Rai. Anzaldi (Iv): “Lotta al virus pretesto per inscenare un Grande Fratello pro Conte”

Abbiamo fatto emergere qualche tempo fa, in una nostra intervista alla professoressa Sara Bentivegna, docente di Comunicazione Politica all’Università La Sapienza di Roma, come le immagini autoprodotte da Palazzo Chigi e diffuse nei Tg dalla Rai assoggettata a Rocco Casalino, veicolino l’immagine di un Giuseppe Conte solerte e laborioso mentre gli altri leader si azzuffano. Un Conte che pensa soltanto al bene del Paese mentre gli altri lo ostacolano. Una sapiente propaganda in stile Istituto Luce o Minculpop, dunque, sottende alla regia di queste “smanie di protagonismo istituzionale”, come le definisce il costituzionalista Andrea Venanzoni nel suo interessantissimo saggio Ipotesi neofeudale, edito per i tipi di Passaggio al Bosco.

Inusitata propaganda filogovernativa

In un intervento sul quotidiano Il Tempo, l’Onorevole Michele Anzaldi (Iv), Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, ha dal canto suo sottolineato ancora una volta come la Rai abbia ormai abdicato al pluralismo nei suoi spazi di informazione a favore di una propaganda filogovernativa mai vista prima. “La domenica quasi monocolore per il Governo nelle trasmissioni di Rai3 è solo l’ultimo episodio di una grave distorsione ormai diventata consuetudine: il mancato rispetto del pluralismo e del contraddittorio politico nell’informazione del servizio pubblico” scrive l’On. Anzaldi. “La sfilata di ministri e commissari governativi non rappresenta, purtroppo, una novità. Con gli attuali vertici Rai, nominati dal Governo gialloverde e rimasti al loro posto anche con il Governo giallorosso, è stato toccato il punto più basso nella storia della Rai.

l’invasione di Conte

“Lo strabordante spazio riservato al presidente del Consiglio Conte non ha precedenti. La pandemia poteva giustificare la sovraesposizione nelle prime settimane, quando eravamo all’oscuro degli effetti del virus, ma dopo quasi un anno proprio l’epidemia è diventata il pretesto per un’invasione mai vista. A partire dall’interruzione delle edizioni dei telegiornali per trasmettere le conferenze stampa di Conte”.

Lotta al virus utilizzata come pretesto per inscenare Grande Fratello televisivo pro Conte

Il Deputato renziano precisa: “Non era mai successo nella storia con nessun altro presidente del Consiglio. Eppure negli ultimi giorni sono stati varati per due nuovi Dpcm, ma non c’è stata alcuna nessuna conferenza stampa di Palazzo Chigi: è la dimostrazione che gli italiani potevano informarsi comunque sulle misure, senza gli show in prima serata di Palazzo Chigi. A conferma che la lotta al virus è stata utilizzata come pretesto per inscenare un Grande Fratello televisivo per alimentare i like e il consenso personale di Conte. In questo contesto, la Rai è perfettamente complice di Palazzo Chigi”.

Perduto il valore del contraddittorio

“Basti pensare alla questione delle immagini di Conte prodotte direttamente dalla presidenza del Consiglio” prosegue l’On. Anzaldi, “che la Rai trasmette da mesi nei telegiornali, modello Istituto Luce. Oramai si è perso completamente il valore del contraddittorio e di un vero pluralismo nell’informazione. Tutto è iniziato con i diktat del Movimento 5 stelle, che anche quando erano all’opposizione si rifiutavano di accettare confronti con altri esponenti politici. Un rifiuto grave, ma più grave è stato l’atteggiamento delle tv che quel veto hanno deciso di accettare incondizionatamente. Durante la campagna elettorale per il Referendum costituzionale, l’allora premier Matteo Renzi accettò più volte di confrontarsi con altri esponenti politici, lo ha fatto anche da leader di partito lo scorso anno per il faccia a faccia con Salvini“.

Conte e Di Maio non si sono mai confrontati con nessun altro leader

Conte e Di Maio, per citare due esempi del Movimento 5 stelle” continua l’On. Anzaldi, “non si sono mai confrontati con nessun altro leader. Solo monologhi senza contraddittorio. Questa deriva ha creato un danno innanzitutto alla completezza dell’informazione, ma anche alle procedure democratiche e, in ultima battuta, agli stessi ascolti, in calo da anni per quanto riguarda i talk show. Un danno di cui, però, nessuno si occupa. Non l’Ordine dei giornalisti, né il sindacato. Ma soprattutto a non occuparsene è l’Agcom, che dovrebbe vigilare per legge sulla tutela del pluralismo. Il precedente collegio dell’Authority ha avuto il coraggio di affrontare la questione, comminando una multa senza precedenti alla Rai motivata da un’ampia istruttoria. In quel documento veniva ribadito in modo chiaro l’obbligo del contraddittorio, ma la Rai invece di adeguarsi e migliorare ha addirittura fatto ricorso al Tar.”

Agcom non pervenuta

“Ora a quella battaglia dovrebbe dare seguito il nuovo collegio, presieduto da Giacomo Lasorella” conclude il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, “ma a oltre tre mesi dall’insediamento non si ha alcuna notizia dai nuovi commissari. Intanto gli italiani continuano a garantire alla Rai quasi due miliardi di euro di canone all’anno. È comprensibile che molti non vogliano più pagare”.

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