Mentre la Rai muove ogni giorno un passo sulla strada della completa rovina, non solo finanziaria, la Tv di Stato diventa sempre più una privilegiata vetrina per la concorrenza, come ha dimostrato il caso da noi sollevato di Sanpa realizzato da Netflix con il 90% di materiale della Rai, rilanciato da Dagospia e anche da Striscia la Notizia in prima serata (con oltre 4.700.000 spettatori). Parlando di “teche” non ci è sfuggito un articolo assai interessante sull’ex responsabile del settore in Rai, ovvero Maria Pia Ammirati.
Incarichi incompatibili
Divenuta Direttrice di Rai Fiction, sostituendo la già alquanto rimpianta Eleonora “Tinny” Andreatta migrata a Netflix, Ammirati era stata soltanto qualche mese prima nominata alla guida di Istituto Luce Cinecittà. Lo fa notare il sempre attento ed esaustivo Angelo Zaccone Teodosi sulla testata key4biz.it, in una nuova, lunga disamina su ItsArt, la “piattaforma della cultura italiana”, alias la controversa NewCo voluta dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e realizzata da Cassa Depositi e Prestiti con Chili Tv, dalla quale la Rai si è chiamata fuori (scatenando un putiferio politico). Fu sempre Dario Franceschini a volere la Ammirati nel febbraio 2020 al timone di Istituto Luce Cinecittà, carica dalla quale – fa notare Zaccone Teodosi – la funzionaria non sembra essersi dimessa “allorquando è evidente che le due cariche sono oggettivamente incompatibili”.
Il caso Mazzola
Il doppio incarico di Ammirati fa il paio con quello della capo ufficio stampa Rai Claudia Mazzola. Fu il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi a sollevare il caso qualche mese fa.”Se fosse confermata la nomina della capo ufficio stampa della Rai, Claudia Mazzola, a nuovo presidente della Fondazione ‘Musica per Roma’, che gestisce l’Auditorium della Capitale, è lecito attendersi già nelle prossime ore le immediate dimissioni dal ruolo che la giornalista ricopre in Rai. Dimissioni che sarebbero inevitabili e doverose, visto che un ruolo così impegnativo e di responsabilità quale è la guida dell’ufficio stampa della Rai è evidentemente incompatibile con qualsiasi altro impegno, a maggior ragione se delicato come la presidenza di un Cda. Qualora le dimissioni non dovessero arrivare, presenterò un esposto alla Corte dei Conti”.
La denuncia di Michele Anzaldi
A tutt’oggi, dopo più di sei mesi, le dimissioni della Mazzola dalla Rai non sono pervenute. Per giunta la Mazzola era stata nominata capo ufficio stampa al momento dell’insediamento dell’attuale Amministratore Delegato Fabrizio Salini grazie al quale la giornalista in quota M5s – sempre sottolineato da Michele Anzaldi, Segretario della Vigilanza Rai – compì “da redattore ordinario 3 scatti in 3 mesi: caposervizio, vice caporedattore, caporedattore ora a capo dell’ufficio stampa. Con stipendio da direttore? Triplo salto senza precedenti, neanche ai tempi della Rai di Berlusconi”. All’epoca l’On. Anzaldi definì la nomina della Mazzola un “insulto ai dipendenti e dirigenti in attesa di promozione per meriti professionali e non per lottizzazione politica”.