di Marco Zonetti
Quando nel primo pomeriggio di ieri, giovedì 13 aprile 2023, è giunta da La7 la notizia ufficiale della chiusura di Non è L’Arena, con la precisazione che fin da domenica prossima il programma condotto da Massimo Giletti non sarebbe più andato in onda, il motivo era stato subito addotto al rientro del conduttore in Rai. Un ritorno più volte ventilato e che, alla notizia della cancellazione improvvisa di Non è L’Arena, si è ipotizzato più vicino del previsto.
I tweet di Selvaggia Lucarelli e il flash di Dagospia sulla sospensione di Non è L’Arena
Una sospensione così brusca senza il minimo preavviso, tuttavia, lasciava presagire altri retroscena. E infatti, ulteriore e inquietante carne al fuoco delle illazioni è stata aggiunta dai successivi tweet di Selvaggia Lucarelli, relativi a perquisizioni da parte delle forze dell’ordine.
Nelle redazioni si rincorre da un’ora la notizia che ci sarebbero le forze dell’ordine in casa di Giletti, nonché in alcuni uffici amministrativi.
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) April 13, 2023
Secondo indiscrezione il rapporto tra Urbano Cairo e Massimo Giletti, un tempo idilliaco, negli ultimi tempi era diventato molto teso, anche per la notizia di trattative tra Giletti e la Rai (o tra Giletti e chi provava a portarlo in Rai…). La notizia delle perquisizioni di…
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) April 13, 2023
A tutto ciò si è aggiunto poi un flash di Dagospia che raccontava di un intervento della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) a proposito delle svariate “rivelazioni” su Matteo Messina Denaro concesse a Giletti da Salvatore Baiardo, uomo di fiducia dei fratelli Graviano. Secondo il sito di Roberto D’Agostino, la Dia potrebbe aver “beccato Giletti a dare 30mila euro a Baiardo”.
Le dichiarazioni di Urbano Cairo, proprietario di La7, e di Massimo Giletti
Il Fatto Quotidiano ha poi chiesto spiegazioni al proprietario di La7 Urbano Cairo, che però ha replicato laconicamente: «Non posso rispondere. Comunque abbiamo fatto un comunicato e non ho nulla da aggiungere. Stasera proprio non posso», come del resto lo stesso Giletti il quale ha ribadito che tutto si spiegherà a tempo debito, smentendo la notizia delle perquisizioni della DIA.
La profezia di Salvatore Baiardo su Messina Denaro dietro la chiusura di Non è L’Arena?
Come leggiamo in un articolo di Giovanni Tizian e Nello Trocchia pubblicato sul quotidiano Domani , Salvatore Baiardo, uomo di fiducia dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, asserisce che la trasmissione è stata cancellata proprio per i suoi “scoop” su Matteo Messina Denaro. Ospite nel programma domenicale di La7 prima dell’arresto del boss latitante, Baiardo aveva raccontato infatti a Giletti che “U siccu” era malato grave, affetto da un cancro al colon, aggiungendo che, per tale motivo, “potrebbe farsi arrestare”. Una inquietante “profezia”, insomma, per la quale gli inquirenti fiorentini che indagano sulle stragi di mafia del 1993 hanno ascoltato lo stesso Giletti, sotto scorta perché minacciato dagli stessi fratelli Graviano.
I compensi di Baiardo a Non è L’Arena
Quanto ai compensi a Baiardo in nero adombrati da Dagospia? Il quotidiano La Repubblica parla per la precisione di 48mila euro versate “in parte” in nero per le ospitate dell’uomo di fiducia dei Graviano a Non è L’Arena, pagamenti sui quali (oltre che sulle sue dichiarazioni) starebbe indagando la procura di Firenze. Massimo Giletti ha smentito in maniera categorica: «è falso che io abbia pagato personalmente Baiardo», confermando però il pagamento – riservato a tutti gli ospiti – effettuato dalla società di produzione del programma, ovvero la Fremantle. Nell’articolo del quotidiano Domani, Baiardo smentisce i versamenti in nero: «Mi hanno pagato alcuni gettoni di presenza, ma tutto è stato fatturato, è tutto regolare, nessun pagamento è avvenuto in nero». I suoi compensi a Non è L’Arena sarebbero quindi stati saldati con accredito bancario e regolarmente fatturati, come dichiarano Giletti e la stessa Fremantle.
Le presunte perquisizioni della Direzione Investigativa Antimafia
Massimo Giletti ha smentito la voce relativa alle perquisizioni della DIA, e la stessa Procura di Firenze ha confutato la notizia di perquisizioni e indagini su Non è L’Arena. Secondo Il Domani, il conduttore avrebbe detto invece ai Pubblici Ministeri fiorentini che Salvatore Baiardo gli avrebbe fatto vedere delle presunte fotografie di un incontro tra Berlusconi, Giuseppe e Filippo Graviano e il generale Francesco Delfino. Una dichiarazione smentita dallo stesso Baiardo: «Lunedì scorso sono stato ascoltato dalla procura dal dottor Tescaroli, e mi ha riferito che Giletti ha detto che gli avrei mostrato delle fotografie che ritraggono Berlusconi con Graviano e il generale Delfino. Non è vero, è falso, non gli ho mai fatto vedere queste foto. Loro dicevano “Giletti le ha viste, Giletti le ha viste”, ma non è vero. Io sono stato anche perquisito, ma non hanno trovato niente».
