Rai, Fuortes e Soldi al Senato: “Canone troppo basso e incerto”

Carlo Fuortes Marinella Soldi Rai
La Presidente Rai Marinella Soldi e l’Ad Carlo Fuortes

di Marco Zonetti 🖋️

Auditi in Commissione Lavori Pubblici in Senato (in attesa, se mai avverrà nel breve periodo, di essere convocati in Commissione di Vigilanza per chiedere delucidazioni sul voto contrario – e di fatto sfiduciante – incassato in CdA da ben tre consiglieri), i vertici Rai, ovvero la Presidente Marinella Soldi e l’Ad Carlo Fuortes, hanno riesumato l’argomento del canone come “risorsa incongrua rispetto a obblighi e attività” e introdotto la questione della troppo breve durata della Governance, ovvero tre anni.

Interpellato in Commissione Lavori Pubblici, “nel quadro dei lavori finalizzati a definire un nuovo modello di Governance del Servizio Pubblico in ordine al superamento della Legge Renzi del 2015” (cit. Bloggorai), Fuortes ha ribadito che il “valore unitario” del canone in Italia “è strutturalmente, come ben noto, il più basso in tutta Europa: 90 euro. Una somma distante da quelle degli altri Paesi al punto da rendere quasi irrilevante la compresenza compensativa, per Rai, della fonte integrativa degli introiti costituita dalla raccolta pubblicitaria. Senza fare riferimento alla Svizzera e all’Austria, Paesi nei quali l’importo unitario è superiore o pari a 300 euro, o alla Germania e alla Gran Bretagna, nei quali è pari rispettivamente a 220 e a 185 euro, in Francia il canone ammonta a 138 euro, oltre il 50% in più rispetto all’Italia”.

E ancora: “Se, in aggiunta, si considerano le varie trattenute (tassa concessione governativa, Iva e Fondo per il pluralismo e l’innovazione per effetto dell’ultima riforma, efficace dal 2021), dei 90 euro unitari Rai ne percepisce solo l’86 per cento, mentre negli altri Paesi (Regno Unito, Germania, Francia) i gestori del servizio pubblico percentuali comprese tra il 96 e il 98 per cento, quindi la quasi totalità. Il canone, quindi, è una risorsa incongrua rispetto agli obblighi e alle attività che la Rai svolge ed è tenuta a svolgere come certificato anche dalla Contabilità separata, l’adempimento imposto all’Azienda proprio per attestare il costo complessivo del servizio pubblico e fornire alle autorità competenti lo strumento indispensabile per consentire di assicurarne la piena copertura da parte appunto delle risorse pubbliche”.

Fuortes ha poi ribadito: “Va dunque riconosciuto che, oltre ad essere incongrue, le risorse da canone sono anche molto incerte, caratteristica che rende particolarmente complessa l’attività di pianificazione, specie in ottica pluriennale e specie in un contesto di forte evoluzione, in mondo in cui è di fatto bandita la continuità”,

Quanto alla Governance della Rai, sempre secondo l’Ad: ‘In linea generale deve essere affiancata da un sistema che garantisca risorse certe e adeguate, così da consentire al vertice nominato con le regole che verranno scelte di concentrarsi sul raggiungimento degli obiettivi affidati alla concessionaria pubblica, obiettivi che sono sicuramente economici ma prima ancora e innanzitutto editoriali, meglio ancora culturali, sociali e industriali. Il finanziamento del servizio pubblico, nell’ammontare appropriato, è quindi un prerequisito indispensabile”.

Sempre in merito allo stesso argomento, la Presidente Soldi ha invece sottolineato che: “Indipendentemente dalle procedure di nomina che si vorranno adottare, alla Rai serve stabilità di risorse ma c’è assoluto bisogno anche di una governance aziendale stabile il più possibile slegata dagli scossoni quotidiani del dibattito nazionale e con un orizzonte temporale sufficiente a delineare strategie efficaci”.

Precisando che “L’attuale mandato ha durata triennale, inferiore ai 5 anni previsti per il contratto di servizio”, secondo la Presidente Rai, “sarebbe utile allineare le due durate. In questo modo la stessa governance che stipula e negozia il contratto se ne assumerebbe la completa responsabilità di attuazione. Un quinquennio è anche la durata di mandato dei vertici della maggior parte dei servizi pubblici europei“.

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