Rai a rischio licenziamenti. Anzaldi: “Situazione molto preoccupante”

Rai Salini rischio licenziamenti
Fabrizio Salini (Ad Rai)

L’On. Michele Anzaldi (Italia Viva), Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, è molto preoccupato. Si sono avverati di fatto i timori che egli esprime da due anni a questa parte, fin dall’insediamento cioè dell’Esecutivo Lega-M5s a Viale Mazzini (assetto mai cambiato malgrado ora i grillini governino con il Pd).

Commissione di Vigilanza Rai ignorata

L’Amministratore Delegato Rai Fabrizio Salini ha inviato alla Commissione di Vigilanza una inquietante relazione sulla situazione del mercato pubblicitario. O, meglio, l’ha “fatta recapitare” alla stampa prima che ai parlamentari. Un fatto piuttosto peculiare, oltre che gravissimo. L’On. Anzaldi su Facebook chiama in causa il Presidente della Commissione di Vigilanza Alberto Barachini affinché egli chieda subito spiegazioni ai vertici dell’azienda. “Inaccettabile” tuona Anzaldi, “che la commissione parlamentare deputata a vigilare sulla Rai sia continuamente ignorata dall’azienda”.

Quindi entra nel vivo della questione. “La relazione peraltro presenta informazioni molto preoccupanti: durante il pieno della pandemia, quando gli ascolti televisivi sono inevitabilmente schizzati in alto, la Rai è riuscita addirittura a perdere quote di share, in particolare nelle tv generaliste che nel complesso calano del 2%. A crescere sono stati solo i canali specializzati, +1,7%. Canali come Rai Storia e Rai Sport, quelli che l’amministratore delegato Salini intende chiudere”.

Rai: rischio licenziamenti. E Rai Storia non è salva

Per giunta, nella suddetta relazione l’Ad Salini delinea il crollo degli introiti pubblicitari causa Covid-19, non controbilanciato dal canone. Talché potrebbe prospettarsi “una eventuale riduzione del perimetro di attività e/o occupazionale”. Nonché una “riperimetrazione complessiva (anche in termini occupazionali, con le inevitabili ricadute sociali) e con un probabile declino del ruolo centrale che riveste la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo nel sostegno al settore di riferimento oltre ad inevitabili impatti su tutta l’industria italiana culturale e dell’audiovisivo”.

Vieppiù, l’Ad ventila le ipotesi di riduzione dell’offerta editoriale, di rinvio dell’apertura di nuovi canali prevista dal contratto di servizio nonché dell’accorpamento dei canali Rai5 e RaiStoria in un unico canale tematico. Il rischio di chiusura di Rai Storia, di conseguenza, resta ben lungi dall’essere scongiurato. Una catastrofe, insomma.