Rai, Anzaldi: “Disparità su Renzi e Morisi. Nuovi vertici, ma Tg ancora in mano a M5s-Lega”

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Tiziano Renzi e Luca Morisi

Sono cambiati i vertici della Rai, ma non è cambiato nulla nell’informazione pubblica” denuncia l’On. Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai e Deputato di Italia Viva, su Facebook, precisando che: “con i direttori dei Telegiornali nominati dai vertici gialloverdi vigono ancora il mancato rispetto della deontologia giornalistica e l’assenza di reale pluralismo“.

E Michele Anzaldi prosegue: “Può il Governo Draghi stare ancora con la tv dell’era Conte-Lega-M5s, quindi della tv i cui vertici si sono formati quando i responsabili della comunicazione erano Casalino a Palazzo Chigi con Conte e Morisi al Viminale con Salvini? Può il Governo permettersi di mantenere questo sistema dell’informazione gialloverde? Basta vedere cosa è accaduto ieri sera nelle edizioni di prima serata”.

Il Segretario della Vigilanza Rai illustra quindi: “Sul caso Consip il Tg1, l’unico insieme al Tg2 a dedicare un intero servizio alla vicenda (non lo hanno fatto Tg3, Tg4, Tg5, Tg La7), ha totalmente oscurato che per Tiziano Renzi siano caduti ben 3 capi di imputazione su 4, con il rinvio a giudizio solo per l’unica accusa rimasta”. Ma non è finita: “Sul caso Morisi il Tg2 è stato l’unico notiziario a censurare totalmente il dibattito politico che si è aperto a seguito dell’indagine, dando spazio esclusivamente al commento di Salvini e peraltro senza nemmeno mostrarlo in video. Ignorati i commenti di ministri, leader di partito, ex presidenti del Consiglio, parlamentari. Questa è informazione pubblica o disinformazione?”.

L’On. Anzaldi quindi, concludendo, si domanda: “Quanto ancora l’amministratore delegato Fuortes e il Cda presieduto da Marinella Soldi pensano di non fare nulla? Le ragioni che hanno portato alla Delibera Agcom con la multa da 1,5 milioni di euro per assenza di pluralismo non sono state minimamente scalfite dalla sentenza del Tar, che ha eccepito solo questioni procedurali, quindi l’immobilismo dei nuovi vertici è davvero incomprensibile“.

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