Rai, il furto di opere d’arte arriva su Le Monde. Tutta la storia dello scandalo

Il quadro Vita nei campi di Giorgio De Chirico
Il quadro Vita nei campi di Giorgio De Chirico

di Marco Zonetti 🖋️

Lo scandalo relativo alla misteriosa sparizione di pregiatissime opere d’arte dalle sedi Rai, un furto reiterato finito nel mirino della magistratura e della Commissione di Vigilanza, è approdato anche sul quotidiano francese Le Monde in un articolo firmato da Roxana Azimi e BĂ©atrice Gurrey. La disamina delle due giornaliste ricostruisce a grandi linee la vicenda di cui si occupò nel 2021 a profusione Striscia la Notizia e quindiVigilanzaTv, che ne seguì poi pedissequamente l’iter in Commissione di Vigilanza Rai.

Di seguito ripercorriamo quindi tutte le tappe dello scandalo, aggiungendo alcuni particolari all’articolo di Le Monde. Come ben ricordato da quest’ultimo, tutto è partito ai tempi del lockdown, quando un quadro di Ottone Rosai, L’Architettura, conservato a Viale Mazzini fu mandato in restauro e si scoprì che si trattava di un falso. Artefice dello scoop nel maggio del 2021 fu Giuseppe Scarpa, che in una disamina sul Messaggero rivelò anche i risultati di un’inchiesta avviata dalla Procura di Roma relativamente a quella che si prefigurava come un’autentica razzia del patrimonio artistico in possesso della Rai. Una razzia che va avanti almeno dagli anni Settanta.

Sempre nel maggio 2021 Striscia la Notizia, attraverso Pinuccio (alias Alessio Giannone) nel suo segmento Rai Scoglio 24, fece conoscere a svariati milioni di spettatori la vicenda del patrimonio artistico della Tv pubblica trafugato e, in un caso eclatante, finito addirittura all’asta a Londra. L’opinione pubblica apprendeva quindi che alcune opere d’arte di proprietĂ  della Rai, e quindi – per la proprietĂ  transitiva – del cittadino che paga il canone, erano misteriosamente scomparse dalle sedi che le ospitavano, e la sparizione veniva confermata al solerte “inviato” nonchĂ© candidato al Cda Rai dallo stesso Nicola Sinisi, Direttore canone e beni artistici della Tv di Stato.

L’inchiesta di Pinuccio e di Striscia innescò in primis un’interrogazione parlamentare ai Ministri dell’economia e delle finanze, dello sviluppo economico e della cultura da parte dei Senatori del M5s Elio Lannutti, Luisa Angrisani e Matteo Mantero. Interrogazione nella quale si faceva riferimento a una serie di opere d’arte di estremo valore sparite dai locali della RAI, o addirittura finite all’asta, come nel caso di una scrivania disegnata per l’azienda pubblica dall’archistar Gio Ponti, che sarebbe stata venduta a Londra dalla famosa casa d’aste Christie’s al miglior offerente per circa 70.000 euro il 16 ottobre 2019“.

Lo scandalo denunciato da Striscia la notizia trovava conferma nelle parole del suddetto Nicola Sinisi, Direttore canone e beni artistici della RAI, il quale interpellato al programma satirico spiegava che era in atto un’inchiesta della magistratura. Secondo quanto portato alla luce dal programma di Antonio Ricci, tra le opere sottratte dalla RAI vi sono pezzi molto pregiati come il quadro Vita nei campi di Giorgio de Chirico, che pare che sia stato rubato e sostituito con una copia (poi scomparsa anche quella), e La domenica della buona gente di Renato Guttuso. In tutto, si stima che siano piĂą di 10 le opere trafugate da viale Mazzini, non sono solo dipinti, ma anche litografie, arazzi, sculture.

Per giunta esisteva un ulteriore problema. Sempre Giuseppe Scarpa sul Messaggero svelava infatti che non potrĂ  esservi “indennizzo” per le opere mancanti – della cui scomparsa sono sospettati anche e soprattutto dipendenti sleali – in quanto non è stata stipulata dalla Rai alcuna assicurazione. Per giunta, il mobilio pregiato come per l’appunto la scrivania di Gio Ponti o le sedute di Carlo Mollino pare non sia mai stato catalogato, rendendo così impossibile accertare con precisione quali pezzi manchino all’appello.

Martedì 22 giugno 2021 in Commissione di Vigilanza Rai fu quindi audito Nicola Sinisi, che raccontò quanto era giĂ  stato sviscerato dall’inchiesta di Pinuccio di Striscia e dai vari organi di stampa fra cui in primis Il Messaggero, ovvero i furti di opere d’arte in dotazione alle sedi della televisione pubblica. Dipinti, sculture, arredi pregiati svaniti nel nulla, e in alcuni casi come quello della scrivania di Gio Ponti scomparsa dalla sede di Corso Sempione a Milano, e ricomparsa all’asta di Christie’s a Londra (battuta per circa 70mila euro).

Il Dottor Sinisi, oltre a parlare di “ignoranza” da parte di molti dipendenti Rai riguardo al valore del patrimonio artistico dell’azienda, ipotizzò anche la presenza di un “basista” interno che potrebbe aver agevolato i furti (non esattamente di francobolli, bensì di oggetti assai voluminosi che necessitavano di una certa organizzazione). Ma soprattutto, in rapporto alla vicenda del presepe laico di Marco Lodola pagato profumatamente dalla Rai ma mai esposto, sul quale aveva presentato un’interrogazione la Lega, Sinisi dichiarò rivolto all’On. Massimiliano Capitanio: “Lei presentò un’interrogazione. Ho mandato, rispetto all’istruttoria interna, cinque volumi di documentazioni cartacee. Di mail partite verso tutti gli uffici, amministratori delegati, direttori generali con i consensi e compagnia bella. Per me una cosa è insopportabile. Tu puoi anche cambiare opinione. Puoi persino arrivare a dire che non l’hai autorizzato. Le bugie ci stanno. Ma rispondere ad una interrogazione parlamentare con un chiaro falso per me è una roba inammissibile”.

