Rai, Laganà: “Gestione proterva e antica, l’azienda vive solo grazie ai lavoratori”

Rai Riccardo Laganà
Riccardo Laganà, Consigliere di Amministrazione Rai in quota Dipendenti

di Marco Zonetti 🖋️

Mentre tutte le rappresentanze sindacali Rai si uniscono in un secondo comunicato di fuoco contro la gestione dell’Ad Carlo Fuortes, sollevando anche le perplessità del Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi che invoca l’audizione dei sindacati in Commissione di Vigilanza e l’interesse del Governo riguardo alle loro istante, è interessante tornare indietro di qualche giorno.

Precisamente, al 17 giugno scorso, quando il Consigliere di Amministrazione Rai in quota Dipendenti Riccardo Laganà scriveva un post di solidarietà e sostegno allo sciopero del 26 giugno, quello che secondo Fuortes, interpellato alla presentazione dei palinsesti 2022-2023, “non ha causato grossi danni” – parole che hanno innescato l’indignazione dei sindacati.

“E’ incredibile in RAI – scrive Riccardo Laganà – come i rapporti e le relazioni sindacali siano così scadute e inefficaci. Non è questione di parte e controparte, è questione ormai che uno chiede e l’altro non risponde. Il lavoratore, il sindacato, la RSU chiede ma l’azienda si arroga il diritto, non concesso, di non rispondere. Non è una relazione sindacale, è un muro del pianto“.

E ancora: “Incredibile che mentre da un lato si parla di trasformazione, di inclusione, di partecipazione alla vita aziendale, di gestione attraverso dati, condivisione di scrivanie, esperienze, opportunità c’è una parte di azienda, alimentata evidentemente da un vertice consenziente, che vive il rapporto con le lavoratrici e i lavoratori in maniera Monarchica“.

Il Consigliere in quota Dipendenti giudicava “sacrosante le ragioni dello sciopero previsto per il 26 giugno prossimo”, aggiungendo: “Le condivido, le sostengo, le faccio mie. Sono espressione letterale dei pugni sbattuti sul tavolo. E’ la denuncia forte della protervia di una antica gestione aziendale non più al passo con i tempi e con la trasformazione richiesta. E’ una gestione ormai seduta da troppo tempo sulle stesse poltrone, senza trasparenza“.

Quindi Riccardo Laganà entrava nello specifico: “Appaiono interessati al premio obiettivo assegnato senza senza criterio oggettivo. I risultati deludenti sono sotto gli occhi di tutti, gli appalti pure. La produzione TV che va avanti solo grazie al sacrificio dei tanti che per responsabilità danno senso ogni giorno alla mission di servizio pubblico, a correggere errori gestionali e organizzativi e interessi esterni. Da un lato arrivano i grazie dopo il festival di Sanremo, Eurovision, ma subito dopo nemmeno si risponde a sacrosante istanze“.

E precisava: “Non si chiedono aumenti di stipendi, si chiede lavoro e rispetto perché le risorse umane sono un valore da accudire e non un costo. Se per il 26 si organizzerà un presidio di protesta sarò li con voi a testimoniare la volontà di cambiare i paradigmi culturali e organizzativi per essere ancora il servizio pubblico prossimo venturo. Sarò con voi per dare l’ascolto che vi meritate e che vi viene scientemente negato per altri interessi“. Quindi il Consigliere chiudeva con una citazione di Erri De Luca: “Piccole occasioni di rottura della pazienza quotidiana contengono grandi scosse”.

Rileggendo l’appello accorato di Riccardo Laganà, si può comprendere come le dichiarazioni di Carlo Fuortes sullo sciopero abbiano suscitato malcontento da parte dei sindacati e degli stessi dipendenti, che si sentono perlopiù dimenticati da una gestione che appare disinteressata ad ascoltarne le istanze. Il fatto che il piano industriale di Fuortes sia stato definito un “piano di distruzione” dovrebbe far riflettere il Governo e la Commissione di Vigilanza Rai, oltre al dante causa dell’Ad, ovvero il Presidente del Consiglio Mario Draghi.

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