Rai, oggi in CdA Piano Immobiliare e conflitto d’interessi degli agenti dei divi

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Fabio Fazio e il suo agente Beppe Caschetto, titolare della Itc 2000

di Marco Zonetti 🖋️

Oggi, giovedì 28 luglio 2022, il Consiglio di Amministrazione Rai si riunirà a Viale Mazzini per discutere del Piano Immobiliare, dei palinsesti della stagione autunnale 2022 dei canali radiofonici della Tv pubblica e dell’efficacia della policy sul conflitto d’interessi tra produttori, artisti e agenti che rappresentano gli artisti (oltre che i conduttori e finanche i giornalisti, come più volte VigilanzaTv ha sottolineato). La questione della mancata applicazione di tale policy da parte della Tv di Stato, con strapotere effettivo di agenti e agenzie di spettacolo, è stata più volte in questi anni sollevata dal Consigliere di Amministrazione Rai in quota Dipendenti Riccardo Laganà e dal Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv). Una situazione che si protrae anche nei prossimi palinsesti autunnali, come illustrato qui.

Quanto all’argomento relativo al Piano Immobiliare, esso giunge in CdA senza essere passato dalla Commissione di Vigilanza Rai, in quanto l’audizione dello scorso 21 luglio nella quale l’Ad Carlo Fuortes avrebbe dovuto presentarlo è saltata per la caduta del Governo Draghi. Un Piano al quale Fuortes – per sua stessa ammissione – sta lavorando assieme al Consiglio di Amministrazione. “Un vecchio tema di efficienza e razionalizzazione che da decenni non si risolve” ha dichiarato l’Amministratore Delegato. “La Rai ha un grande patrimonio immobiliare che è nato, però, in un altro mondo, quando i modi di lavorare erano totalmente diversi e quindi va totalmente ripensato. Si tratta di un piano immobiliare da 465 milioni di euro in dieci anni. Un piano che in qualche modo si autosostiene. Avendo avuto il mandato dal Consiglio di Amministrazione che è il titolare del Piano Industriale, discuterò di tutti questi argomenti con il sindacato degli impiegati, il sindacato Usigrai, l’Adrai e poi con la Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai”.

Ma quali sono gli obiettivi di tale Piano? Michele Cassano dell’Ansa illustra che essi sono “la revisione delle logiche di utilizzo degli spazi in ottica di desk-sharing e smart-working e la dismissione degli asset non strategici, o non più funzionali, al fine di liberare risorse da impiegare per gli interventi di rinnovo ed ottimizzazione degli immobili rimanenti”.

Il Piano Immobiliare, il cui testo è stato comunque inviato alla Commissione di Vigilanza dai vertici Rai, “prevede che nell’arco dei prossimi otto anni ci sarà una revisione strutturale degli asset, dei costi gestionali e dell’impatto ambientale con investimenti complessivi dal 2023 al 2031 di circa 465 milioni. Dalla vendita degli immobili si stima un incasso intorno ai 200 milioni, con una riduzione del footprint al 2031 del 14% e dei costi annui della gestione immobiliare a regime di circa 10 milioni. In cantiere interventi su Roma, Milano, sui centri di Torino e Napoli, le sedi regionali e gli asset non strategici“.

E ancora: “Sono previsti la rifunzionalizzazione e l’ammodernamento della sede Viale Mazzini e dei centri di produzione di Saxa Rubra, Teulada e Nomentano. Previsto, inoltre, il rilascio degli immobili in locazione, per la componente di uffici e redazioni, e la vendita degli immobili non più strategici. Gli interventi su Milano prevedono la vendita dell’immobile di Corso Sempione, il rilascio degli immobili in locazione e la creazione di un nuovo centro di produzione”.

Quanto a Napoli e Torino, “è previsto l’ammodernamento dei centri di produzione. Per il capoluogo piemontese è in programma anche la vendita degli immobili non più funzionali e la fine delle locazioni. Infine, per le sedi regionali si va verso modelli a minor impatto ambientale e la vendita degli immobili sovradimensionati e non più funzionali“.

Sempre Michele Cassano ci fa sapere che il Piano Immobiliare rappresenta “una delle quattro aree di intervento previste dal piano industriale, insieme agli investimenti sulle risorse umane e sulle tecnologie che ammontano a 215 milioni dal 2023 al 2027, e alla riorganizzazione e semplificazione aziendale. Gli obiettivi generali sono rendere la Rai universale e rilevante su tutta l’audience recuperando centralità sui target più giovani; trasformare la Rai in un’azienda più agile, flessibile; recuperare l’equilibrio economico e raggiungere la sostenibilità finanziaria; costruire un’azienda sostenibile nel futuro riducendo l’impatto ambientale e favorendo l’inserimento di nuove competenze digitali. Obiettivi che saranno raggiunti attraverso 16 iniziative strategiche”.

In conclusione, “per il riposizionamento dell’offerta digitale e giovani e’ prevista una spesa incrementale a regime al 2027 di 45-50 milioni. Sono, inoltre, 95 milioni i ricavi incrementali previsti a regime al 2027 e 25-30 milioni i risparmi a regime sempre nel 2027. Il tutto per una generazione di cassa incrementale a regime di 70-80 milioni”.

E tuttavia, come scrive Veronica Marino dell’Adnkronos, i Consiglieri di Amministrazione Rai Simona Agnes (Fi), Francesca Bria (Pd), Alessandro Di Majo (M5s) e Riccardo Laganà (Dipendenti) hanno scritto una lettera alla Presidente Soldi e all’Ad Fuortes chiedendo che la delibera sul Piano Immobiliare “avvenga dopo un confronto con i sindacati e la Commissione parlamentare di Vigilanza Rai” I Consiglieri hanno altresì fatto presente “di condividere l’urgenza del via libera al piano immobiliare per l’impatto sulla sicurezza, sulle condizioni dei lavoratori e sulla sostenibilità finanziaria e ambientale, ma anche di ritenere necessaria una condivisione ampia con sindacati e istituzioni sia sul Piano Immobiliare che su quello Industriale”.

Piano Industriale la cui approvazione, come fa sapere Aldo Mancino, Amministratore Delegato di RaiWay, potrebbe slittare leggermente. Secondo Mancino, “la stessa Rai ha indicato che il processo di valorizzazione di Rai Way potrebbe andare in parallelo, quindi nel frattempo il lavoro sui vari aspetti rilevanti può continuare”. L’Ad della partecipata al momento può “confermare – come già detto in passato “di vedere nel secondo semestre dell’anno una finestra ragionevole per le discussioni tra tutte le parti”.