Rai: Fiorello come il Bagaglino, operazione “simpatia” per politici e governi

Fiorello riceva la telefonata di Giorgia Meloni, imitatrice di se stessa, a Viva Rai2!
Fiorello riceva la telefonata di Giorgia Meloni, imitatrice di se stessa, a Viva Rai2!

di Marco Zonetti

“Fiorellowashing”. Questa espressione coniata da Daniele Luttazzi nella sua rubrica sul Fatto Quotidiano riassume icasticamente “l’operazione simpatia” messa in atto da Fiorello nel suo Viva Rai2!, ma in generale in tutti i suoi programmi televisivi o radiofonici del passato.

Spieghiamoci bene. Come illustra Luttazzi nel suo articolo dal titolo Il “Fiorellowashing”, tra pornografia, simpatia e sostegno al governo, il termine nasce da “una sincrasi delle parole Fiorello (il noto showman di destra, simbolo dell’intrattenimento qualunquista) e washing (lavare)”. Il termine “richiama il verbo to whitewash (‘imbiancare’, e quindi per estensione ‘coprire, nascondere’) e “potrebbe pertanto essere reso in italiano con l’espressione ‘darsi una patina di simpatia andando ospite da Fiorello’“.

E ancora: “Come il termine greenwashing denuncia le imprese che, con la crescita dell’attenzione dei consumatori ai temi della tutela dell’ambiente, si danno artatamente un’immagine più ‘verde’, pratica che il pubblicitario Jerry Mander definì ‘ecopornografia’, così il termine Fiorellowashing denuncia i politici reazionari che, con la crescita dell’attenzione degli elettori ai temi dei diritti civili e sociali, si danno artatamente un’immagine più simpatica presentandosi da Fiorello, pratica che potremmo definire ‘pornosimpatia’“.

Il riferimento è al recente intervento di Giorgia Meloni nei panni di una “imitatrice di se stessa” a Viva Rai2! condotto da Fiorello, un siparietto fra la presidente del consiglio e l’artista siciliano legati da una storica amicizia nata ai tempi in cui la prima era baby sitter della figlia del secondo. Tralasciando il piano personale, la partecipazione di Meloni nel programma di Fiorello prefigura una commistione tra politica e intrattenimento (e servizio pubblico) che ricorda quella degli storici spettacoli del Bagaglino di Pier Francesco Pingitore. Spettacoli nei quali politici, ministri, presidenti del Consiglio venivano sapientemente “sdoganati” al grande pubblico, consolidando il cosiddetto pactum subjectionis, ovvero il vincolo che soggioga i cittadini/telespettatori al regime politico-istituzionale, complice nel caso specifico la propaganda televisiva.

Anni fa, in una sua analisi relativa all’occulta propaganda politica messa in atto dal Bagaglino, lo psicoanalista Enrico Pozzi, docente di Psicologia Sociale all’Università di Roma La Sapienza, analizzava che: “Su Rai Uno, nel prime time del sabato sera [lo show Crème Caramel ndr], ha tentato una impossibile sintesi tra ‘carnevale” e ‘festa’, tra eversione comica e adulazione del potere, tra l’esperienza catartica della libertà e la conferma del pactum subjectionis. Per dieci settimane, l’immaginario politico è entrato nell’immaginario sociale in modo massiccio attraverso il veicolo di una rappresentazione antifrastica che lo confermava e consacrava nel momento stesso in cui sembrava deriderlo“.

Con “rappresentazione antifrastica” s’intende una rappresentazione basata sull’antifrasi, figura retorica per la quale il significato di una parola o di una frase risulta opposto a quello che assume normalmente. (Esempio, il commento: “Bel lavoro che hai fatto!” a sottolineare che si tratta invece di un lavoro pessimo).

In parole semplici, il Bagaglino metteva apparentemente alla gogna politici, parlamentari e rappresentanti istituzionali, quando invece in realtà – complice un contesto dissacratorio costellato di stimoli subliminali – finiva per renderli “simpatici” e più graditi al pubblico (e quindi agli elettori). Stessa “operazione simpatia” che, anni fa, mise in atto Fiorello con l’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa attraverso la sua surreale imitazione.

Scriveva ancora Pozzi al riguardo dei “guitti/sosia” dei politici in scena a Crème Caramel: “Regno e re, popolo e sovrano si confondono in una unità inscindibile che il potente spera fondata sull’identico: affinché il sovrano possa comandare a se stesso per comandare al popolo, e il popolo possa credere di obbedire a se stesso quando sta solo ubbidendo al suo sovrano”. Possiamo dunque sostenere che l’imitazione di se stessa da parte di Giorgia Meloni nello spazio televisivo offertole da Fiorello rientra alla perfezione in quest’analisi.

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