Rai, l’assemblea degli azionisti slitta di un mese. E sul nuovo CdA regnano caos e incertezza

Rai

di Marco Zonetti

L’Adnkronos annuncia che l’Assemblea degli azionisti Rai per l’indicazione del nuovo Ad e del nuovo Presidente, fissata per l’8 giugno prossimo in prima convocazione e per il 14 in seconda, è stata rinviata al 30 giugno e al 12 luglio. Le date precedenti erano fissate in concomitanza con l’elezione del Consigliere di Amministrazione in quota Dipendenti (ruolo finora ricoperto da Riccardo Laganà, ricandidato), che sarà scelto fra il 7 e il 14 giugno. Ora invece il rinvio complica le cose, oltre a gettare una livida luce sull’avvicendamento ai vertici dell’azienda.

In Parlamento, che dovrebbe scegliere in totale quattro dei sette consiglieri – due la Camera e due il Senato – regna intanto la più assoluta confusione, mentre la notizia che sarà il Primo Ministro Mario Draghi “di testa sua” a scegliere Presidente e Ad Rai scatena la corsa alla lottizzazione selvaggia tra le forze politiche, tutte impegnate a cercare di piazzare o mantenere le loro pedine nel Consiglio di Amministrazione non potendo designare i vertici. Corsa che potrebbe essere dilatata nel tempo, per l’appunto, dal suddetto rinvio dell’Assemblea, benché la procrastinazione di quest’ultima non determini necessariamente quella della votazione dei quattro Consiglieri da parte delle Camere. Ma come ben sappiamo, tutto può succedere e, quando in politica si pensa male, accadrà di peggio.

La posticipazione è emblematica del caos e dell’incertezza che regna a Viale Mazzini e parallelamente nelle aule istituzionali, con gli attuali vertici aggrappati alla carica in scadenza come se fosse l’ultimo treno per fuggire da una città in fiamme, e taluni partiti che spasmodicamente tentano di mantenere i privilegi acquisiti in questi tre anni a Viale Mazzini mentre talatri, rimasti a bocca asciutta, lottano a loro volta al fine di acquisirli per i prossimi tre. Un’atmosfera da fine impero nella quale la Tv pubblica resta più che mai terra di nessuno e territorio di spartizione selvaggia, e dove lo slogan “fuori la politica dalla Rai” si perde tra i fischi dei proiettili e dei pugnali vaganti.

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