Rispetto alle nuove nomine Rai che vedono Claudia Mazzola promossa alla direzione dell’Ufficio Studi (con quadruplo scatto di carriera in tre anni, ne abbiamo parlato qui citando le parole del Segretario della Vigilanza Michele Anzaldi), Andrea Montanari al timone di Radio3 al posto di Marino Sinibaldi, e Paola Sciommeri alla guida di Rai Teche, esprimono le loro perplessità i Consiglieri di Amministrazione Rita Borioni (Pd) e Riccardo Laganà (Dipendenti).
Borioni e Laganà in una nota si dicono infatti “colpiti di come, ancora a fine consiliatura, vengano comunicate nomine i cui criteri risultano incomprensibili. Più in particolare, ferma restando la totale competenza dell’AD rispetto alla proposta delle nomine non editoriali, che vengono infatti solo (e occasionalmente) comunicate in CdA, esprimiamo fortissime perplessità sul modo con cui vengono valutati i curricula e le competenze specifiche, che non sono necessariamente intercambiabili“.
E ancora: “La valorizzazione delle risorse umane passa anche dal rispetto delle competenze maturate nell’ambito stessa direzione soprattutto quando, come nel caso dell’Ufficio Studi, si tratta di competenze specifiche. In una fase come questa, inc ui l’intero CdA si avvia verso la fine del mandato, sarebbe forse stato opportuno garantire continuità almeno all’Ufficio Studi. Auguriamo a tutti i nuovi nominati Buon Lavoro e soprattutto ringraziamo Marino Sinibaldi per la sapiente e generosa guida di Radio 3, vero vanto, lui e la rete, del servizio pubblico”.
Nella nota, i due Consiglieri si dicono inotre “lieti dell’approvazione del regolamento per l’elezione del rappresentante dei dipendenti di Rai spa nel CDA Rai”, restando tuttavia”in attesa di conoscere la data della pubblicazione dell’avviso per la presentazione delle candidature di cui abbiamo sollecitato l’immediata attuazione, in modo da essere in sintonia con le date annunciate dai media del bando di Camera e Senato“.
Precisando poi: “L’orientamento, rispetto al quale abbiamo espresso la nostra preoccupata perplessità, è invece di attendere la nomina della commissione elettorale e, solo in seguito, pubblicare l’avviso. Operazione questa, che rischia di allungare i tempi almeno oltre la metà di aprile. Un po’ come se per le elezioni politiche fosse necessario attendere i nomi degli scrutinatori”.