Rai, Celli: “Fuortes non riceve i politici a Viale Mazzini: va lui da loro”

Carlo Fuortes, Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Goffredo Bettini

di Marco Zonetti

Quando, qualche settimana fa, l’Ad Carlo Fuortes rilasciò una (non) intervista al quotidiano La Repubblica sostenendo categoricamente che “la politica non bussa alla sua porta”, il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi commentò con VigilanzaTv : “Ci credo che i politici non si fanno sentire. Basti leggere i soliti nomi che si fanno per la guida dei Tg in scadenza, o che al timone del Tg2 è del tutto probabile la riconferma di Gennaro Sangiuliano, o che addirittura questi possa spostarsi al Tg1, per renderci conto dell’inutilità di eventuali chiamate dai palazzi del potere. Le attuali poltrone con relative quote politiche vengono di fatto mantenute: a che pro qualcuno dovrebbe eccepire e perdere tempo a bussare alle porte dell’Ad Rai?“.

Qualche giorno dopo le dichiarazioni di Fuortes, Dagospia pubblicò due indiscrezioni – mai smentite – secondo le quali l’Ad Rai aveva incontrato il leader del Carroccio Matteo Salvini per poi essere in seguito avvistato alla Farnesina in visita al Ministro degli Esteri grillino Luigi Di Maio. VigilanzaTv quindi annunciò in anteprima che Fuortes era presente alla festa del deus ex machina del Pd Goffredo Bettini; notizia suffragata il giorno successivo da articoli di stampa corredati da fotografie che ritraevano il vertice della Rai in allegra conversazione con Giuseppe Conte allo stesso party. Al quale erano presenti molti esponenti di spicco del Pd, fra i quali i Ministri Andrea Orlando e Dario Franceschini, Peppe Provenzano, Il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Nonché il trasversale Gianni Letta.

Insomma, concludemmo noi: per essere uno che si vanta che la politica non bussi alla sua porta, il buon Fuortes pare frequentarla piuttosto assiduamente. Conclusione alla quale è giunto anche Pierluigi Celli, sociologo del lavoro ed ex Direttore Generale della Rai dal 1998 al 2001. Intervistato per Il Riformista da Aldo Torchiaro il quale gli ricorda che l’Amministratore Delegato della Tv pubblica ha detto di non ricevere politici a Viale Mazzini, Celli commenta: “Perché va lui da loro. Da Salvini, da Di Maio, poi a casa di Bettini. Forse sarebbe stato meglio non dire niente”.

E sottolineando che un tempo la lottizzazione in Rai era “chiara, dichiarata e rispettata (Rai1 alla Dc, Rai2 al Psi, Rai3 al Pci)”, e che invece oggi “tutti mettono le mani” ed “è più difficile regolarsi”, per giunta “quando si nasconde la mano”, Celli chiosa: “Fuortes che aveva dichiarato di non prendere ordini da nessuno, poi lo vediamo ogni giorno con un politico diverso”.

In tal senso, Celli stronca anche la suddivisione in superdirezioni di genere. “È una divisione esistente in molti paesi europei che sarebbe anche schematicamente razionale. Ma uno voluto da una parte, uno dall’altra, i manager della Rai rischiano di farsi guerre di posizione piuttosto che gioco di squadra. Oggi vedo più persone preoccupate di fare servizio ai partiti che servizio pubblico“.

L’Adnkronos ha intanto annunciato che oggi, martedì 9 ottobre 2021, in sede di CdA Rai si discuteranno i palinsesti televisivi invernali (gennaio-marzo), mentre pare che le attese nomine dei direttori di Tg1, Tg2, Tg3 e RaiSport in scadenza saranno nuovamente rimandate a data da destinarsi. E questo malgrado, come fa notare instancabilmente il Segretario della Vigilanza Anzaldi, l’informazione Rai rispecchi a tutt’oggi l’assetto giallo-verde del 2018 e Rai3 si sia trasformata qualche settimana fa in un’autentica convention di Giuseppe Conte con Lucia Annunziata che lo chiama “Premier”. Ma del resto torniamo sempre al punto di partenza: per quale motivo la politica dovrebbe bussare alla porta del vertice Rai, se a Viale Mazzini è di fatto l’incontrastata padrona di casa?

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