Rai in sciopero a Milano. Laganà: “Gestione personale ferma agli anni ’70”

Rai Portello Milano

di Marco Zonetti

Dopo lo sciopero a Roma di oltre un mese fa, che paralizzò per una giornata intera la programmazione televisiva del daytime, ecco che i dipendenti Rai ora manifestano a Milano. Il personale non giornalistico e delle direzioni del Centro di produzione Rai si è infatti radunato oggi, lunedì 25 ottobre 2021, di fronte alla sede di Corso Sempione, con a fianco i sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom e una delegazione di colleghi torinesi.

“Tra uscite e pensionamenti la Rai di Milano ha perso negli ultimi anni 140 dipendentispiega al quotidiano Il Giorno Francesco Aufieri, segretario generale della Slc-Cgil di Milano. “Inoltre il trasferimento del Centro di produzione al Portello, che consentirebbe di avere finalmente una struttura adeguata, è ancora nell’incertezza più totale. A pagare le conseguenze di questa situazione è il servizio pubblico“.

In solidarietà ai lavoratori milanesi, è intervenuto su Facebook il Consigliere di Amministrazione Rai in quota Dipendenti Riccardo Laganà che si dichiara vicino e sostenitore delle “ragioni dello sciopero e blocco delle prestazioni straordinarie con presidio delle lavoratrici e lavoratori della Rai di Milano“. Quindi il Consigliere commenta: “Il piano industriale per generi sta per ripartire e sia questa nuova partenza l’occasione per censire ad altissima definizione tutte le professionalità interne all’azienda, nuove assunzioni nei reparti produttivi ed editoriali, nuove riqualificazioni delle figure professionali attraverso una reale politica formativa in grado di fornire valore aggiunto. In una parola sola: rilancio“.

Riccardo Laganà Rai Consigliere di amministrazione in quota dipendenti sciopero
Il Consigliere di Amministrazione Rai in quota Dipendenti Riccardo Laganà

E prosegue: “Occorre agire ora senza esitazioni. Nel comunicato di sciopero si parla di ‘fallimento delle relazioni industriali’, si deve prendere atto di tutto ciò e cogliere l’occasione per scrivere pagine di rilancio del servizio pubblico anche attraverso una moderna gestione del personale che ora sembra ferma agli anni 70. Sento molto spesso parlare, quasi a diventare uno slogan, dell’assenza o scarsità di skill adeguati in azienda e che occorre ‘purtroppo’ ricorrere all’esterno. Comincio ad avere dubbi sull’assolutezza di tale assunto, non ho dati certi che lo dimostrino“.

E il Consigliere precisa: “In questi anni di consiliatura ho invece visto lacrime e occhi tristi di lavoratrici e lavoratori che non chiedevano aumenti o promozioni, chiedevano solo di lavorare ma non avevano possibilità di essere ascoltati. Porte chiuse. Mail senza risposte inviate a Direttori dove si chiedeva solo e semplicemente un cambio mansione per mettere a disposizione di Rai le proprie attitudini, tanto per fare un esempio“.

Quindi, Riccardo Laganà attacca: “E se qualcuno cominciasse a dire che non sono presenti dirigenti adeguati per la trasformazione richiesta dal piano e che occorr e forse un profondo cambio di passo nella guida dialcune direzioni e strutture attraverso anche un cambio generazionale e della cultura aziendale?”. Per poi concludere: “E se cominciassimo ad individuare davvero le oggettive responsabilità di questo stato di cose? Di tutto questo si deve avere il coraggio di parlare in cda per agire e costruire un futuro alla nuova Rai servizio pubblico, una Rai finalmente inclusiva a cominciare dell’interno“.

error: Content is protected !!