di Marco Zonetti 🖋️
Grosso guaio, non a Chinatown, ma in Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, dov’è stato (per ora) accantonato un disegno di legge che prevedeva la “ratifica ed esecuzione del Protocollo emendativo dell’Accordo di collaborazione in materia radiotelevisiva fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di San Marino”, con un progressivo finanziamento da destinarsi alla televisione San Marino RTV di quasi cinque milioni di euro annui fino al 2021. Precisamente le cifre sono “nella misura di” quattro milioni e 898 mila per il 2021; quattro milioni e 492 mila per il 2022; quattro milioni e 530 mila per il 2023; quattro milioni e 581 mila per il 2024, quattro milioni e 648 mila per il 2025; quattro milioni 718mila a decorrere dall’anno 2026. Tutto a carico nostro, ovviamente.
Il Disegno di Legge, presentato dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio (M5s) in intesa con Il Ministero dell’Economia e con il Ministero dello Sviluppo Economico, invitava per l’appunto il Parlamento a ratificare diversi emendamenti al suddetto protocollo di collaborazione fra Italia e San Marino, stretto nel marzo 2008 ed entrato in vigore nel dicembre 2015, rideterminando esponenzialmente – vedi cifre di cui sopra – “l’importo della somma forfettaria annuale per gli oneri derivanti dall’attuazione dell’Accordo”.
E tuttavia, in sede di Commissione Cultura alla Camera, dopo il discorso del relatore Emilio Carelli, ex 5 Stelle ora nelle file di Coraggio Italia, vari deputati hanno sollevato le proprie obiezioni. In prima battuta Michele Anzaldi di Italia Viva, quindi Daniele Belotti della Lega, poi Luigi Casciello di Forza Italia. A quel punto, l’Onorevole Carelli, sostenuto anche dal deputato Manuel Tuzi (M5s) e dalla dem Rosa Maria Di Giorgi, ha proposto di accantonare il parere, linea di condotta alla quale la commissione ha accondisceso praticamente all’unanimità. Ma, com’è ovvio, si tratta di uno stop temporaneo. Come avviene in tutti gli horror che si rispettino, occultare un cadavere non significa che esso non tornerà in superficie prima o poi… Questo per dire che è solo questione di tempo prima che la patata bollente torni a galla.
L’accordo con San Marino per quanto riguarda RTV è una vexata quaestio sollevata spesso in questi anni visti i costi (e le perdite) che per investono per esempio la Rai, la quale ne detiene il 50% del capitale sociale. Ultimamente sulla vicenda era tornato il Tg satirico di Antonio Ricci Striscia la Notizia, con Pinuccio di Rai Scoglio 24 che, intervistando il Segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi, aveva portato alla luce l’entità degli emolumenti del Direttore di San Marino RTV – al momento il già Direttore di Rai2 Ludovico Di Meo in quota Fratelli d’Italia. «A San Marino c’è un direttore generale, pagato sempre dalla Rai, con un super stipendio da 240 mila euro. C’è la gara per andare lì: non fai niente, ti riposi, fai la carriera da direttore, ti pagano la casa e i viaggi» aveva commentato il Deputato di Italia Viva. E chi paga? il cittadino, ovviamente.