Pubblicità. Tar boccia la Rai. Anzaldi: “I dirigenti e non i cittadini paghino spese legali”

Anzaldi pubblicità dumping Rai
Michele Anzaldi, Segretario della Vigilanza Rai

La vicenda in breve. Nel febbraio 2020, l’Agcom ha accertato la violazione da parte della Rai del Contratto di Servizio, contestando che i suoi listini pubblicitari non avevano alcuna rispondenza con i prezzi effettivamente praticati, ordinando l’eliminazione dell’infrazione e imponendo una serie di adempimenti. La Rai, a tutta risposta, ha fatto ricorso al Tar contro la disamina dell’Agcom, ma il Tar ha bocciato il ricorso dando ragione all’Autorità per la Garanzia delle Comunicazioni.

La sentenza del Tribunale Amministrativo è stata commentata dal Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv). “Il Tar boccia la Rai” scrive su Facebook l’On. di Italia Viva, “la delibera con la quale l’Agcom ha sanzionato il servizio pubblico per dumping pubblicitario è pienamente legittima, così come erano legittimi i rilievi mossi sulla questione dalla commissione di Vigilanza Rai.

“In un paese normale, se l’autorità di garanzia sanziona l’azienda pubblica perché la coglie in fallo, l’azienda pubblica chiede scusa e subito torna a rispettare pienamente le regole. La Rai, invece, ha addirittura contestato l’arbitro ed ha perso. Ora sarebbe lecito attendersi le dimissioni di qualcuno in Rai, ma sarebbe lecito anche attendersi che le spese legali di questo inutile ricorso le pagassero di tasca propria i dirigenti che hanno deciso di ricorrere”.

E’ inaccettabile che i soldi del canone dei cittadini – ha concluso Anzaldi – vengano sprecati in questo modo, addirittura per fare ricorso contro l’autorità di garanzia. Credo che ricorsi del genere debbano essere proibiti al servizio pubblico”.

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