
Sky ha risposto di buon grado all’appello del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini alle reti televisive affinché diano ampio spazio a cultura, spettatoli teatrali e cinematografici. In tutto questo la Rai continua invece a restare nel silenzio più assoluto. Abbiamo intervistato al riguardo il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (che aveva sollecitato il Ministro ad accogliere l’appello di Monica Guerritore).
Onorevole Anzaldi, Sky ha risposto subito all’appello del ministro Franceschini sulla cultura in tv, mentre dalla Rai ancora nessun segnale. Che ne pensa?
“Il fatto che un’emittente privata come Sky abbia dato subito la propria disponibilità dopo l’appello alle tv del ministro Franceschini è non soltanto un’iniziativa meritoria, ma anche il segnale che programmare cultura può essere conveniente anche per una tv commerciale, figuriamoci quindi se non dovrebbe esserlo per il servizio pubblico Rai che invece su questo latita e anzi l’amministratore delegato Salini intende addirittura chiudere Rai Storia. A questo punto, però, dovremmo essere conseguenti”.
Che intende dire?
“Se sulla cultura il servizio pubblico lo fa Sky, diamo una parte del canone a Sky invece di continuare a versarlo alla Rai che chiude gli spazi culturali e insegue sempre di più la tv commerciale. Anzi, credo che Sky, emittente che fa parte di un grande gruppo internazionale, all’avanguardia negli strumenti di trasmissione e che sperimenta anche il settore della rete fissa, potrebbe essere il soggetto cui affidare il progetto della “Netflix della cultura” cui sta lavorando il ministro Franceschini”.
Su questo, in realtà, il governo sembra intenzionato ad affidarsi alla Cassa depositi e prestiti, cui destinerebbe 10 milioni di euro per questo progetto.
“Invece di coinvolgere la Cdp, che non ha nessuna esperienza su questo settore, ci si affidi ad un operatore affermato come Sky, che ha anche la possibilità di trasmettere in chiaro con Tv8. Questo lavoro, in realtà, dovrebbe farlo la Rai, come spiega un articolo del Foglio di oggi, ma la Rai sembra interessata solo a inseguire il trash, i super compensi dei conduttori e le trasmissioni chiavi in mano imposte da alcuni agenti e società esterne. E allora si coinvolgano le tv commerciali che si mettono a disposizione, ci sono quasi 2 miliardi di euro di canone degli italiani