Rai, l’Associazione dei dipendenti stronca Fuortes e Soldi

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L’Ad Rai Carlo Fuortes, Mario Draghi, la Presidente Rai Marinella Soldi

di Marco Zonetti

Sono trascorsi solo quattro mesi dall’insediamento della Presidente Marinella Soldi e dell’Amministratore Delegato Carlo Fuortes a Viale Mazzini, ma la luna di miele con i dipendenti Rai pare già essersi conclusa ancor prima di iniziare.

La scarsa popolarità della quale godono in azienda i due vertici la si può riscontrare leggendo un post pubblicato sulla pagina ufficiale di IndigneRai, associazione fondata da Riccardo Laganà prima di diventare Consigliere di Amministrazione della Tv di Stato poi riconfermato per un secondo mandato, e che raggruppa gran parte dei dipendenti del Servizio Pubblico Radiotelevisivo.

IndigneRai parla di “profonda crisi economica, industriale, editoriale ma soprattutto morale”. Questo perché gli “uscenti Salini-Foa hanno lasciato alle loro spalle una Rai non migliore di quella che hanno trovato”. Ma poi il Governo, “che grazie alla riforma Renzi, controlla la Rai tramite la disponibilità delle nomine della sua governance ha inviato la magnifica coppia Fuortes-Soldi a sollevarne le sorti“.

E che quel “magnifica” sia un epiteto del tutto ironico lo dimostra l’analisi spietata che IndigneRai traccia della Presidente e dell’Ad. La Soldi, forse “scelta a causa di un fraintendimento perché i soldi che mancavano in Rai erano di altra natura […] pare non essere ancora arrivata: non vi è traccia di lei nelle Sedi Regionali, nei Centri di produzione, sulla stampa, negli incontri istituzionali e pertanto non possiamo che sospenderne il giudizio in attesa che se veramente c’è batta un colpo“.

Mentre a Fuortes, “l’uomo forte del presidentissimo Draghi della più larga maggioranza politica che la Repubblica italiana abbia mai visto governare”, viene imputato “il “copia/incolla” del progetto, mai realizzato, del suo predecessore” Fabrizio Salini. IndigneRai affibbia dunque un “giudizio insufficiente” al nuovo Ad, reo di non illustrare a dovere come intenda realizzare il suo progetto e come intenda finanziarlo, nonché di aver semplicemente spostato da una casella all’altra i soliti dirigenti lasciando “tutto immobile come i soliti noti gli avranno consigliato”.

Secondo l’Associazione, poi, non esiste un piano editoriale, mentre “gli stessi programmi da trent’anni a questa parte condotti dagli stessi conduttori, con le stesse case di produzione e i soliti agenti delle Star, garantiscono un indice di gradimento del pubblico che forse non dovremmo più chiamare così ma definirlo indice di assuefazione“.

Ma la nuova gestione appare carente anche sul piano “della struttura industriale, dell’organizzazione del lavoro e delle risorse umane”, mentre la Rai da tempo “non è più una industria organica ma un agglomerato di tanti artigiani che – scoordinati e per quanto scienza e coscienza gli consente – mandano avanti faticosamente nonostante tutto il carrozzone”.

E il giudizio insufficiente Fuortes se lo guadagna anche per quanto riguarda “le richieste di maggiori introiti fatti in commissione di vigilanza senza presentare un piano organico di riorganizzazione aziendale, e le nomine dei Direttori ai Tg sui quali per amor di patria stendiamo un velo pietoso e lasciamo che chi ci legge si faccia un’opinione leggendo sulla stampa i commenti in merito“. Ricordiamo che, dei sette Consiglieri di Amministrazione Rai, soltanto Riccardo Laganà, fondatore di IndigneRai, non ha partecipato per protesta al voto sulle ultime nomine.

I cahiérs de doléances di IndigneRai si chiudono con un amaro monito a Presidente e Ad: “Vi chiediamo per amore del Servizio pubblico di discostarvi da quanto già intrapreso dai vostri predecessori per scongiurare quello che perseverando in questa direzione non potrà che condurre la Rai verso un irreparabile destino“. I nomi dei due vertici – almeno per il momento – sembrerebbero un crudele scherzo del destino alla Rai, dove mancano per l’appunto i “soldi” e anche un Ad “fuortes”.