Rai. Anzaldi: “Ritardi di Fico e Casellati prolungano di un altro anno il potere dei peggiori vertici di sempre”

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L’Ad Rai Fabrizio Salini e il Presidente Marcello Foa

Gli osservatori più ottimisti convinti che, con l’insediamento del Governo Draghi, anche in Rai vi sarebbe stato un repentino cambio di passo, si preparino all’ennesima delusione. I vertici in scadenza, già sfiduciati dall’esecutivo precedente nella persona dell’ex Ministro dell’Economia Gualtieri, continueranno infatti a influenzare almeno per un altro anno la programmazione della Tv pubblica, complice un ritardo dei Presidenti delle due Camere.

La denuncia di tutto ciò, che conferma definitivamente fondati timori e cupi vaticini espressi da mesi e mesi, proviene dal Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi, che sull’Huffington Post, illustra la fosca situazione di cui sopra.

“Con la decisione di pubblicare il 31 marzo gli avvisi per il rinnovo del Cda Rai” scrive l’On. Anzaldi, “i presidenti delle Camere Fico e Casellati si assumono la responsabilità di impedire al nuovo amministratore e ai nuovi consiglieri di decidere i palinsesti del prossimo anno“.

E prosegue: “I presidenti hanno così deciso di ignorare la richiesta che il 3 marzo scorso era arrivata dai capigruppo in Vigilanza di quasi tutti i partiti di maggioranza, e hanno ignorato la lettera di sollecito del 5 marzo del presidente della Vigilanza Barachini, inviata su mandato unanime di tutta la commissione. Al presidente Fico avevo scritto anche io una lettera, il primo marzo, con la richiesta di adempiere ed avviare subito la procedura: ignorata anche quella”.

Giudicando “evidente che chi aveva responsabilità ha lavorato male, se non addirittura altro”, il Segretario della Commissione di Vigilanza parla di “occasione persa. Con l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi si sarebbe potuto dare subito un vero segnale di inversione di rotta anche sulla Rai, archiviando una delle stagioni più buie per il servizio pubblico, e invece si è perso tempo”.

Un ritardo che, di fatto, impedisce che “il nuovo Cda si insedi in tempo per poter decidere sulla programmazione di autunno”. Un ritardo che poteva essere scongiurato, se Parlamento e Governo avessero rispettato “in modo rigoroso i tempi e chiedendo alla Rai di fare lo stesso”. Dando modo così., per dirlo con le parole dell’On. Anzaldi: “ai peggiori vertici della storia della Rai di ipotecare per un altro anno la programmazione del servizio pubblico. Un danno pesantissimo all’azienda, all’informazione pubblica, al pluralismo e ai cittadini che pagano il canone”.

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