Rai, il M5s fa slittare la votazione sul nuovo CdA. Anzaldi: “Italia Viva unico partito a opporsi”

rai Anzaldi
L’Ad Rai Fabrizio Salini e il Presidente Marcello Foa

Il M5s ce l’ha fatta. Il partito che tuonava “fuori la politica dalla Rai”, e che ha ottenuto voti di moltissimi dipendenti dell’azienda proprio grazie a questo slogan rivelatosi vuoto, ha chiesto e ottenuto per motivi solo ed esclusivamente politici che la votazione alla Camera dei Deputati e al Senato sui quattro consiglieri di amministrazione in quota parlamentare slittasse a data ancora da destinarsi ufficialmente. Quella proposta è mercoledì 14 luglio 2021 alle 21.00, ma al momento non è ancora definitiva.

I grillini dilaniati dalla faida tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, impauriti di perdere il potere attualmente espresso dall’Ad Rai in scadenza Fabrizio Salini in quota pentastellata, hanno dunque di fatto nuovamente procrastinato un agognato voto che si attende da settimane se non da mesi, provocando una ulteriore proroga che nuoce gravemente al servizio pubblico giunto ormai alla sua espressione peggiore.

Abbiamo chiesto un commento al riguardo al Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv), che a VigilanzaTv ha risposto così: “Nella conferenza dei capigruppo, l’unico partito a opporsi alla richiesta di slittamento avanzata dal M5s è stato Italia Viva. Paradossale che proprio Italia Viva, assente dalla manifestazione dell’USIGRai di qualche settimana fa (la seconda in pochi mesi), sia stata poi di fatto la sola forza politica che al momento decisivo si sia spesa a favore della Rai, dei suoi dipendenti e degli utenti che pagano il canone, cercando di opporsi al colpo di mano del M5s. Forse sarebbe il caso di organizzare meno manifestazioni, ma agire di più e concretamente quando occorre”.

Da segnalare che, alla manifestazione di piazza dell’USIGRai citata dal Segretario Anzaldi e che chiedeva l’affrancamento della Rai dalla politica, erano presenti invece il Partito Democratico e Liberi e Uguali, che tuttavia hanno poi accolto senza battere ciglio la proposta – tutta politica – di slittamento avanzata dal M5s. Predicare bene e razzolare male, insomma.

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