Rai, Anzaldi: “Tv pubblica sia riferimento nella lotta alla violenza sulle donne”

Violenza sulle donne femminicidio
Anzaldi Rai

Il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv) ha pubblicato sull’Huffington Post una lettera che ha inviato alla presidente del Cda Rai Marinella Soldi e all’Amministratore delegato Carlo Fuortes, “alla luce del drammatico susseguirsi di femminicidi nel nostro Paese”. Questo perché, secondo il Deputato di Italia Viva, “la Rai servizio pubblico potrebbe avere un ruolo di grande rilievo nella lotta contro la violenza sulle donne, magari realizzando una trasmissione ad hoc“. Di seguito, la lettera dell’On. Anzaldi ai vertici Rai.

 

Gentile presidente, gentile amministratore delegato, 

dall’inizio del 2021 i femminicidi in Italia hanno raggiunto la tragica cifra di 84 vittime. Solo nell’ultima settimana abbiamo assistito a ben 7 omicidi di donne in 7 giorni. A questi terribili numeri, vanno aggiunti quelli delle violenze quotidiane che tante donne subiscono, con la conseguenza spesso di finire in ospedale. Una piaga che, purtroppo, non si riesce a debellare. 

Nel campo della prevenzione e della protezione delle donne minacciate, però, un aiuto importante lo possono dare i mezzi di comunicazione, tenendo i riflettori accesi e vigilando, attraverso l’informazione, su questo grave fenomeno. 

Mi permetto, quindi, di avanzare una proposta. Il servizio pubblico potrebbe avere un ruolo d’avanguardia se decidesse di rafforzare ancora di più l’informazione sulla violenza contro le donne realizzando, per la prima volta nella storia della tv, una trasmissione dedicata esclusivamente alla tutela delle donne che hanno subito violenza e potrebbero subirne ancora

Quante volte trasmissioni come Chi l’ha visto, Striscia la Notizia, Le Iene hanno acceso i riflettori su casi emblematici di mafia, disastri ambientali, corruzione, truffe, delitti e, in questo modo, hanno creato una “cintura di sicurezza” mediatica intorno alle vittime? 

Ecco, la Rai potrebbe valutare di dedicare uno spazio settimanale fisso proprio come strumento di denuncia e protezione per le donne che si sentono minacciate dalla violenza maschile. 

Potrebbe essere un contributo di grande rilievo per aiutare a combattere la brutale ferocia di chi usa la violenza fisica e psicologica nel rapportarsi alle donne. Il servizio pubblico potrebbe così diventare una sorta di pungolo anche per snellire e accelerare la burocrazia e la giustizia, dove spesso i tempi sono lunghi e c’è il rischio che ritardi e rinvii impediscano di arrivare in tempo. 

La roposta dell’On. Anzaldi è stata accolta favorevolmente dalla Senatrice Laura Garavini, Vicecapogruppo vicaria di Italia Viva-Psi, che ha dichiarato: “Il femminicidio e la violenza contro le donne rimangono fenomeni ancora oggi troppo diffusi. Perché in parte possono contare anche sulla connivenza di chi continua a chiudere un occhio”. Precisando quindi: “Ecco perché la proposta del collega di Italia Viva Michele Anzaldi di una trasmissione appositamente dedicata al tema sulla tv di Stato può servire come leva per andare a incidere sull’opinione pubblica di massa. Innescando la condanna da parte della collettività. L’auspicio è che la Rai accolga questa idea. Questo vuol dire fare servizio pubblico”.

Abbiamo dunque chiesto al Segretario della Vigilanza Rai Anzaldi che cosa intenda nello specifico per “pungolo” riferito al servizio pubblico radiotelevisivo, e l’On. Anzaldi ci ha risposto: “Intendo uno stimolo basato sulla trasparenza e la comunicazione, così da far sapere, ai telespettatori del programma di cui propongo la messa in onda, quando viene formalizzata la denuncia, quanto tempo passa prima che chi di dovere si muova, chi si muove e chi non si muove, quali sono le reazioni, e così via”.

E ancora: “Si parla di tematiche delicate, e anche quando funziona la macchina burocratica legislativa, in alcuni frangenti è troppo lenta. Prendiamo il caso di oggi pubblicato sul Messaggero: lo stalker di Lucia Annibali scovato grazie a un gran lavoro della polizia postale a cui vanno fatti complimenti. Ma il caso della collega deputata Annibali è ben lungi dall’essere risolto, visto che il procedimento è fissato per il 5 luglio prossimo, fra ben dieci mesi. Una vita, insomma. Con una persona violenta a piede libero e una donna vittima di minacce che ha già alle spalle un passato di violenza inenarrabile della quale porta ancora addosso le conseguenze”.

“Qui non si tratta di una querela per una lite a un’assemblea di condominio su un parcheggio” ci fice ancora l’On. Anzaldi. “Qui si tratta di tematiche delicate che dovrebbero prevedere procedimenti e risoluzioni quanto più rapidi. Per questo un programma Rai ad hoc sarebbe utile ad accendere i riflettori sui vari casi, creando una sorta di protezione mediatica attorno alle vittime abusate e minacciate, in attesa che si pronunci la giustizia, come accade per esempio per i reati mafiosi denunciati in televisione. Sperando che ciò avvenga celermente, com’è ovvio”.

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