Rai, Imma Battaglia difende Coletta: attacco “omotransfobico” del Giornale

Imma Battaglia

di Marco Zonetti

Ha fatto discutere il lettissimo articolo firmato da Luigi Mascheroni, divenuto virale grazie al rilancio di Dagospia e pubblicato ieri, lunedì 23 gennaio 2023, sul quotidiano Il Giornale. Protagonista del “ritratto in nero”, il direttore del Prime Time Rai Stefano Coletta, accusato senza mezzi termini dall’autore di aver reso troppo “fluida” la Tv pubblica italiana e di averla connotata eccessivamente in quota LGBTQIA+.

La disamina, che ha enumerato alcuni dei suoi flop (e neanche tutti, per giunta) ma che soprattutto non ha risparmiato alla “vittima” frecciate al vetriolo giudicate da molti lettori intrise di “omofobia”, ha scatenato un vespaio in rete con moltissime prese di posizione a difesa del dirigente Rai, fra cui anche quella della deputata di Forza Italia Rita Dalla Chiesa

Fra i più strenui paladini di Stefano Coletta, anche Imma Battaglia, da moltissimi anni attivista per i diritti LGBTQIA+ e frequente ospite dei talk Rai, che ha scritto su Instagram una lunga lettera per ringraziarlo.

“Imbarazzo e offese” ha esordito Battaglia, “condite da una buona dose di #omotransfobia neanche troppo nascosta, dietro la penna di @luigimascheroni che ha attaccato @stefano__coletta e le sue scelte. Un articolo su @ilgiornale.it che punta il dito contro un singolo, per attaccare la dignità di tutta la comunità LGBTQIA+.”

E l’attivista precisa: “Una cosa è mettere in discussione il lavoro del direttore Rai, il Dottor #StefanoColetta, altro è offendere parafrasando, deridendo le scelte artistiche e ancor più la vita personale di un uomo. Le parole utilizzate da #LuigiMascheroni non tradiscono e indicano, senza alcun dubbio, quale sia la parte politica verso cui il giornalista sia votato“.

Imma Battaglia, a quel punto, tuona: “Il Dottor Mascheroni infatti, rappresenta con fierezza di parola la sua cultura conservatrice e oltranzista, con il suo “Zeitgeist arcobaleno” e il suo palinsesto greco “palin psaomai” (espressioni utilizzate nell’articolo del Giornale, ndr), che però appaiono come una chiara intenzione a misurarsi in una vuota gara sulla preparazione culturale dello stesso #Coletta, a cui va tutta la mia solidarietà dopo aver letto un articolo che, in realtà, non dice la cosa più importante“.

La difesa a oltranza prosegue: “La #Rai affronta il tempo che passa cercando di tenere la stessa velocità con cui cambia la società. E #Sanremo, il più grande successo di share fatto da Stefano Coletta, altro non è se non lo specchio più grande del tempo, delle persone e della società e dei suoi mutamenti. E di questo, l’acculturato #Mascheroni dovrà farsene una ragione“.

E ancora: “Sfugge al giornalista il ruolo della TV pubblica, che ha il dovere di rappresentare la società e non la becera politica, ormai completamente distante anni luce dalla vita delle persone e dei loro problemi quotidiani. Sfugge al giornalista che, perfino Papa Francesco ha chiesto l’accoglienza e il rispetto delle diversità. E forse ancora, sfugge al giornalista, che i risultati ottenuti dal direttore Coletta mostrano il riconoscimento del pubblico, sovrano, rispetto alle sue critiche“.

“Di fronte a questo” arriva infine al punto Battaglia, “il Dottor Mascheroni e la sua cultura – di matrice altamente conservatrice -, dovranno riconoscere quanto quello Zeitgeist misogino, xenofobo ed estremista, sia stato sconfitto dalla storia, dalle lotte delle donne, delle persone della comunità rainbow e da tutt* le persone libere di vivere la vita per come la concepiscono. Nel rispetto, nell’uguaglianza, guardando ad una società in cui si guadagnano km sulla strada dei diritti senza mai guardarsi indietro“.

L’attivista quindi conclude: “Noi nel ghetto non ci torneremo mai più. Quel mondo in bianco e nero non ci appartiene più, non è di questo tempo. Grazie a uomini che hanno il coraggio di guardare un nuovo mondo dai colori. Grazie a Stefano Coletta“.

Luigi Mascheroni, autore dell’articolo incriminato, ha risposto così sul profilo instagram di Battaglia: “Ecco un vergognoso attacco eterotransfobico diretto a zittire – da parte di chi ha visibilità e potere nei media e in politica – un giornalista (io) che usa la legittima arma della satira contro personaggi pubblici che operano scelte di grande impatto sulla società. La mia rubrica “Gli insopportabili” è normale giornalismo di critica è satira. Perché se Michele Serra fa critica e satira (anche pesante) su Salvini va bene, se la faccio io su scrittori, politici, giornalisti, dirigenti Rai, no? Curioso poi che tra ieri e oggi non si contino i messaggi privati di persone che lavorano in tv, soprattutto in Rai, che si complimentano con me per l’articolo. Cara signora Battaglia la democrazia e il giornalismo significano – grazie a Dio – anche diritto di satira, critica, ironia, contestazione… c’è solo un limite: il codice penale. Che di certo non ho superato”.

Imma Battaglia a quel punto ha replicato: “Come le ho già scritto non discuto della sua satira, nè tantomeno la sto censurando, discuto dell’attacco che lei porta a tutte le persone lgbtq+ ponendo la questione sul personale e non sulla critica alla gestione manageriale che è assolutamente lecita e democratica.”

Al che Mascheroni ha sbottato: “Ma cosa stai dicendo??? Io non sono minimamente andato sul personale!! Ma hai letto il pezzo?? Niente di niente. Non ho parlato minimamente di lui come persona. Ho criticato le scelte (per me bizzarre) operate in Rai! Ma come puoi dire cose del genere?“.

Quanto ai retroscena, non sono pochi in Rai a congetturare che, dietro l’attacco al dirigente della tv pubblica, possano esservi in realtà mire per impossessarsi della sua poltrona, vista anche la tempistica dell’articolo, uscito pochi mesi dopo l’insediamento del nuovo Governo e prima di una possibile tornata di nomine post-Sanremo. Tanto che ieri, nelle stanze e nei corridoi della Rai, si è scatenato un accanito “totonomi” per capire se, e soprattutto da quale aspirante sostituto di Coletta, l’articolo potesse essere stato “ispirato”. Sarà vero? Mah. 

Ma soprattutto, se è vero quanto dichiarato da Mascheroni, chi saranno le persone che lavorano in Rai e si sono complimentate con lui per l’articolo? Attendiamo sviluppi. 

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