di Marco Zonetti 🖋️
Mentre la Rai era in trasferta di massa a Sanremo per il Festival (ma quanti erano anche quest’anno?), si è visto più volte in prima fila seduto sulle poltronissime – assieme all’immancabile Venier, all’onnipresente direttore di Rai1 Coletta, all’amica Bortone e così via – l’Amministratore Delegato Carlo Fuortes, al suo battesimo del fuoco televisivo come vertice dell’azienda.
La sua presenza non è passata inosservata alla rappresentanza sindacale di Articolo Uno, che ha diramato un comunicato di fuoco relativo al Giro d’Italia, per il quale vi sono interessanti sviluppi. Leggiamo sul sito tuttobiciweb.it in un articolo di Guido La Marca che “La corsa rosa resterà a mamma Rai per i prossimi cinque anni, ma c’è un ma. C’è una rivoluzione tecnica che segna comunque una fine e un nuovo inizio. La fine della produzione Rai, che in questo caso manderà in onda immagini prodotte da altri, oltre che servizi dedicati (Processo, interviste prima e dopo la corsa e quant’altro…). È l’inizio di una nuova era targata Rcs Sport che, nella persona del suo amministratore delegato nonché direttore Generale Paolo Bellino, apre alla autoproduzione”.
E il sito specializzato precisa: Le immagini che vedremo e saranno mandate in giro per il mondo, saranno il prodotto di un “service” di Rcs Sport, che si è quindi avocata la produzione del proprio evento. Un modo per controllare al meglio l’evento Giro e garantire ai propri sponsor quelle garanzie che sono necessarie ad una corsa di tale portata e prestigio”.
E ancora: “Il brodcaster al quale Rcs Sport si sarebbe affidato è Euro Media Group (EMG), gruppo internazionale di produzione che da anni ci mostra il Tour de France (la Grande Boucle da anni è autoprodotta da Aso, ndr) oltre che la Ryder Cup, Coppa del Mondo FIFA, Campionati Europei UEFA e Formula 1. Spettacoli dal vivo (Eurovision, MTV Awards, BRIT Premi e eventi live…), e spettacoli sull’intrattenimento (The Voice, Masterchef, X-Factor…)”.
In soldoni: “Rcs Sport controllerebbe dalla A alla Z una produzione che fino a ieri era di competenza esclusiva della tivù di Stato. Adesso non più. Alla Rai andranno le immagini che avranno tutte le televisioni del mondo e ogni tivù poi farà i vari ‘dedicati‘”. Quanto ai costi, Rcs Sport si vedrebbe garantiti una ventina di milioni di euro di diritti esteri, oltre a sei da parte della Rai, aggiudicatasi i diritti del Giro per i prossimi cinque anni.
Ed ecco i timori di Articolo Uno, il cui comunicato pubblichiamo integralmente qui di seguito:
“Ci ha fatto piacere vedere l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes in prima fila al Festival di Sanremo.
Ci permettiamo di ricordargli che l’azienda esiste per tutto l’anno e su tutto il territorio nazionale, non solo a Sanremo, e siamo indotti a sperare che, vinta la sua proverbiale ritrosia, si decida finalmente a frequentarla. Forse se l’avesse fatto non si sarebbe tirato dietro l’ostilità dei lavoratori ma anche, quel che è peggio per lui, quella di tre consiglieri di amministrazione che non gli hanno votato il bilancio.
Se comincerà a frequentare la Rai scoprirà di essere a capo di una comunità di persone appassionate e competenti. Certo se dovesse presentarsi laddove si lavora tutti i giorni, potrebbe rischiare di doversi sottoporre a qualche garbata contestazione, visto che fino ad ora alla Rai ha sottratto dei pezzi, senza peraltro aggiungere nulla, senza nemmeno dichiararsi disponibile ad aumentare i servizi ai cittadini.
Per le sedi regionali ha tagliato l’edizione notturna della TGR facendo arrabbiare contemporaneamente i dipendenti, i sindacati dei giornalisti e quelli dei tecnici, a cui ha tolto gli straordinari facendoli passare per ingrati famelici. Ma anche i governatori delle regioni che, fortunatamente per lui, erano troppo impegnati nell’elezione del Presidente della Repubblica.
Adesso i sindacati denunciano allarmati l’ipotesi secondo cui la Rai non sarebbe stata confermata come host broadcaster del Giro d’Italia.
Per i sindacati “ancora una volta, oltre alle riprese per il Vaticano (ripresa esclusiva di pregio e particolarmente redditizia per l’Azienda, che deteneva i diritti mondiali delle immagini del Papa), a quelle per il Campionato di serie A, della Coppa Italia, della Formula 1 e degli sport minori, ecc., la RAI perde pezzi di prodotto a danno dei Lavoratori dell’Azienda.
E deve sborsare una marea di soldi per gli appuntamenti quadriennali delle Olimpiadi e dei Mondiali; i film sono ormai accaparrati dalle grandi piattaforme di streaming e il primato sulla fiction è insidiato dalle stesse piattaforme che producono e offrono contenuti in grande quantità”.
Speriamo che in prima fila all’Ariston all’amministratore delegato non sia venuto in mente di cancellare anche il Festival della Canzone italiana che fa ascolti da capogiro… ma quanto costa… Hai visto mai…“