Nomine Rai, Anzaldi: “Ci voleva Draghi per fare i soliti nomi? Bastava Conte”

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Monica Maggioni, Gennaro Sangiuliano, Simona Sala

di Marco Zonetti

Domani, 18 novembre 2021, l’Ad Carlo Fuortes e il CdA Rai in trasferta straordinaria a Napoli dovrebbero formalizzare le nomine dei nuovi direttori di Tg1, Tg2, Tgr e RaiSport in scadenza. I nomi che Fuortes presenterà ai cinque consiglieri e alla presidente Marinella Soldi? Gli stessi di sempre, come se la Tv di Stato con le sue migliaia di dipendenti non avesse altre opzioni a disposizione e fosse costretta a un eterno gioco dell’oca, spostando le stesse pedine da una parte all’altra del tabellone.

Se il CdA avallerà le scelte di Fuortes, come ha anticipato Veronica Marino dell’Adnkronos, Monica Maggioni, già Presidente Rai e ora capostruttura di se stesse a Sette Storie (che ieri, con il suo 6.1% ha perso 34 punti di share rispetto al 40% del traino della partita immediatamente precedente), otterrà la guida del Tg1, mentre la Direttrice di Giornale Radio Rai e GR Parlamento Simona Sala andrà a dirigere il Tg3, spostando Mario Orfeo agli approfondimenti in quota Centrosinistra. Andrea Vianello, attuale vertice di RaiNews, andrà invece alla Radio al posto di Simona Sala; mentre Gennaro Sangiuliano è ben saldo alle redini del Tg2 sospinto da Lega e Fratelli d’Italia (ma più in quota Carroccio). Paolo Petrecca prenderà il posto di Vianello a RaiNews e Alessandro Casarin manterrà la direzione della Tgr. Quanto a RaiSport, l’attuale vice Alessandra De Stefano andrà a sostituire Auro Bulbarelli al timone della testata, e Antonio Preziosi manterrà la guida di Rai Parlamento.

In tutto questo, secondo La Stampa, il leader pentastellato Giuseppe Conte avrebbe obiettato sul fatto che Sangiuliano appaia inamovibile malgrado il calo di ascolti del Tg2 e che invece il direttore del Tg1 Giuseppe Carboni, veleggiante con il suo notiziario sui sei milioni di spettatori, debba essere rimosso. Sempre dando retta al quotidiano torinese, i giochi sarebbero gestiti direttamente da Palazzo Chigi in concerto con i partiti politici, mentre l’Ad Rai Fuortes sarebbe stato di fatto messo all’angolo.

Un’idea che ha fatto inalberare l’USIGRai, che – attraverso il suo esecutivo- parla in una nota di “quadro agghiacciante”. Precisando che: “Ormai, in maniera neanche troppo velata, le nomine verrebbero decise direttamente a Palazzo Chigi. L’era dei tecnici non può giustificare strappi che rappresentano precedenti gravissimi e preoccupanti: prima il CdA a totale controllo governativo e ora addirittura le nomine decise a Palazzo Chigi. Se fossero vere queste voci si starebbe trasformando la Rai da radio tv di Servizio Pubblico a radio tv di Stato“. Un commento che fa sorridere perché il potente Sindacato dei giornalisti Rai pare svegliarsi da un sonno profondo, rendendosi conto solo ora di una situazione incancrenita nel tempo.

Ma a parte le elucubrazioni del caso, resta la tragica e inquietante realtà che abbiamo delineato all’inizio: i nomi che si spostano da una casella all’altra sono di fatto sempre ed esclusivamente gli stessi da anni. VigilanzaTv ha chiesto a Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, cosa ne pensi al riguardo, e ci ha risposto: “L’USIGRai si lamenta, ma perché nessuno, Ad e sindacato compreso, domanda quali siano i criteri di valutazione e chiede una verifica dei curricula esaminati per vedere se effettivamente sia stato effettuato un monitoraggio delle professionalità interne?“.

Aggiungendo che: “Stiamo parlando di nomi ai quali, in alcuni casi, per violazione del pluralismo è stata comminata una multa di un milione e mezzo di euro da parte della massima autorità indipendente, ovvero l’AgCom. Una sanzione che solo grazie a un cavillo non è stata pagata dai contribuenti. Con una macchia del genere sul curriculum, ci si dovrebbe pensare mille volte prima di pensare a una riconferma alla guida di un Tg nazionale sovvenzionato dai cittadini”. E il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai conclude amaramente: “Insomma, visto che si parla di scelte piovute da Palazzo Chigi, ci voleva una personalità del calibro di Mario Draghi per fare questi nomi? Sarebbe bastato anche solo Conte”.

Frattanto, sempre Veronica Marino dell’Adnkronos ha rivelato che “E’ gelo tra i consiglieri di amministrazione della RAI e l’amministratore delegato Carlo Fuortes”. E precisa: “Dopo che nei giorni scorsi i primi hanno chiesto al numero uno dell’Azienda di spiegare puntualmente i criteri in base ai quali avrebbe proposto i nomi per le direzioni delle testate giornalistiche del Servizio Pubblico così come per le direzioni di genere, ieri nel tardo pomeriggio è arrivata da Fuortes la proposta di un incontro per questa mattina alle 9, vale a dire a due ore circa dal termine ultimo dell’invio dei curricula dei ‘nominandi’ e quindi, di fatto, a decisioni già chiuse“.

A quanto apprende l’Adnkronos, “ritenendosi estromessi dal ruolo di visione che nominare nuovi direttori richiede – tanto più a pochissimi mesi dall’elezione del nuovo Capo dello Stato e mentre il ministero dell’Interno a cui è affidato il delicato e cruciale compito della sicurezza incontra sensibili difficoltà – i consiglieri hanno declinato l’invito”. Come si riverbererà questo “ammutinamento” sul CdA di domani nel quale i consiglieri dovranno votare i nomi scelti da Fuortes? Vedremo.

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