Rai. Anzaldi: “Errori continui, sbando totale ma stipendi d’oro”

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Non era ancora finita la bufera per l’epurazione di Nicola Morra da Titolo V su Rai3, che già iniziava il moto d’indignazione per la scelta della Rai di riprogrammare l’intervista a Luca Varani, lo sfregiatore di Lucia Annibali, intervista stigmatizzata dalla stessa vittima. Mettiamoci anche il caso di Giuseppe Sangiovanni, nominato alla direzione della Pubblica Utilità Rai scatenando le ire delle donne democratiche per il suo passato coinvolgimento nella vicenda Vallettopoli, e avremo snocciolato almeno tre magagne Rai scoppiate nel giro di poche ore.

Senza contare, ovviamente, quelle che denunciamo giornalmente, a volte più d’una nella giornata. Il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi, in un articolo sull’Huffington Post, parla proprio di Rai “recidiva”, riferendosi soprattutto all’intervista di Franca Leosini a Luca Varani.

Un’intervista improvvida

“La programmazione di questa intervista” scrive l’On. Anzaldi, “non è stata un fulmine a ciel sereno, ma un’operazione meditata, decisa e vagliata da diversi dirigenti del servizio pubblico. Una decisione presa da giorni e che è stata annunciata con un comunicato ufficiale nella mattina di sabato 21 novembre, senza tenere in alcuna considerazione polemiche e proteste, addirittura del Capo procuratore di Pesaro, in occasione della prima messa in onda nel 2016″.

Michele Anzaldi aveva protestato da giorni sulla scelta improvvida, ma “a 24 ore dalla messa in onda la Rai ancora non si poneva il problema dell’evidente inopportunità di rimandare quell’intervista. A far sentire la sua voce è stata in prima persona la vittima di quell’atroce delitto, Lucia Annibali, ma dalla Rai ancora niente. Poi è intervenuto addirittura un ex presidente del Consiglio, oggi senatore Matteo Renzi. Alla fine la Rai, solo strettamente a ridosso con l’orario di messa in onda (domenica alle 14), ha fatto marcia indietro”.

Un’azienda allo sbando

Un’azienda allo sbando, insomma. L’unica impresa editoriale, tuttavia, “dove ogni decisione passa da decine tra direttori, vice direttori, capi struttura, capi servizio, capi progetto… Ciascuno di loro con stipendi d’oro. L’unica azienda che grazie al canone non ha mai risentito di nessuna crisi, dove fortunatamente non esistono cassa integrazione e contratti di solidarietà (a differenza di tutte le altre testate giornalistiche) ma dove non esiste neanche che i responsabili degli errori, ai massimi livelli, vengano mai individuati e sanzionati”.

Davvero si può pensare di andare avanti così con questa Rai recidiva nel commettere errori su errori, ma con i responsabili blindati e per giunta premiati con stipendi d’oro? “Serve un cambio di rotta immediato” conclude Michele Anzaldi, “i partiti della maggioranza di governo hanno il dovere di assumersi la responsabilità di sfiduciare questi vertici e nominare i nuovi”. Amen.

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