Rai, Anzaldi: “Tg ancora in mano ai direttori nominati con Casalino-Morisi”

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Luca Morisi e Rocco Casalino (Dagospia)

di Marco Zonetti

I ballottaggi delle elezioni comunali e suppletive si sono appena conclusi lasciando sul campo di battaglia, oltre ai canti trionfali dei vincitori e alle “spoglie” dei vinti, l’eterna questione del mancato pluralismo dell’informazione Rai. Che, come nei romanzi fantapolitici di Robert Harris, sembra fotografare non l’Italia reale bensì quella di un universo parallelo nel quale M5s e Lega sono ancora egemoni e al governo del Paese, e Rocco Casalino e Luca Morisi continuano a dettare legge nella comunicazione istituzionale.

Paradossalmente, infatti, se alle urne i grillini hanno appena riportato una disfatta epocale e il Carroccio ha subìto una pesante battuta d’arresto, perdendo finanche a Varese, città culla della storica Lega Nord, ecco che il Servizio Pubblico pare obbedire ancora all’assetto istituzionale giallo-verde insediatosi a Viale Mazzini nel 2018 con Fabrizio Salini e Marcello Foa, malgrado in questi tre anni si siano avvicendati altri due governi di colore diverso e siano per giunta cambiati anche i vertici del Servizio Pubblico con l’arrivo di Carlo Fuortes e Marinella Soldi.

L’ancora vivo e vegeto predominio “pentaleghista” a Viale Mazzini è palesato dai dati dell’Osservatorio di Pavia che sottolineano come a settembre 2021, nelle edizioni serali dei notiziari, abbiano spadroneggiato Giuseppe Conte e Matteo Salvini come ai tempi dell’idillio tra grillini e Carroccio, superando anche il “tempo di parola” assegnato al Presidente del Consiglio Mario Draghi

Quest’ultimo, per giunta, è stato quasi “snobbato” dal Tg2 diretto da Gennaro Sangiuliano in quota Centrodestra, che nello stesso mese ha offerto alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni il doppio della ribalta mediatica rispetto al Primo Ministro in carica.

Su tali sproporzioni si è espresso il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi che, su Facebook, ha commentato: “La campagna elettorale appena conclusa ha fatto segnare uno dei punti più bassi mai raggiunti dall’informazione del servizio pubblico pagata con il canone di tutti gli italiani: violazioni della Par Condicio, mancato rispetto del pluralismo e della deontologia giornalistica, sistema dell’informazione ancora pienamente inserito nello schema gialloverde Conte-Lega-M5s“.

Precisando che: “Addirittura a settembre, secondo i dati dell’Osservatorio di Pavia, nei tg di prime time i politici con più tempo di parola di tutti sono stati Conte e Salvini, superiori anche al presidente Draghi del 30%. Al Tg2 Giorgia Meloni ha avuto persino il doppio del tempo di Draghi, sebbene il Governo stia lavorando moltissimo al ritmo di due consigli dei Ministri a settimana. Come è possibile che la Rai nominata proprio dal presidente Draghi accetti questa gravissima deriva?“.

Osservatorio di Pavia Tg Rai Conte Salvini Meloni Draghi Tg2
Osservatorio di Pavia Tg Rai Conte Salvini Meloni Draghi Tg2

Michele Anzaldi, quindi, si domanda: “Posso essere io da solo a continuare a denunciare una situazione che non ha precedenti nella storia della Rai? E’ accettabile che in Rai ci siano ancora i direttori nominati durante l’era Casalino-Morisi? Ieri sera il Tg1 delle 20 ha dedicato un surreale servizio al Movimento 5 stelle di Conte: scomparso dalle grandi città, sconfitto ovunque, dove governava non è arrivato neanche al ballottaggio, ma secondo il servizio del Tg1 avrebbe addirittura “contribuito alla vittoria” e “confermato i sindaci uscenti”. Siamo all’ennesimo episodio di ribaltamento della realtà, una disinformazione imbarazzante“.

Uno sfasamento dalla realtà che influisce anche sui dati di ascolto degli spazi di approfondimento Rai. Commenta infatti ancora l’On. Anzaldi: “Le conseguenze del totale decadimento della qualità dell’informazione del servizio pubblico le si sono viste ieri in prima serata, nella sera dei risultati dei ballottaggi: la Rai con lo speciale Tg2 Post è arrivata ultima per ascolti con il 2,7% di share, superata e quasi doppiata dagli speciali di Canale 5 (4,9%) e La7 (3,1%). E’ lo stesso Tg2 che nell’ultimo giorno di campagna elettorale, venerdì scorso, è stato teatro di una palese violazione della Par Condicio in favore del candidato di destra a Roma Michetti, con il totale oscuramento della chiusura della campagna di Gualtieri: violazione che ho denunciato all’Agcom con un esposto e sulla quale mi auguro arrivi al più presto l’intervento dell’Authority”.

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