Rai, dirigente licenziato dopo aver accusato di falso i vertici. Interrogazione del Pd in Vigilanza

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Nicola Sinisi, ex Direttore Canone e Beni artistici Rai

Il giallo di Nicola Sinisi, ex Direttore Canone e Beni artistici della Rai, finito sotto inchiesta e licenziato dal nuovo Amministratore Delegato Carlo Fuortes, si arricchisce di un nuovo tassello. Sinisi, grande accusatore dei vertici Rai in Commissione di Vigilanza era stato prima sollevato dall’incarico e sospeso con “effetto immediato” vedendosi negare l’accesso a ogni ufficio, da Viale Mazzini a Saxa Rubra, disabilitare il pass e bloccare lo stipendio (234.062 euro lordi). Poi, qualche giorno fa, il licenziamento effettivo.

I commissari del Pd in Vigilanza Rai Andrea Romano, Valeria Fedeli, Michele Bordo e Francesco Verducci hanno depositato al riguardo un’interrogazione riassumendo alla nuova Presidente Marinella Soldi e al nuovo Ad Fuortes la vicenda di Sinisi, rammentando ai nuovi vertici la sua audizione del 22 giugno scorso in Commissione. Informandoli inoltre che, due giorni più tardi, la Vigilanza aveva ricevuto dal Sinisi copia di una lettera inviata dal dirigente ai vertici Rai in data 16 marzo 2021 in cui egli già circostanziava le affermazioni poi rese pubbliche in Vigilanza. Con l’interrogazione il gruppo Pd chiede di sapere “se i nuovi vertici della Rai siano a conoscenza di questi fatti e come ritengano di procedere in merito”.

Le dichiarazioni rilasciate da Nicola Sinisi in Commissione di Vigilanza il 22 giugno sono registrate nel video qui sotto tratto dall’audizione e pubblicato dal Segretario Michele Anzaldi (Iv) a corredo di un suo post.

Rispondendo all’Onorevole Massimiliano Capitanio (Lega) riguardo al presepe laico commissionato dalla Rai, pagato ma mai esposto (come aveva scoperto Pinuccio di Striscia la Notizia), Sinisi aveva lanciato una bomba: “Lei presentò un’interrogazione. Ho mandato, rispetto all’istruttoria interna, cinque volumi di documentazioni cartacee. Di mail partite verso tutti gli uffici, amministratori delegati, direttori generali con i consensi e compagnia bella. Per me una cosa è insopportabile. Tu puoi anche cambiare opinione. Puoi persino arrivare a dire che non l’hai autorizzato. Le bugie ci stanno. Ma rispondere ad una interrogazione parlamentare con un chiaro falso per me è una roba inammissibile”.

Parole sconvolgenti, alle quali durante la stessa audizione si aggiungevano quelle relative a un “basista” che negli anni avrebbe agevolato il furto delle opere d’arte in Rai. Parole sulle quali il Presidente della Commissione di Vigilanza Alberto Barachini aveva annunciato una verifica con i vertici Rai. Alle accuse di Sinisi la Rai aveva poi ufficialmente risposto con un laconico comunicato stampa nel quale puntualizzava “di aver riportato nelle proprie interlocuzioni con le istituzioni parlamentari sempre ed esclusivamente fatti veritieri”. Intervistato al riguardo da VigilanzaTv, l’On. Anzaldi aveva annunciato l’intenzione di scrivere al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico inviandogli il frammento video nel quale il Direttore Sinisi formulava le accuse di cui sopra.

Trascorse diverse settimane, Michele Anzaldi continuava tuttavia a lamentare l’inusitata assenza di reazioni da parte di chi di dovere. Sul Messaggero, il Segretario della Vigilanza Rai commentava: “Ciò che ha detto Sinisi sul presepe ma anche sui furti dei quadri, dove ha indicato la presenza di un basista, è di una estrema gravità. Cosa poteva fare di più che una denuncia pubblica? Resto sorpreso per il mancato intervento e per il silenzio da parte del Presidente della Camera Roberto Fico e del Senato Elisabetta Casellati, così come del Mef“.

Intanto, domandandoci se la Rai abbia mai avviato la procedura richiesta nel caso di accuse mosse ai vertici, in presenza delle quali sono chiamati a indagare il Collegio Sindacale e l’Organismo di Vigilanza (l’azienda non ha lasciato trapelare nulla al riguardo), restiamo in attesa di nuovi sviluppi sul caso.