Mulholland Drive torna nelle sale. Gli enigmi svelati del cult di David Lynch

Naomi Watts e Laura Elena Harring in Mulholland Drive di David Lynch
Naomi Watts e Laura Elena Harring in Mulholland Drive di David Lynch

Mulholland Drive, capolavoro noir di David Lynch, torna dopo 20 anni al cinema in una sontuosa versione restaurata. Per l’occasione VigilanzaTv prova a sviscerare tutti i significati reconditi del film

di Marco Zonetti

Mulholland Drive (Mulholland Dr., Noir, Francia, 2001) di David Lynch. Con Naomi Watts, Laura Harring, Justin Theroux, Ann Miller, Mark Pellegrino, Angelo Badalamenti, Chad Everett, Dan Hedaya, Maya Bond, Melissa George, Patrick Fischler, Michael J. Anderson, Billy Ray Cyrus, Lori Heuring, Bonnie Aarons, Johanna Stein, Missy Crider, Rebekah del Rio, Wayne Grace, Jeanne Bates, Dan Birnbaum, Monty Montgomery

Mulholland Drive di David Lynch (qui il trailer originale), considerato da molti critici cinematografici uno dei migliori film mai realizzati, se non il migliore di tutti i tempi, torna nelle sale il 15-16-17 novembre 2021 per festeggiare i vent’anni della sua uscita. E ricompare in una grandiosa versione restaurata 4 K, voluta da StudioCanal (società che produsse il film nel 2001) su richiesta della Cineteca di Bologna.

Una veste sontuosa per il noir contemporaneo nato dalle ceneri del pilot per una serie televisiva mai trasmessa, sequenze alle quali Lynch aggiunse quaranta minuti di nuovo girato trasformandole in un’opera per il grande schermo che ha rivelato lo straordinario talento di Naomi Watts. Una pellicola avvolta da un suadente e vertiginoso mistero dagli echi hitchcockiani e impreziosita dall’ipnotica colonna sonora di Angelo Badalamenti. Una pellicola giudicata incomprensibile dai suoi detrattori (o la si ama alla follia o la si odia a morte), e che da due decenni non cessa di far interrogare spettatori e cinefili sul suo vero significato.

Di seguito, da folli amanti di Mulholland Drive quali siamo, proviamo a raccontarlo per filo e per segno sviscerandone la spiegazione più accreditata fra le tante avanzate in questi anni, sperando di fare un po’ di luce sull’enigma di una delle storie d’amore più tragiche mai raccontate, quella di Betty e Rita… e di Diane e Camilla.

Betty e Rita nella “fabbrica dei sogni”

Los Angeles. Dopo un viaggio in compagnia di due adorabili vecchietti (Bates e Birnbaum), la bionda e luminosa Betty Elms (Watts) sbarca a Los Angeles per far fortuna a Hollywood, la “fabbrica dei sogni”. Nell’appartamento prestatole da sua zia Ruth (Bond), che lavora nel mondo del cinema e che è partita per un viaggio – appartamento in un centro residenziale gestito dall’eccentrica Coco (Miller) – Betty trova una misteriosa bruna (Harring) scampata a un incidente automobilistico su Mulholland Drive, la strada panoramica in cima alle colline di Hollywood, e a un potenziale assassinio da parte dei due uomini con i quali viaggiava su una limousine, morti sul colpo nello scontro.

Colpita dall’amnesia dopo l’incidente, la donna non ricorda più chi sia e, non sapendo dove andare, si è rifugiata di nascosto nell’appartamento assumendo il nome “Rita” da un poster di Rita Hayworth appeso in bagno. Betty promette di aiutarla a ritrovare la memoria ma, con la scoperta di varie mazzette di contanti e di una strana chiave blu nella borsa di pelle nera di “Rita”, il mistero assume torbidi connotati.

