Manca un giorno al voto in Commissione Parlamentare di Vigilanza che domani, mercoledì 21 luglio 2021, dovrà confermare la nomina di Marinella Soldi quale Presidente Rai. Indicata dal Ministro dell’Economia Daniele Franco in concerto con il Presidente del Consiglio Mario Draghi, Soldi deve ottenere la maggioranza dei 2/3 della Commissione, ovvero 27 voti, e per ottenerli è già in atto la spartizione dei “contentini” ai vari partiti.
Fratelli d’Italia, rimasto a bocca asciutta con la non riconferma di Giampaolo Rossi nel CdA Rai, complice il patto Lega-Forza Italia che gli ha preferito Simona Agnes, briga per fargli ottenere una soluzione compensatoria (e di rilievo), magari la nomina a Direttore Generale, una carica che il Carroccio vorrebbe per Marcello Ciannamea. In teoria, essendo due le poltrone relative all’incarico, ovvero Direttore Generale Corporate e Direttore Generale Prodotto, la spartizione potrebbe essere compiuta a puntino, se non fosse per il M5s che, perduto l’Amministratore Delegato Fabrizio Salini sostituito da Carlo Fuortes, vorrebbe infilarvi – secondo l’Adnkronos – Beatrice Coletti, anch’ella non riconfermata in CdA.
Per il resto, in queste ore – per l’appunto – i partiti cercano la “quadra” aspirando a portare a casa il massimo possibile, e dimostrando ancora una volta che la politica – lungi dall’essere uscita dalla Rai con l’avvento del M5s all’ombra del cavallo morente – è ancora ben radicata a Viale Mazzini. Tanto che l’USIGRai parla di una situazione “ormai oltre i livelli di ogni spudoratezza”. E precisa: “Le discussioni intorno alla Rai sono apertamente di distribuzione di posti e poltrone da assegnare ai partiti. Così abbiamo assistito alla protervia dei partiti di maggioranza che hanno voluto fare bottino pieno in CdA. Ad alcuni di loro di ergersi a garanti di altri partiti. E ora siamo alla distribuzione dei posti con compensazioni a suon di nomine e poltrone. Aggravata dallo scambio per assicurarsi i 27 voti necessari in Vigilanza per ratificare la nomina della presidente.”.
E l’esecutivo del sindacato di Viale Mazzini rincara: “Uno spettacolo indecoroso che urla l’urgenza della riforma della Rai. Il nodo è che a farla dovrebbero essere gli stessi che oggi la stanno spolpando come un bottino di guerra. E infatti fino a oggi, tranne qualche eccezione, nessuno si è realmente speso per andare oltre gli slogan e approvarla. Rivolgiamo un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi a dare una indicazione forte e chiara ad avviare oggi stesso il percorso di riforma, affinché si assicuri almeno al prossimo vertice Rai l’indipendenza necessaria a sottrarla a questo scempio che si ripete, in forma sempre peggiore, da decenni”.
E l’USIGRai chiude con un auspicio: “Infine, ci auguriamo che il neo amministratore delegato della Rai sappia scrollarsi di dosso questa camicia di forza partitocratica che è sempre stata l’unico vero ostacolo al cambiamento del servizio pubblico, la garanzia per i conservatori di ogni colore”.