Qualche settimana fa, intervistato da Radio Radicale, il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi aveva commentato la notizia data da Dagospia sulla decisione del nuovo Ad Rai Carlo Fuortes di ridurre drasticamente la “copertura del prossimo viaggio di Papa Francesco in Ungheria e Slovacchia”. L’On. Anzaldi auspicava che la notizia fosse fondata, poiché si ricollegava, secondo il Deputato, “alla decisione della legislatura precedente sul piano Newsroom in seguito allo scandalo delle superdelegazioni dai costi mostruosi al seguito delle figure istituzionali“.
La notizia era fondatissima ma come poi ricostruiva il sito adginforma.it, tutto era rientrato dopo la protesta dei vaticanisti Rai, preceduta da quella del Cdr del Tg1, responsabile della copertura delle dirette del Santo Padre. Secondo il piano di taglio agli sprechi pensato dall’Ad Fuortes, solo tre inviati (Tg1, Tg3 e RaiNews24) avrebbero dovuto seguire il Pontefice, ma nei comitati di redazione di Viale Mazzini si sono levati gli scudi. Quanto ai presupposti della protesta, qui la lettera integrale dei (dodici!) vaticanisti Rai indirizzata ai vertici dell’azienda, pubblicata in esclusiva da VigilanzaTv.
In un’intervista ad adginforma.it, l’On. Anzaldi ha quindi dichiarato che “La decisione di confermare ben sei inviati per il viaggio del Papa in Ungheria e Slovacchia è davvero un brutto segnale e uno schiaffo alla lotta agli sprechi che contraddice quanto Fuortes aveva annunciato solo pochi giorni fa”. E ancora: “Fuortes si è presentato in Vigilanza dicendo che la Rai rischia di portare i libri in tribunale, a causa della malagestione degli ultimi anni con addirittura 300 milioni di euro di perdite, e poi avalla un palese sperpero come l’invio di questo plotone di inviati e operatori. Sarà interessante vedere se davvero questi sei inviati proporranno servizi con linee editoriali diverse oppure se, come è sempre accaduto, si limiteranno a servizi fotocopia a spese dei contribuenti”.
Secondo il Segretario della Vigilanza Rai, “se un amministratore delegato con pieni poteri non riesce nemmeno a far rispettare una decisione di semplice buonsenso come quella di evitare inutili duplicazioni per una visita papale, allora rischiamo davvero di non fare passi avanti“.
E se il Consigliere di Amministrazione in quota Dipendenti Riccardo Laganà è scettico sulla cura Fuortes per quanto riguarda i tagli annunciati (tanto da essere l’unico ad astenersi in CdA sul piano di revisione del bilancio proposto dall’Ad), preoccupano poi anche le prossime nomine dei nuovi funzionari che andranno a sostituire i bracci destri dell’ex Ad Fabrizio Salini, ovvero il Dg Alberto Matassino e il responsabile della comunicazione Marcello Giannotti. A leggere Il Messaggero, si pensa a Marcello Ciannamea in quota Lega per la carica di Dg Prodotto, mentre per la parte Corporate vi sarebbero tre nomi in lizza: Roberto Sergio, Roberto Nepote e Roberto Ferrara, capo staff dell’ex Ad Salini.
Lo stesso On. Anzaldi, a tal proposito, qualche giorno fa eccepiva con VigilanzaTv riguardo alle cosiddette “risorse interne” da collocare nelle varie poltrone apicali: “Chi sarà a valutare il merito? Gli stessi responsabili nominati dall’ex Ad Salini come il Direttore delle Risorse Umane, vicino a Giampaolo Rossi?”. Allusione a Felice Ventura, un passato in Alleanza Nazionale, in stretti rapporti con l’ex Consigliere di Amministrazione Rossi in quota Fratelli d’Italia (che, durante il suo mandato, veniva peraltro considerato “l’uomo che sussurra a Salini” per il suo stretto rapporto con l’ex Ad). “La valorizzazione delle risorse interne in Rai è efficace soltanto se non viene inficiata dall’ingerenza dei partiti” concludeva l’On. Anzaldi.
Dai nomi che girano invece, sembrano ancora farla da padroni le ingerenze dei partiti e i legami con l’assetto giallo-verde che ha dettato legge per tre anni malgrado l’avvicendarsi di tre governi di colore diverso. Per giunta, a Viale Mazzini, sono molti a commentare che criticare l’ex Ad Salini per i debiti che ha lasciato ed assegnare un qualche incarico a coloro che facevano parte del suo entourage più stretto è un’autentica contraddizione in termini.
Personalmente, poi, ci turba anche la notizia che l’Ad Fuortes sarà presente al Premio Agnes, organizzato dalla Consigliera di Amministrazione Rai in quota Forza Italia (leggi Gianni Letta) Simona Agnes, un riconoscimento che ha in seno vari possibili conflitti d’interesse (da noi denunciati a più riprese), in primis quello del giurato Aurelio Regina, socio della Egon Zehnder che ha vagliato i curricula dei candidati al CdA, fra cui quello della stessa Agnes.
Oltre al fatto che la fondazione che fa capo a quest’ultima, ribadiamo attuale Consigliera di Amministrazione Rai, avrà a breve un programma in onda su Rai2, ovvero il redivivo Check-Up, cosa mai successa prima nella Storia della Tv pubblica. Una nota positiva: dopo la nostra segnalazione sul fatto che il Premio Agnes non vedeva neanche una donna tra i ventuno giurati, nell’edizione 2021 il sesso femminile sarà rappresentato da “ben” cinque esponenti del sesso femminile su ventisei (quattro più la Agnes). Lieti che le nostre segnalazioni abbiano suscitato una benché minima reazione. Ma sulle “amenità” dell’àmbitissimo (e autoreferenzialissimo) Premio Agnes non è certo finita e ci torneremo molto presto.