Multa di 206mila euro alla Rai per spot occulto di Travolta. L’inchiesta di Striscia

Fiorello, John Travolta e Amadeus di fronte al Teatro Ariston di Sanremo
Fiorello, John Travolta e Amadeus di fronte al Teatro Ariston di Sanremo (foto: Avvenire)

di Marco Zonetti

Sanremo val bene una multa. Per il secondo anno consecutivo, il Festival della canzone italiana porta in regalo alla Rai una sanzione salatissima irrogata dall’Agcom. Per la kermesse del 2023 la somma fu di 175mila euro a seguito del selfie di Chiara Ferragni, Amadeus e Gianni Morandi sul palco dell’Ariston, giudicato pubblicità occulta a Meta, ovvero la società che fa capo a Instagram.

Così com’è stata ritenuta pubblicità occulta – sempre dall’Agcom – la discussa esibizione di John Travolta con Fiorello e Amadeus, cimentatisi qualche mese fa al Festival 2024 in un imbarazzante ballo del qua qua davanti all’Ariston, con l’attore che sfoggiava un vistoso paio di sneaker bianche.

Del caso si occupò Striscia la Notizia, il primo a parlarne l’8 febbraio 2024, per poi sollevare il caso in conferenza stampa a Sanremo attraverso l’inviato Pinuccio.

Travolta, che per l’improvvido siparietto sanremese fu pagato dai 50mila ai 200mila euro a seconda delle varie indiscrezioni, era testimonial ufficiale del brand di scarpe il cui presidente Franco Uzzeni era peraltro seduto in prima fila all’Ariston nella seconda serata del Festival. Per questo l’Agcom ha reputato “di estrema gravità l’episodio, in quanto l’esposizione del prodotto è avvenuta nel corso del principale programma televisivo della Rai in termini di audience e durante l’esibizione di un ospite di chiara fama internazionale, con notevoli effetti pregiudizievoli a danno dei telespettatori”.

E lo scherzetto questa volta è costato ben 206.580 euro. La sanzione irrogata dall’Autorità per le garanze nelle comunicazioni è risultata ancor più elevata della scorsa volta, proprio perché la Rai era già stata multata l’anno precedente per lo stesso motivo. Un ballo del qua qua che ci è costato piuttosto caro, insomma, ancor più degli autoscatti della Ferragni. La domanda ancora una volta è: chi paga?

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