Strani personaggi a Los Angeles

Parallelamente, un maldestro killer a pagamento (Pellegrino) è sulle tracce di “Rita”; e così un clan mafioso capitanato dal signor Roque (Anderson), un inquietante nano su una sedia a rotelle. Il clan, di cui fanno parte i fratelli Vincenzo (Hedaya) e Luigi Castigliane (Badalamenti), sta rendendo inoltre la vita impossibile al regista cinematografico Adam Kesher (Theroux) perché recluti la bionda Camilla Rhodes (George) nella parte principale del suo film Sylvia North Story. Tornando a casa dopo aver sfasciato con una mazza da golf la limousine dei Castigliane attirandosi così tutte le sciagure del mondo, Adam trova la moglie a letto con l’addetto alla piscina (Cyrus), che – istigato dalla donna – lo picchia e lo caccia di casa. Alla tavola calda Winkie’s su Sunset Boulevard, un uomo, Dan (Fischler), stramazza al suolo dopo essersi trovato di fronte nella discarica nei pressi del locale un mostruoso senzatetto (Aarons) del quale ha un’irrazionale paura dopo averlo già visto due volte in sogno.

«È lei la ragazza»

Intanto, dopo aver sbalordito tutti a un’audizione del regista Bob Booker (Grace) con l’attore Jimmy “Woody” Katz (Everett), Betty viene acclamata dagli addetti ai lavori presenti e poi accompagnata sul set di Sylvia North Story al provino per la parte della protagonista, ma – dovendo tornare da “Rita” – ha giusto il tempo di scambiare uno sguardo intenso con il regista Adam, che si è infine piegato al ricatto della mafia e ha appena scritturato Camilla Rhodes.

Chi è Diane Selwyn?

Sempre alla tavola calda Winkie’s su Sunset Boulevard, Betty e “Rita” cercano invano sui giornali notizie dell’incidente al quale quest’ultima è scampata e vengono servite da una cameriera che si chiama Diane (Crider). Questo nome rinfresca la memoria a “Rita”, che si ricorda di una certa “Diane Selwyn”, pensando possa essere la sua vera identità. Dopo averne trovato l’indirizzo, riuscendo a eludere la curiosità di una vicina (Stein), le due amiche s’introducono in casa di Diane Selwyn, solo per trovarla morta su letto in avanzato stato di decomposizione. Temendo di essere coinvolta nella sua morte, “Rita” decide di camuffarsi indossando una parrucca bionda che la fa assomigliare a Betty.

Il Club Silencio

Quella notte le due finiscono per fare l’amore e Betty confessa di essersi innamorata di “Rita”, che qualche ora dopo tuttavia si sveglia di soprassalto e le chiede di accompagnarla in un locale, il Club Silencio. Qui, dopo un inquietante spettacolo e un’esibizione straziante di Rebekah del Rio che rivelano il labile rapporto fra realtà e illusione, una sconvolta Betty si ritrova nella borsetta una misteriosa scatola blu, con una serratura che sembra combaciare con la chiave scoperta qualche giorno prima in quella di “Rita”. Tornate nell’appartamento, Betty scompare misteriosamente e “Rita” infila la chiave nella scatola, venendone inghiottita.

  • ATTENZIONE, DA QUI IN POI SEGUONO SPOILER

Ritorno alla realtà

Nel frattempo, a casa di Diane Selwyn, quest’ultima è adesso viva e si sta svegliando. E, con il ritorno alla realtà di Diane, la storia prende tutta un’altra piega. Complice il suo subconscio colpevole che ha creato un’illusione onirica, Diane (Watts) ha sognato se stessa nei panni della risoluta Betty e la sua amante Camilla (Harring) nelle vesti della smemorata “Rita”. Anche nella realtà le due hanno avuto una storia, ma mentre Diane amava follemente Camilla, quest’ultima non la ricambiava e voleva lasciarla per sposare il regista Adam (Theroux). Inoltre, Diane è un’attrice mediocre relegata in particine di poco conto mentre Camilla era una star che non perdeva occasione per umiliarla, anche sul set.

