Continuano le polemiche interne ed esterne alla Rai dopo la lettera dell’Ad Fabrizio Salini alla Commissione di Vigilanza (ma prima fatta pervenire alla stampa). Nella lettera, il vertice Rai lamentava perdite e conti in rosso (non è una novità) e avanzava l’ipotesi di eventuali licenziamenti.
L’opposizione di Rita Borioni e Riccardo Laganà
Una prospettiva che i consiglieri di amministrazione Rita Borioni (Pd) e Riccardo Laganà (Dipendenti) respingono al mittente con forza. Leggiamo in una nota congiunta: “Abbiamo appreso solo ieri sera dell’esistenza della lettera inviata dall’Ad alla Commissione di Vigilanza in cui abbiamo trovato rielaborati e sintetizzati dati e ipotesi riferiti nel corso del CdA del 14 ottobre scorso. Di ipotesi e simulazioni, ci è stato detto in più occasioni dall’ad, si trattava“.
Licenziamenti e cassa integrazione irricevibili
Quindi i due consiglieri precisano: “In ogni occasione, in CdA, pubblicamente e attraverso richieste formali ai vertici, abbiamo sempre ribadito che, sebbene il personale sia una voce di costo importante (e non potrebbe essere altrimenti per la maggiore industria culturale e creativa del paese), è proprio nei momenti di crisi che occorre fare investimenti per mantenere il perimetro industriale e culturale di Rai se si vuole far fronte correttamente a tutti gli obblighi contenuti nel contratto di servizio. Riteniamo pertanto irricevibile qualsiasi forma di cassa integrazione, licenziamenti o riduzione del perimetro aziendale in genere. Purtroppo anche esodi incentivati sarebbero un costo per Rai non dando, peraltro benefici immediati e determinanti a far tornare l’indebitamento in un corridoio di sostenibilità. La società di revisione con l’avallo di tutte le direzioni coinvolte lo ha detto chiaramente”.
Rita Borioni e Riccardo Lagana proseguono: “Alla luce dei numeri che abbiamo a disposizione, nessun intervento metterà i conti dell’azienda in ordine per il periodo 21-22. I dipendenti di questa azienda pagano da anni le crisi provocate da un management inadeguato. Per questo ci dissociamo da qualsiasi azione in questo senso. Ci sono comparti produttivi in grave crisi di personale e questo, sommato ai problemi provocati dalla pandemia, sta mettendo a rischio addirittura la regolare messa in onda dei programmi“.
Costi difficilmente comprimibili
“La Rai ha le sedi regionali, centri di produzione nelle principali città, costi fissi difficilmente comprimibili senza un detrimento qualitativo del prodotto e senza ricorrere ad un aumento degli appalti. Si dimostri dunque di ottimizzare ancora di più i costi editoriali sul sopra la linea: taglio del numero e costo contratti di esclusiva, riduzione ulteriori del numero e dei compensi per i contratti più onerosi, produzione interna di format propri tramite ‘direzione nuovi format’, ottimizzazioni dei costi di rete e riduzione del numero dei vicedirettori. Molto altro si può fare anche con ulteriori sacrifici ma come CdA siamo chiamati a dimostrare con onestà e trasparenza che abbiamo fatto davvero tutto per mantenere in salute il servizio pubblico Rai in prospettiva della scadenza della concessione prevista per il 2027.”