Rai Inglese: diventa “superdirettore” il direttore del canale che non c’è

Canale inglese Pinuccio Maggioni Rai

di Marco Zonetti 🖋️

La fiaba di Peter Pan ci ha insegnato che, in un mondo di fantasia, esiste “l’Isola che non c’è”. Nel mondo fin troppo reale della Rai, pagata dal canone, abbiamo invece “il canale che non c’è”, ovvero Il Canale Inglese. E, tuttavia, il suo direttore Fabrizio Ferragni viene perfino nominato Superdirettore.

Ma facciamo un passo indietro per capire bene i vari passaggi. Nel novembre 2020, il Tg satirico ideato da Antonio Ricci ricostruiva come nel 2018 fosse nato Rai English, attraverso un accordo con lo Stato che avrebbe sovvenzionato il canale grazie al quale gli utenti avrebbero potuto imparare l’inglese. In primis si era pensato di implementare il progetto a Milano, così da rilanciare gli studi Rai nella città meneghina, e l’ex Ad Fabrizio Salini durante una sua audizione in Commissione di Vigilanza annunciava come il canale andasse a riempire “un tassello che in Italia non esisteva, ma che invece era forte in altri Paesi Europei”.

Sempre secondo il buon Salini, l’obiettivo del canale in inglese avrebbe dovuto essere quello di “parlare dell’Italia al mondo nella lingua del mondo” e di “educare gli italiani all’apprendimento della lingua inglese”. E poi ancora, nell’informare dei “principali avvenimenti politici ed economici e sociali”, esso sarebbe stato “distribuito in Asia, Africa, Europa e America sia via satellite sia via cavo”. In Italia, invece sarebbe stato presente sia sul digitale terrestre sia sul bouquet satellitare”.

Il progetto, ricordava nel suo servizio Pinuccio, prevedeva un investimento di 30 milioni di euro anche per rilanciare il Made in Italy dopo la pandemia, e si pensava di affidarne la direzione a Monica Maggioni (oggi alla guida del Tg1 e all’epoca Amministratore Delegato di RaiCom, sotto la cui egida sarebbe dovuto operare il canale inglese). E tuttavia, come sottolinea l’informato Angelo Zaccone Teodosi nella sua esaustiva disamina su Key4biz.it: “Alcuni osservatori dei diversi ‘dietro le quinte’ di Viale Mazzini sostengono che Monica Maggioni, a suo tempo, si [era] presto resa conto che il canale in inglese non avrebbe beneficiato delle risorse adeguate” spostando così “altrove i propri interessi professionali”.

A quel punto la direzione del canale in inglese veniva affidata a Fabrizio Ferragni a 200mila euro l’anno, mentre l’investimento complessivo cresceva fino ai due milioni di euro. Alla luce di tali spese, “com’è possibile che non esista ancora il canale?” si domandava sempre Pinuccio un anno fa, evidenziando come, con la Rai in rosso e con Salini che batteva cassa al Governo, il progetto del canale “English” veniva di fatto accantonato malgrado gli investimenti milionari a carico del contribuente.

La fosca profezia dell’inviato di Rai Scoglio 24 si consolidava definitivamente qualche giorno fa, nell’ultima audizione in Commissione di Vigilanza Rai dell’Ad Carlo Fuortes, il quale impartiva sacralmente l’estrema unzione all’ambizioso progetto: “Rai in inglese è una cosa che ovviamente ci siamo trovati, che abbiamo ereditato dalla precedente gestione, che, come sapete, non è stata realizzata… [e] … adesso attuare una cosa che per tre anni non è stata attuata, e che magari potrebbe cambiare, ci sembra un passo assolutamente sbagliato da fare”. Traduzione: riposi in pace il canale Rai in inglese, con buona pace dei soldi dei cittadini.

Ma, come abbiamo appreso da key4biz.it, in un articolo di Angelo Zaccone Teodosi, qualche settimana fa è spuntata del tutto “in sordina” una nuova direzione – affidata per l’appunto a Fabrizio Ferragni – ad accorpare tre strutture di Viale Mazzini: Rai Italia, Rai World Premium e il canale in lingua inglese. Che però, a detta dell’Ad Fuortes in Commissione di Vigilanza, è in stand-by. Mentre “cosa producano esattamente (realmente) Rai Italia e Rai World Premium non è facile da comprendere (e soprattutto da verificare)”.

Chiedendosi quale sia il budget della nebulosa – almeno per il momento – nuova Direzione Offerta Estero, che sembra nata nottetempo e nella più totale indifferenza mediatica nonché segretezza di Viale Mazzini, nella sua esaustiva disamina alla quale rimandiamo, Angelo Zaccone Teodosi conclude: “Confidiamo che si faccia presto chiarezza, e che non si tratti dell’ennesima italica intrapresa, caratterizzate dalle solite ‘nozze coi fichi secchi’. E che ci sia, ma non soltanto a parole, un’autentica strategia internazionale di ‘sistema Paese’.”

Chiarezza e trasparenza che alla Rai chiede anche il Segretario della Commissione di Vigilanza Michele Anzaldi riguardo al progetto del nuovo studio di RaiNews24 affidato all’archistar Renzo Piano. Quanto costerà al contribuente? Per ora, anche questo resta uno dei tanti misteri dell’attuale gestione. Quello che invece non è un mistero è la spaccatura in CdA tra Centrodestra, a favore di Fuortes, e Centrosinistra a lui avverso. Un dissidio che potrebbe avere ulteriori sviluppi a seguito dell’elezione del Presidente della Repubblica e delle sue ripercussioni sul Governo. Staremo a vedere.

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