Delitto e castigo

Dopo l’ennesimo affronto subìto a una festa, con Camilla che amoreggiava spudoratamente con Adam e con una ragazza bionda (George) davanti a Diane, quest’ultima, folle di gelosia, ha maturato l’intento di lavare l’onta con l’omicidio. Nel solito Winkie’s di Sunset Boulevard ha quindi commissionato l’assassinio di Camilla a un killer (Pellegrino). Ma in seguito, una volta appreso che l’omicidio è avvenuto, Diane è crollata a letto facendo il lungo sogno indotto dai suoi sensi di colpa. Al risveglio, tormentata dalla mancanza di Camilla e dai rimorsi – sotto forma dei due vecchietti del sogno – scaturiti dalla coscienza colpevole (rappresentata dal mostruoso senzatetto) per aver fatto uccidere la donna che amava, Diane perde una volta per tutte la ragione e si suicida sparandosi un colpo in testa.

Mulholland Drive: sogni, incubi, tragiche realtà

Per meglio comprendere il rapporto tra sogno e realtà nel Mulholland Drive di David Lynch è utile ricostruire la storia della protagonista Diane Selwyn che fa da fondamento alla trama del film.

La storia di Diane Selwyn

La giovane Diane Selwyn (Watts) del piccolo paesino di Deep River, in Ontario, vince un concorso di Jitterbug e si rende conto di avere velleità di attrice. Ricevuta un’eredità alla morte di sua zia Ruth (Bond) che lavora nel mondo del cinema, si trasferisce a Los Angeles dal Canada per tentare la fortuna a Hollywood. Durante l’audizione per la parte della protagonista del film Sylvia North Story diretto dal regista Bob Booker (Grace) che però non ha stima di lei, Diane conosce Camilla Rhodes (Harring), che le ruba la parte ma con la quale diviene amica per poi intrecciare con lei una relazione omosessuale.

Grazie a Camilla, Diane ottiene alcuni piccoli ruoli nei film dell’amica/amante, ma è destinata a restare sullo sfondo mentre l’altra brilla. Inoltre, mentre Diane è innamorata di lei, Camilla non ricambia i suoi sentimenti, tanto da iniziare una relazione parallela con il regista Adam Kesher (Theroux). Quando Camilla le comunica di voler interrompere il loro rapporto lesbico, Diane reagisce con rabbia.

Invitata a una festa sulla Mulholland Drive in casa di Adam e della madre Coco (Miller), Diane viene più volte pubblicamente umiliata dai flirt spudorati di Camilla con Adam, che racconta di aver vinto una causa giudiziaria contro l’ex moglie (che si è tenuta l’addetto alla piscina, mentre Adam si è tenuto la piscina). Adam quindi annuncia il suo imminente matrimonio con Camilla, che poi bacia una ragazza bionda (George) umiliando ulteriormente Diane. Quest’ultima, affranta, sorseggia un caffè e incrocia lo sguardo con un uomo (Badalamenti), per poi veder passare un uomo vestito da cowboy (Montgomery).

Maturato l’intento di uccidere Camilla, Diane s’incontra in una tavola calda Winkie’s con un killer a pagamento (Pellegrino), al quale mostra una cospicua somma di denaro in una borsa di pelle nera, mentre l’uomo le mostra una chiave che – a omicidio di Camilla avvenuto – le dice le farà trovare nel posto comunicatole. “Cosa apre la chiave?” domanda Diane, ma l’assassino ride senza rispondere. Intanto sono serviti da una cameriera che si chiama Betty, e – all’atto di siglare l’accordo con l’assassino – Diane incrocia lo sguardo con un uomo che la fissa intensamente.

