Olimpiadi, la Rai vince l’oro del ridicolo: 71 inviati a Tokyo, ma va in onda Avellino-Napoli del 1986

A Tokyo 2020 la Rai si è senz’altro aggiudicata la medaglia d’oro del ridicolo. Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, denunciava mesi fa come nella Capitale giapponese, per le Olimpiadi, la Tv di Stato avesse disposto d’inviare ben 71 giornalisti, senza contare fonici, operatori, tecnici, elettricisti e così via. Ma l’invio di tale delegazione “monstre” a spese del canone non fa altro che stridere con la criticatissima organizzazione della copertura televisiva, con la rinuncia degli ex vertici alle dirette streaming su RaiPlay (guadagnandosi un’interrogazione unanime della Commissione di Vigilanza) e con svarioni degni di una farsa (peccato non ci sia nulla da ridere, perché pagano gli italiani).

Indimenticabili le immagini televisive del doppio di tennis Croazia-USA trasmesse da Rai2 (unico canale televisivo Rai “olimpico”), commentate però per un tempo interminabile dall’audio del singolo Djokovic-Nishikori; e che dire della diretta “bucata” del bronzo al pesista Mirko Zanni, così come quella della finale dei 10.000 metri maschili o delle qualificazioni dei 100 metri, gare emblematiche delle Olimpiadi? Ma le assurdità commesse e i disservizi, per dirla con Michele Anzaldi, pedissequamente criticati dagli utenti sui social, sono stati tantissimi.

Ciliegina sulla torta, come segnalato da Globalist, mentre a Tokyo si svolgono le Olimpiadi con – ribadiamo – 71 giornalisti inviati in loco a spese nostre, ecco che su RaiSport il servizio pubblico (?) decide di mandare in onda la replica della partita Avellino-Napoli trasmessa il 27 aprile 1986. Quindi non soltanto i telespettatori che pagano il canone sono penalizzati e costretti a seguire Tokyo 2020 con il singhiozzo, ma il canale sportivo della Rai trasmette una replica di 35 anni fa. Che senso ha? Quale può essere lo share di una simile messa in onda, si domanda giustamente Globalist? Chi fa i palinsesti a RaiSport? Ridicolo, veramente ridicolo. Oltre che offensivo per l’intelligenza dei telespettatori e per il loro portafoglio.

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