo orrore l’entità della tragedia dei morti sul lavoro in Italia: l’impossibilità di fissarne il numero per un breve lasso di tempo, poiché – immediatamente – avviene una nuova disgrazia ad accrescerlo.

Il 29 maggio 2023, due giorni fa, l’Osservatorio Indipendente di Bologna, che si occupa da sedici anni di monitorare le vittime di incidenti sul lavoro, considerando anche coloro che non sono assicurati all’Inail e i lavoratori in nero, aveva stabilito il numero a 333 morti fin dal 1° gennaio 2023. Precisamente, i lavoratori che hanno perso la vita dal 1° gennaio 2023 erano fissati due giorni fa a 536 complessivi, considerando anche coloro che sono deceduti sulle strade e in itinere e in altri ambiti lavorativi. Ma in queste ultime 48 ore sono purtroppo morti altri lavoratori, aumentando così ulteriormente il tragico bollettino.

Addirittura, dal 22 al 28 maggio 2023, i morti sui luoghi di lavoro sono stati ben trentadue, con record di cinque lavoratori deceduti nello stesso giorno, il 25. Nel 2022 i morti sul lavoro sono stati 1499, come riporta Today.it: 757 sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere. L’anno scorso, sui luoghi di lavoro hanno perso la vita 15 donne, ma ben 123 in itinere e in altri ambiti lavorativi. Per un caso su quattro si è trattato di anziani over 60, soprattutto nel settore agricolo ed edile, gli stranieri hanno superato il 15%.

Una strage quotidiana – frase divenuta cliché – ma anche una strage dimenticata da politica e media. Nelle ultime settimane fra gli argomenti più discussi a livello istituzionale e mediatico vi sono stati la vignetta di Natangelo del Fatto Quotidiano, l’intervista di Elly Schlein a Vogue sull’armocromia, le sorti professionali di Fabio Fazio e Lucia Annunziata, e così via, e i talk show di approfondimento ne hanno parlato a profusione. Dell’ecatombe di morti sul lavoro in Italia nessuno si è interessato.

Conosciamo ogni giorno alla perfezione il numero dei droni che hanno sorvolato l’Ucraina e la Russia, giustamente. Ma altrettanto ingiustamente la strage in casa nostra viene costantemente ignorata, forse perché non è argomento che tira nella perenne campagna elettorale che caratterizza il nostro Paese, forse perché non è una tematica che infiamma conduttori e opinionisti nei talk. E intanto, però, sui luoghi di lavoro si continua a morire nell’indifferenza generale.

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