di Marco Zonetti
Con Roberto Gualtieri candidato sindaco del Partito Democratico giunto al ballottaggio nelle elezioni comunali di Roma previsto per il 17 e 18 ottobre prossimi, si è aperto uno scenario interessante anche a Viale Mazzini.
Già perché, nel caso di vittoria di Gualtieri, per la carica di Vicesindaco si parla di Francesca Bria, attualmente Consigliera di Amministrazione Rai in quota dem, sul cui “immobilismo” sono sorti dei mugugni in seno al Partito Democratico. Non hanno certo fatto piacere, per giunta, i passati endorsement sfegatati della Bria al M5s su Facebook, riesumati da VigilanzaTv e Dagospia e aspramente criticati dal Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi, nei quali la papabile Vicesindaco dem della Capitale appoggiava a spada tratta Virginia Raggi, invitava a votare No al referendum costituzionale del dicembre 2016 indetto dal Pd di Matteo Renzi, condividendo gli attacchi a quest’ultimo, a Maria Elena Boschi e allo stesso Partito Democratico lanciati da Beppe Grillo e dagli esponenti pentastellati fra cui Davide Barillari (allora grillino e non ancora accanito no vax).
Trascorsi ultragrillini a parte, se la Bria dovesse davvero andare a far parte della squadra di Gualtieri al Campidoglio, dovrebbe rinunciare necessariamente alla carica di Consigliera Rai scatenando così la guerra per il suo sostituto. Logica vorrebbe che, essendo lei in quota Pd, lasciasse il posto a un altro dem, ma la norma non prevede che la carica di consigliere di amministrazione Rai sia espressa necessariamente da questo o quel partito, poiché la lottizzazione – com’è ovvio – non è regolata esplicitamente dalla Legge. L’unico vincolo impone che, essendo la Bria stata votata dalla Camera dei Deputati, sia Montecitorio a eleggere chi andrà a sostituirla.
A questo punto, Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia che hanno pianto e deplorato la defenestrazione del loro uomo Giampaolo Rossi dal CdA per lasciare il posto a Simona Agnes in quota Forza Italia, potrebbero reclamare la poltrona lasciata vacante dalla Bria. Finendo ovviamente per scontrarsi con il Pd, ringalluzzito dopo l’ottimo risultato delle comunali e suppletive; risultato che, con una vittoria di Gualtieri al ballottaggio romano, sarebbe ancor più schiacciante.
Essendo l’Ad Rai Carlo Fuortes e la Presidente Marinella Soldi dati in quota Centrosinistra, eventuali rivendicazioni del Pd in Consiglio di Amministrazione Rai potrebbero incontrare le ferree obiezioni del Centrodestra, sostenute anche dalla realtà inconfutabile che al momento in CdA l’opposizione (leggi Fratelli d’Italia, forte di un cospicuo consenso nel Paese) non è rappresentata.
Il Centrodestra, inoltre, potrebbe tentare di rivalersi a Viale Mazzini della batosta elettorale subìta per mano del Pd, impegnandosi con diligenza per togliergli la poltrona in CdA. A meno che, tuttavia, Forza Italia e Lega non vogliano tenere la pericolosa alleata Meloni fuori dai giochi almeno in Rai (come hanno già fatto escludendo Rossi), dinamica che innescherebbe un ulteriore conflitto, tutto interno al Centrodestra.
In attesa del responso del ballottaggio a Roma, intorno all’apparente sonnacchioso CdA Rai di fatto silenziato dalle “teAtragone” direttive dell’Ad Fuortes che limitano la comunicazione all’esterno da parte dei Consiglieri, regna la classica fibrillante quiete che precede lo scoppio di una guerra all’ultimo sangue.