Rai, Foa rilanciava complottista condannato. Anzaldi: “Confermata sua inadeguatezza”

Il Presidente Rai Marcello Foa
Il giornalista Marcello Foa, già Presidente Rai

di Marco Zonetti 🖋️

Il 14 dicembre 2012 a Sandy Hook, borgo della città di Newton nel Connecticut (USA), il ventenne Adam Lanza aprì il fuoco in una scuola elementare uccidendo barbaramente ventisette persone, venti delle quali bambini di sei e sette anni, suicidandosi prima dell’arrivo della polizia.

La veridicità della strage fu messa per anni in dubbio dal cospirazionista di Destra Alex Jones, commentatore e conduttore radiofonico nonché fondatore del sito Infowars, secondo il quale il massacro di Sandy Hook era una messa in scena del Governo statunitense. Dieci anni più tardi, Jones è stato condannato da un tribunale di Austin, in Texas, a pagare 4,1 milioni di dollari di risarcimentoai quali si è successivamente aggiunto un ulteriore indennizzo di 45,2 milioni dollari – ai genitori di Jesse Heslin, bimbo di sei anni rimasto ucciso da un proiettile sparatogli in fronte nella strage della scuola elementare, per “i danni morali che Jones ha arrecato alla famiglia, diffondendo informazioni false e diffamatorie sul massacro attraverso il suo giornale online“. 

In tribunale, per giunta, Jones ha ammesso che la carneficina di Sandy Hook era “vera al 100%” dopo che, per dieci anni, si era arricchito inventando assurde teorie riguardo a una fantascientifica cospirazione governativa e, ancor peggio, sul fatto che le famiglie in lutto per i loro bambini assassinati fossero degli “attori prezzolati”.

Alex Jones risarcimento strage Sandy Hook
Alex Jones, fondatore di Infowars – Afp

Alla notizia della condanna del fondatore di Infowars, che potrebbe non essere l’unica visto che sono state presentate numerose altre richieste di risarcimento per le sue fake news , il giornalista del Foglio Luciano Capone ha pubblicato un tweet ricordando che “in Italia c’era uno che rilanciava le bufale di Alex Jones” e che “Lega e M5s l’hanno fatto presidente della Rai”. Ovvero Marcello Foa.

Capone ricorda come, nel 2014, Foa ritwittasse per esempio un articolo di Infowars che liquidava l’abbattimento del volo Malaysia Airlines 17 nell’Ucraina orientale come una false flag – ovvero una “crisi provocata ad arte” per mettere in difficoltà Vladimir Putin. Una a dir poco fantasiosa ricostruzione presto smentita. Ma nell’ottobre 2016, come si legge su Vice.com in un articolo di Leonardo Bianchi, quello che sarebbe poi due anni più tardi divenuto Presidente della Rai rilanciava anche una disamina del sito di Maurizio Blondet basata proprio sulle teorie di Infowars secondo cui John Podesta, già capo di gabinetto del Presidente Usa Bill Clinton, consigliere del Presidente Barack Obama e responsabile della campagna elettorale di Hillary Clinton per le elezioni presidenziali del 2016, organizzasse cene sataniche.

Vale la pena di ricordare nei dettagli la bufala delle presunte “cene sataniche”, nata da un attacco informatico all’indirizzo mail di Podesta, all’epoca responsabile della campagna elettorale della Clinton. Dalle mail hackerate di Podesta, pubblicate da Wikileaks, non si evinceva nulla di particolare e tuttavia qualcuno pensò di ravvisarvi dei “codici” che, “interpretati”, rivelavano l’esistenza di una pizzeria di Washington – la Comet Ping Pong – nel cui scantinato erano tenuti prigionieri dei bambini, vittime di una setta satanica colpevole dei più turpi mercimoni. Un’abominevole e del tutto assurda fake news che però, nel 2016, fu ampiamente utilizzata durante la corsa alla Casa Bianca per screditare la candidata Hillary Clinton a favore del rivale Donald Trump, che poi fu eletto Presidente degli Stati Uniti.

Oltre a rilanciare la teoria delle “cene sataniche” (vedi tweet di Luciano Capone), ricordiamo come Foa – ricomparso qualche mese fa in Tv per parlare del conflitto russo-ucraino e stigmatizzato in diretta da Marco Damilano per le sue collaborazioni con testate giornalistiche filoputiniane quali Russia Today e Sputnik sanzionate dall’Ue dopo l’invasione dell’Ucraina – avesse espresso sempre su Twitter “disgusto” nei confronti di un discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Creando così una frattura insanabile con il Capo dello Stato che – caso unico nella Storia – non ricevette mai Marcello Foa al Quirinale in qualità di Presidente della Rai. Lo rammentò in un’intervista a VigilanzaTv il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv), l’esponente politico-istituzionale che, prima con il Pd poi con Italia Viva, denunciò più volte l’illegittimità della nomina di Foa a seguito di schede segnate (qui i dettagli). Foa che non per niente in un’intervista rilasciata, a mandato concluso, a Francesco Bei sul quotidiano La Repubblica, definì l’On. Anzaldi “la sua bestia nera”.

Alla luce della condanna a quasi 50 milioni di dollari di risarcimento comminata al fondatore di Infowars, sito rilanciato più volte da Foa, abbiamo domandato un parere in merito al Segretario della Vigilanza Rai, che ci ha risposto: È la conferma che quando si vota bisogna pensare bene a chi si intende sostenere, perché dal voto dipendono molte altre questioni, come ad esempio le nomine nelle grandi aziende di Stato. L’ondata populista del 2018 e la vittoria di partiti come Lega e M5s, ha determinato la nascita di uno dei peggiori governi degli ultimi 50 anni, il Conte 1 sostenuto dalla maggioranza gialloverde. Ancora oggi paghiamo i danni fatti da quel governo e tra i numerosi guasti non si può dimenticare la Rai presieduta da un complottista ultrà di Putin come Marcello Foa”.

E ancora: Per anni ho chiesto in tutte le sedi l’accesso agli atti sulla elezione che lo portò alla presidenza con un’inedita e illegale seconda votazione, palesemente viziata di illegittimità, ma la commissione di Vigilanza a guida Forza Italia non lo ha mai consentito. Oggi arrivano ulteriori conferme che Foa era totalmente inadeguato a ricoprire un ruolo di garanzia come la presidenza del servizio pubblico. Non a caso in tre anni non è mai stato ricevuto al Quirinale, primo caso nella storia della Rai. Ma pensiamo anche all’oscuro e gravissimo caso della quasi riuscita truffa milionaria alla Rai attraverso la mail di un finto ministro Tria inviata a Foa, imbroglio sventato non già da quest’ultimo bensì dall’ex Ad Fabrizio Salini che inoltrò gli atti alla Procura: mai il presidente di una grande azienda di Stato era finito in mezzo a una vicenda così imbarazzante. Per quella nomina totalmente sbagliata nessuno ha pagato, a parte gli italiani che con il loro canone hanno avuto la peggiore Rai di tutti i tempi.

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