Quirinale: Belloni, prima donna Presidente del Consiglio con Draghi al Colle?

Elisabetta Belloni e Mario Draghi

di Marco Zonetti 🖋️

Arrivato il giorno fatidico della votazione per il Quirinale, la confusione nei palazzi del potere regna sempre sovrana. L’unica certezza è, per quanto riguarda molti parlamentari, la paura delle elezioni anticipate se Mario Draghi dovesse andare al Colle o se, ancor peggio, la mancata convergenza delle forze politiche su un nome condiviso portasse alla tempesta perfetta, ovvero l’ex Presidente della BCE fuori dai giochi della Presidenza della Repubblica e l’effettiva disgregazione della maggioranza che lo sostiene a Palazzo Chigi, e quindi – di fatto – la rovinosa caduta dell’esecutivo, per giunta mentre si tenta piano piano di superare la recrudescenza del Covid-19 e il dilagare della variante Omicron.

Se, nella politica italiana, vale il detto: “meglio una poltrona oggi, che due domani occupate da altri”, ecco che molte forze politiche, in primis il M5s, al momento maggioranza relativa in Parlamento ma lanciato verso un possibile prossimo flop elettorale di dimensioni imprevedibili. Impauriti dalla sicura perdita di peso nelle istituzioni (dopo aver già perduto Roma e Torino alle amministrative dell’ottobre scorso), i grillini si augurano con tutto il cuore che, per magia, Draghi resti a Palazzo Chigi, trovando al tempo stesso una soluzione per il Colle.

O, nel caso in cui egli andasse a sostituire Sergio Mattarella, si riuscisse a pervenire a un accordo di legislatura fino al 2023, con un deus ex machina a capo del Governo. Di fatto, con la rinuncia di Silvio Berlusconi, è Matteo Salvini ad avere in mano la palla e il suo desiderio di tornare a capo del Ministero dell’Interno non è certo un segreto. Le elezioni anticipate, tuttavia, potrebbero consolidare alle urne il sorpasso dell’alleata Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia sulla Lega, quindi il leader del Carroccio è obbligato a frenare le proprie ambizioni e andarci con i piedi di piombo. Il colpaccio di Salvini sarebbe dunque quello di raggiungere un accordo che gli permetta di tornare al Viminale al posto di Luciana Larmorgese (con Draghi Premier o meno) e al tempo stesso trovare una soluzione che blindi la legislatura fino al 2023 risolvendo parallelamente la questione del Quirinale (con Draghi al Colle o meno).

Parallelamente alle mire di Salvini, il Partito Democratico è teso a scongiurare in ogni modo il ritorno del leader della Lega al Viminale, volendo impedire che egli detenga la carica di Ministro dell’Interno, con tutta la propaganda del caso, al momento delle elezioni che sulla carta dovrebbero – almeno secondo la situazione contingente – essere vinte dal Centrodestra. Da qui le avvisaglie di distensione con l’arcinemico Matteo Renzi di Italia Viva, i cui preziosissimi voti, come segnala il politologo Roberto D’Alimonte, sono di fatto determinanti al fine di rafforzare lo schieramento di Centrosinistra nella votazione per il Presidente della Repubblica.

Accanto ai nomi pensati dal Centrodestra per il Colle, quali Marcello Pera, Elisabetta Casellati o Letizia Moratti, l’auspicata soluzione di cui sopra potrebbe essere incarnata dalla diplomatica romana Elisabetta Belloni, nominata qualche mese fa proprio da Draghi alla direzione del Dis, il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza. Già prima donna segretario generale del ministero degli Affari Esteri, nel corso della sua carriera ha ricoperto vari incarichi nelle ambasciate italiane e in seno alle rappresentanze permanenti a Vienna e a Bratislava. Dal 2004 al 2008 ha diretto l’Unità di Crisi della Farnesina, diventando poi direttore generale della cooperazione allo sviluppo dello stesso ministero. Nel 2015, già ambasciatrice, ha assunto la carica di capo di gabinetto del ministero degli Esteri presieduto da Paolo Gentiloni.

Nel 2018, Belloni era già stata considerata da Sergio Mattarella per Palazzo Chigi, e ora il suo nome si è affiancato a quello di Marta Cartabia quale papabile capo dell’esecutivo o, in alternativa, come inquilina del Quirinale. Belloni gode di un consenso trasversale, perché piace a Giancarlo Giorgetti e a Luigi Di Maio e, per giunta, con la pressione dell’opinione pubblica che vorrebbe una donna a capo dell’esecutivo, o dello stesso Quirinale, la sua figura potrebbe essere l’ideale per una delle due cariche. Unico problema, la sua provenienza dai servizi segreti, che potrebbe essere un ostacolo sia per Palazzo Chigi sia per il Colle, come rileva Tommaso Ciriaco sulla Repubblica.

Fermo restando che, per Bruxelles, se Draghi restasse a Palazzo Chigi (e gestisse di persona fondi e Pnrr) sarebbe la soluzione migliore, l’opzione Belloni, a capo dell’esecutivo o al Quirinale, sarà dunque spendibile per rendere tutti “felici e contenti” e soprattutto mantenere sulle poltrone una pletora di “peones” senza né arte né parte (partendo dal presupposto per esempio che il Gruppo Misto è il quarto gruppo per dimensioni in Parlamento), che vedono le elezioni (a maggior ragione anticipate) come una sciagura da evitare con ogni mezzo? Vedremo.

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