La giovane va quindi a letto e fa un lungo sogno, nell’epilogo del quale il cowboy che ha intravisto alla festa le dice che è ora di svegliarsi. Una visibilmente abbrutita Diane si ridesta nello squallore del suo appartamento, dove su un tavolino spicca la chiave blu mostratale dall’assassino, segno che Camilla è stata uccisa. Diane riceve la visita della vicina (Stein) con la quale ha fatto a cambio di appartamento, e la donna l’avvisa di due detective che la stanno cercando. Più tardi, contemplando la chiave blu monito del suo crimine, Diane perde definitivamente la ragione e, divorata dai rimorsi di coscienza che la tormentano, afferra la pistola nel comodino e si suicida.

Differenze tra realtà e sogno di Diane

Il significato di Sylvia North Story

  • Da notare innanzitutto le corrispondenza tra il titolo del film Sylvia North Story e i nomi Diane Selwyn e Betty Elms, tutti legati o assonanti all’ambito silvestre/silvano (Diana è nella mitologia la signora delle selve, elms in italiano significa “olmi”, Sylvia proviene dal latino silvius, che significa abitante delle selve). Per giunta sia Betty sia Diane provengono dall’Ontario, ovvero dal “North America”, dall’America del Nord. Il titolo del film Sylvia North Story può essere quindi considerato un riferimento occulto alla “storia di Diane Selwyn che viene dal Nord”.

Scambi di persona(lità)

  • Nel lungo sogno che fa dopo aver commissionato l’assassinio di Camilla, Diane diventa Betty (nome che il suo subconscio trae dalla targhetta della cameriera del Winkie’s che l’ha servita mentre commissionava all’assassino l’omicidio di Camilla). “Betty” giunge a Los Angeles per far fortuna a Hollywood, “la fabbrica dei sogni”, armata di una personalità forte, intraprendente e radiosa, l’esatto opposto rispetto alla debole, frustrata e incattivita Diane. Camilla, che nella realtà è una cinica manipolatrice nonché “aguzzina” di Diane, nel sogno diventa invece “Rita”, una donna debole, senza memoria, senza passato, in balia degli eventi e totalmente soggiogata da Diane al punto di imitarla finanche nell’aspetto.
  • Nella realtà, Diane è una mediocre comparsa relegata a piccole particine, nel sogno è invece una promettente attrice dal talento sbalorditivo tanto da fare colpo sul regista Bob Rooker, che invece nella realtà non ha alcuna stima di lei. Nel sogno il subconscio della professionalmente delusa e sentimentalmente ferita Diane ne riscatta i fallimenti professionali e personali, trasformandola in una donna vincente, con un roseo avvenire davanti a sé e riamata dalla sua Camilla.
  • Nella realtà, il regista di Sylvia North Story non stimava Diane e ha preferito affidare la parte a Camilla. Nel sogno, malgrado il suo talento straordinario, Diane/Betty perde la parte principale nel film perché la Mafia impone come attrice protagonista “Camilla Rhodes”. Il subconscio di Diane giustifica il proprio fallimento come attrice attribuendolo a cause straordinarie (un ricatto di un clan mafioso capitanato da un uomo dal potere quasi sovrannaturale) e indipendenti dal suo scarso talento.
  • Nella realtà Adam è uno sprezzante regista di successo che ha portato via Camilla a Diane. Nel sogno – come per un contrappasso creato dal subconscio di Diane – diventa invece un cialtrone perseguitato dalla sfortuna, deriso e tradito dalla moglie, cacciato di casa dall’amante di lei, braccato dai mafiosi.
  • Nella realtà, il killer assoldato per uccidere Camilla è un risoluto professionista che porta a termine il suo compito. Nel sogno è invece goffo e maldestro – questo perché il subconscio di Diane si aggrappa alla speranza che per tali motivi non sia riuscito a uccidere Camilla.