I presunti “biglietti” di Giletti a Baiardo
Baiardo riferisce poi al Domani “un altro elemento (senza riscontro ad ora) che avrebbe verbalizzato e riferito al pubblico ministero Luca Tescaroli, magistrato procuratore aggiunto di Firenze. «Prima delle trasmissioni con Giletti c’era sempre un colloquio nel quale si parlava degli argomenti da affrontare. Durante la pausa di tre minuti in mezzo alla trasmissione è arrivato con un pezzo di carta con scritto “Dici in trasmissione che sono minacciato”, e io come un cretino ho detto quelle cose che lui era minacciato a 360 gradi», dice. Baiardo sostiene che il tutto sia avvenuto all’esterno dello studio dove si registra la trasmissione. Il conduttore sarebbe uscito di corsa, avrebbe mostrato il biglietto a Baiardo e poi sarebbe tornato indietro per riprendere la conduzione. Il tutto in pochi minuti di pausa e con nessun testimone.
Nelle prossime puntate di Non è L’Arena, Giletti avrebbe dovuto occuparsi di mafia e politica. E di Marcello Dell’Utri
Marco Lillo sul Fatto Quotidiano scrive che “Giletti è stato sentito dai pm di Firenze che indagano sulle stragi del 1993 due volte (il 19 dicembre e il 23 febbraio) probabilmente proprio su Baiardo. Il livello della sua scorta pochi mesi fa è stato innalzato e c’è da pensare quindi che i pm di Firenze non lo tengano affatto nel mirino, come insinuato ieri su alcuni siti. Anzi. Lo ritengano attendibile”.
E ancora: “Giletti intendeva occuparsi di mafia e politica nelle prossime puntate. Per domenica era nel mirino della redazione l’ex sottosegretario di Forza Italia Antonio D’Alì (già sottosegretario di Forza Italia condannato in via definitiva per associazione di stampo mafioso, ndr). Poi Giletti stava pensando di alzare il tiro con una o più puntate su Marcello Dell’Utri. Il conduttore aveva preso già contatti con gli esperti della materia e stava studiando le indagini fiorentine che coinvolgono anche Berlusconi. L’ipotesi di accusa (tutta da dimostrare) relativa alle stragi del 1993 è un tabù in tv. Giletti voleva infrangerlo perché affascinato dalle potenzialità televisive del personaggio Dell’Utri”. Anche quest’ultimo, va ricordato, condannato in via definitiva per associazione mafiosa.
Secondo Lillo, “Giletti si stava interessando delle informative della Dia sui rapporti di Dell’Utri con i mafiosi, alle perizie sui primi capitali in Fininvest e ai ‘generosi’ prestiti e pagamenti di Berlusconi e delle sue società a Dell’Utri e famiglia, con le immancabili intercettazioni che i nostri lettori conoscono bene, ma il pubblico della tv ignora“. Per Il Fatto Quotidiano, Urbano Cairo, senza rendersene conto, non sta quindi dando un buon segnale “cancellando così il programma di un giornalista sotto scorta per la sua attività, che ha appena testimoniato ai pm che indagano sulle stragi e che dell’indagine stragi voleva occuparsi”.
Le inchieste di Non è L’Arena su fatti di mafia-politica-servizi deviati-massoneria
L’ipotesi del Fatto Quotidiano sembra corroborata dalle parole di Sandra Amurri che a Dagospia scrive: “Chi conosce Cosa Nostra sa che il filo scoperto ha un nome: Salvatore Baiardo”. E ancora: “C’è davvero qualcuno disposto a credere che la ragione di una tale decisione di La7 possa essere dipesa dal pagamento di Baiardo? E non sia scaturita dal susseguirsi di inchieste su fatti di mafia-politica-servizi deviati-massoneria? E ancora: cosa sarebbe accaduto se fosse stato chiuso un altro programma di punta e non quello del “brutto anatroccolo” Giletti? (Qui tutta la disamina di Sandra Amurri.)
Gli ascolti di Non è L’Arena
Secondo Salvatore Baiardo che ha affidato le sue dichiarazioni a un video pubblicato su Tik Tok, la trasmissione di Giletti – come egli aveva previsto – è stata chiusa per via dei suoi “scoop” su Matteo Messina Denaro e, a suo parere, “neanche la Rai gli farà il contratto”. Poi c’è la questione ascolti: negli ultimi tempi Non è L’Arena non ha certo brillato nei dati Auditel. Anche se pare essere una tendenza seguita da molti talk di approfondimento considerato “populisti” con l’arrivo della Destra e di Giorgia Meloni al Governo del Paese. Gli inserzionisti erano quindi insoddisfatti? A sentire Giletti gli ascolti di Non è L’Arena non erano affatto preoccupanti e in linea con le aspettative della rete di Urbano Cairo.
Massimo Giletti tornerà alla Rai?
Già, Urbano Cairo. Secondo le ricostruzioni di Selvaggia Lucarelli e della Stampa, l’editore sarebbe stato seccato per i contatti di Giletti con la Rai e per le voci insistenti di un suo quasi sicuro ritorno all’ovile della tv pubblica. Voci che, dobbiamo sottolinearlo, ogni anno nascevano, infuriavano e poi morivano, sempre smentite dal rinnovo di Non è L’Arena. Troviamo difficile dunque credere che tali illazioni, sempre le stesse da anni, potessero scalfire il patron di La7, a meno che questa volta non fossero del tutto fondate.
E al tempo stesso, dopo quanto avvenuto, ci riesce difficile pensare che Mamma Rai – non sempre un indomito baluardo di coraggio e d’indipendenza – ora possa “accollarsi” un tale bagaglio di strascichi d’indagini legate a mafia e politica riaccogliendo il buon Giletti fra le sue braccia. Staremo a vedere.