Parole sconvolgenti – oltre a tutto il resto – sulle quali il Presidente della Commissione di Vigilanza Rai Alberto Barachini annunciò una verifica con i vertici Rai. Sull’argomento prese posizione il Segretario della Vigilanza Michele Anzaldi che, su Facebook scrisse: “Le accuse lanciate dal direttore Canone e beni artistici Rai, Nicola Sinisi, in una sede ufficiale come l’audizione in commissione di Vigilanza Rai, rappresentano un caso di gravitĂ  inaudita. Sinisi ha dichiarato che la Rai ha risposto con un falso a un’interrogazione parlamentare, ha detto che l’azienda ha deliberatamente mentito al Parlamento: una vicenda senza precedenti, è doveroso che i presidenti Fico e Casellati intervengano a tutela delle Camere e chiedano immediatamente spiegazioni all’amministratore delegato Salini”.

E ancora: “In questi anni la Rai ha umiliato in qualsiasi modo la commissione parlamentare di Vigilanza, non applicando le risoluzioni (si pensi a quella sui conflitti di interessi degli agenti ignorata ancora anche per i prossimi palinsesti), non presentandosi in commissione se non dopo settimane e settimane dalle richieste di audizione, rispondendo in modo evasivo e omertoso alle interrogazioni. Mai, però, si era arrivato addirittura a produrre un falso in risposta ad un atto di sindacato ispettivo. Se le accuse lanciate da un dirigente di lungo corso del servizio pubblico come Sinisi fossero confermate, saremmo di fronte ad un colpo durissimo per la credibilitĂ  della tv pubblica, pagata ogni anno da quasi 2 miliardi di euro di canone dei cittadini”.

Dopo l’audizione – tenutasi il 4 agosto 2021 – in Commissione di Vigilanza Rai dei nuovi vertici, la Presidente Marinella Soldi e l’Amministratore Delegato Carlo Fuortes, nella quale fu sollevato il caso di Nicola Sinisi, dirigente licenziato dopo aver accusato la Tv di Stato – sempre in Vigilanza – di aver dichiarato il falso alla Commissione, il Segretario Michele Anzaldi (Iv) scrisse una lettera sulla vicenda.

La lettera era indirizzata alla Presidente Soldi, che recentemente ha acquisito – fra le altre mansioni – anche la gestione delle relazioni istituzionali. “Davvero si può pensare di andare avanti con risposte offensive per il lavoro ed il ruolo dei parlamentari?” scriveva il Segretario della Vigilanza. “Se il giudice dovesse dar ragione a Sinisi, che succederĂ ? Nel frattempo non sarebbe doveroso procedere con un cambio immediato nella gestione delle relazioni istituzionali? Le chiedo di valutare di occuparsi in prima persona della questione, sia per verificare cosa è successo in passato, sia per decidere come procedere in futuro. Difficile pensare di andare avanti così”.

E ancora: “Le chiedo di attivarsi per verificare in che modo negli ultimi anni sono state gestite dalla Rai proprio le relazioni istituzionali con la commissione parlamentare di Vigilanza, spesso umiliata con risposte ufficiali evasive, lacunose e addirittura, è la recente accusa di un alto dirigente dell’azienda, false. Non a caso da diversi mesi la questione è oggetto di discussione dell’ufficio di presidenza della commissione, al punto da richiedere la convocazione in audizione informale dei responsabili Rai dei rapporti con il Parlamento”.

DopodichĂ© Michele Anzaldi precisava: “Porto alla Sua attenzione, quindi, il gravissimo episodio dell’audizione al direttore Canone e beni artistici, Nicola Sinisi, che rischia di avere strascichi pesanti per il servizio pubblico. Lo scorso 22 giugno Sinisi, audito in commissione proprio pochi giorni dopo l’audizione dei responsabili delle relazioni istituzionali, ha lanciato pesanti accuse contro i vertici dell’azienda, dicendo che in risposta ad un’interrogazione parlamentare sarebbe stato dichiarato un “chiaro falso”. Sinisi ha detto che sulla vicenda del presepe dell’artista Marco Lodola tutti i passaggi aziendali erano stati effettuati, tutti i superiori erano stati informati e ha sostenuto di avere le carte di queste affermazioni. Difficile, peraltro, in un’azienda come la Rai pensare che le cose non siano andate così. Le invio per conoscenza il filmato (visibile qui sotto, ndr)”.

“Chi ha mentito alla Vigilanza, l’azienda o Sinisi?” domandava, concludendo l’On. Anzaldi. “Ora a stabilirlo sarĂ  il giudice del lavoro, visto che il caso sembra destinato ad avere un seguito di tipo giudiziario. In attesa che la magistratura faccia il suo corso, però, la nuova presidenza Rai cosa intende fare per ridare dignitĂ  alle relazioni istituzionali dell’azienda, in particolare nel rapporto con il Parlamento?”.

Alla vicenda del “presepe laico” commissionato all’artista Marco Lodola e profumatamente pagato ma mai esposto a Viale Mazzini, vicenda che innescò il “caso Sinisi” essendo quest’ultimo all’epoca Direttore Canone e Beni artistici Rai, dedicò varie puntate sempre Pinuccio di Striscia la Notizia nel suo segmento Rai Scoglio 24 ospitato nel Tg satirico ideato da Antonio Ricci. Qui uno dei video.

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