L’audizione di Betty – «Faremo finta di essere qualcun altro»

  • Quando prova con “Rita” la scena dell’audizione, Betty recita le battute con toni freddi e sprezzanti. Di fronte al regista invece l’interpretazione di Betty si fa densa di pathos e sofferenza (qui il video), adombrando la sua capacità di sdoppiarsi e d’impersonare due personaggi diametralmente opposti. Come lo sono del resto Betty (e “Rita”) nel sogno e Diane (e Camilla) nella realtà. In una scena precedente, Betty ha del resto esplicitamente detto a “Rita”: «Faremo finta di essere qualcun altro». Le battute della scena dell’audizione sembrano inoltre evocare una storia d’amore tormentato che culmina in delitto passionale, come quella di Diane e Camilla.

Notturno su Mulholland Drive

  • Nel sogno, mentre Rita/Camilla sta viaggiando di notte in limousine su Mulholland Drive, l’autista si ferma e le punta una pistola intimandole di scendere. Prima che lei possa obbedirgli, sopraggiunge un’auto a tutta velocità che va a scontrarsi con la limousine uccidendo l’autista e l’uomo che viaggia con loro sul sedile del passeggero. Rita/Camilla, sana e salva, illesa ma priva di memoria, esce dall’auto e s’incammina verso Los Angeles (la città dei sogni). Nel sogno, il subconscio colpevole di Diane ha creato una via di fuga per Camilla, che non viene uccisa e che, grazie alla perdita di memoria, diviene docile e arrendevole. Nella realtà, Diane viene accompagnata su una limousine alla festa di Adam e Camilla su Mulholland Drive. L’autista ferma l’auto dicendo a Diane che “è una sorpresa”, e dal folto del bosco compare Camilla che la prende per mano e, attraverso un “sentiero segreto”, la conduce alla festa. Una festa che per lei si rivelerà purtroppo foriera di atroci realtà: Camilla sta infatti per sposare Adam, e per giunta flirta crudelmente con un’altra donna davanti a Diane. Sarà proprio a quella festa su Mulholland Drive che Diane maturerà l’intento di assassinare Camilla.

Un espresso indigesto

  • Nella realtà, quando alla festa si vede definitivamente abbandonata da Camilla per Adam e tradita con la ragazza bionda, Diane sta sorseggiando un espresso e incrocia lo sguardo con un uomo. Nel sogno questi diventa il mafioso Luigi Castigliane che, durante la riunione con Adam, sputa disgustato – in una sorta di transfert – l’espresso.

Il mostro del Winkie’s

  • Nel sogno, “Dan” (assonante con Diane, pronunciato “Daian”), l’uomo del Winkie’s, teme d’incontrare il mostro del suo incubo, ovvero il senzatetto che vive nella discarica nei pressi del locale, e quando infine lo vede stramazza al suolo. Nella realtà “Dan” incrocia lo sguardo con Diane nel momento in cui quest’ultima sigla l’accordo con il killer per assassinare Camilla. Il mostro rappresenta la coscienza di Diane macchiata dal delitto che ha messo in moto, coscienza con la quale – come Dan con il senzatetto – Diane si troverà infine faccia a faccia e che la porterà alla morte.
  • Quando, al Winkie’s, Diane domanda al killer cosa apra la chiave, quello non risponde e si limita a ridacchiare. Al di sopra della sua mano destra, in lontananza fuori dalla finestra nel punto in cui sorge la discarica dove vive il mostruoso senzatetto, si scorge un edificio blu che ricorda la scatola misteriosa trovata nella borsetta di “Rita”.

Chi sono i due vecchietti in Mulholland Drive

  • I due vecchietti, Irene e il marito, che nel sogno arrivano con “Betty” a Los Angeles augurandole buona fortuna (per poi, una volta soli in auto, ridacchiare in maniera inquietante come se conoscessero il suo triste destino), diventano nella realtà i rimorsi che la tormentano, scaturiti dalla sua coscienza (il mostruoso senzatetto nella discarica del Winkie’s) sporcata dal crimine che Diane ha commissionato.
  • Nella sequenza iniziale del jitterbug, compare in dissolvenza una felice Diane in compagnia dei due vecchietti. Avendo Diane vinto una gara di jitterbug nel suo paese natale, è probabile che Irene e il marito siano nella realtà i suoi genitori o nonni, e che, nel momento della rovina, finiscano per incarnare l’innocenza perduta della giovane e quindi in ultima analisi, come già detto, i rimorsi di coscienza che, nella sua mente sconvolta, da vecchietti benevoli li trasformano in creature infernali.

Il cowboy in Mulholland Drive

  • Nel sogno Adam incontra un cowboy che gli consiglia di eseguire l’ordine dei mafiosi affidando la parte principale del suo film alla ragazza indicata dai Castigliane. Il cowboy gli dice che lo rivedrà ancora una sola volta se farà bene, e altre due volte se farà male. Nella realtà Diane alla festa vede il cowboy, e poi lo vede altre due volte in sogno – segno che ha scelto la via del male commissionando il delitto di Camilla.

I due volti di Camilla Rhodes

  • Nella realtà, quando Diane commissiona il delitto di Camilla mostra all’assassino la foto di quest’ultima dicendo: “È lei la ragazza”. Nel sogno la stessa frase la dicono ad Adam i fratelli Castigliane mostrandogli la foto di “Camilla Rhodes”, ma in questo caso nella foto c’è la ragazza bionda che Diane ha visto baciare Camilla alla festa.

«È strano chiamare se stessi»

  • Nel sogno, Betty seduta accanto a “Rita” in preda all’amnesia, pensando che si tratti di quest’ultima, telefona a casa di Diane Selwyn e commenta: «È strano chiamare se stessi». Nella realtà Betty è per l’appunto Diane Selwyn.

La zia Ruth, la chiave e la scatola blu

  • Nel sogno la misteriosa chiave blu apre una scatola dello stesso colore che rappresenta la realtà. Una volta trovata, e aperta, essa “inghiotte” il mondo creato oniricamente da Diane, quello falso in cui la zia Ruth è viva – zia Ruth che nel biglietto lasciato a Diane si firma non per niente “AuntRuth” tutto attaccato, che ricorda la parola Untruth, falsità. L’apertura della scatola blu rappresenta la fine del sogno e il brusco ritorno alla realtà. Nella realtà, invece, la chiave blu costituisce per Diane la prova del delitto commesso, e apre così la porta ai sensi di colpa e ai rimorsi di coscienza che la porteranno infine al suicidio.

Illusione, realtà e Fato al Club Silencio

  • Il Club Silencio, nel quale viene mostrato che ciò appare vero non è necessariamente reale ma può essere un’illusione, Betty/Diane che sta vivendo l’illusione onirica creata dal suo subconscio è scossa da tremendi brividi. La cantante Rebekah Del Rio poi interpreta una tragica canzone d’amore non ricambiato (che è la tragica realtà di Diane, innamorata non ricambiata da Camilla). Alla fine dell’esibizione, Betty/Diane trova nella borsetta accanto a sé la scatola blu con la serratura in cui infilare la misteriosa chiave dello stesso colore. Il ritrovamento della scatola indica che il sogno sta bruscamente per concludersi e che la realtà sta per riprendere il sopravvento.
  • A commentare la tragica fine di Diane (della realtà e dei suoi sogni) nonché l’epilogo di Mulholland Drive, è la misteriosa donna del Club Silencio, con i capelli dello stesso blu della scatola, unica spettatrice seduta in alto nel loggione che domina il palcoscenico. Potrebbe rappresentare anch’ella la realtà, o forse il Fato o un’entità superiore che scruta impassibile e silenziosamente dall’alto i destini dei mortali sul palcoscenico della vita. E che infatti può commentare con una sola parola, che rappresenta anche la perfetta chiusura di questo articolo: Silencio.
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