Rai. Pubblicità in piena vista. CdR RaiSport contro il direttore Bulbarelli

La postazione Tv Tim Vision

Il Comitato di Redazione di RaiSport è di nuovo sul piede di guerra contro il direttore Auro Bulbarelli. Dopo l’accorata lettera dell’ottobre scorso scritta dal CdR al direttore e relativa alle notizie di chiusura del canale, ecco che ne arriva un’altra. Questa volta sull’utilizzo smodato di marchi commerciali e di esplicite pubblicità della Tim. Pubblichiamo la lettera integralmente, aggiungendo fotografie a riprova di quanto denunciato dal CdR.

“Caro Direttore,

abbiamo visto gli studi dello sci dell’ultima settimana e siamo rimasti basiti. Erano pieni di marchi commerciali e contenevano un’esplicita pubblicità della Tim. Ti ricordiamo che pubblicità e product placement hanno regole chiare. E, inoltre, sono vietate nel corso di programmi informativi (tra le altre fonti normative, la Carta dei diritti e dei doveri del giornalista del Servizio Pubblico).

Anche questo episodio gravissimo, come purtroppo accade ormai sempre più spesso, all’insaputa del CdR, che tu non hai ritenuto opportuno informare, e che ovviamente avrebbe dato parere negativo a questa esibizione di marchi, che viola palesemente contratto e norme deontologiche, e che ci espone a figuracce con i telespettatori e al rischio di sanzioni da parte dell’Ordine dei giornalisti.

Anziché difendere Rai Sport siamo ormai alla privatizzazione di Rai Sport, con tanto di appalto a una azienda concorrente di spazi informativi su web e social.

Andiamo per ordine.

Negli studi di sabato 21 e domenica 22 novembre, la conduttrice e l’opinionista (Sabrina Gandolfi e Paolo De Chiesa ndr) sedevano su delle sedie con la scritta Chateau d’Ax (non enorme ma inconfondibile) e indossavano delle felpe di Rai Sport con un gigantesco logo della Robe di Kappa sul petto.

RaiSport
Paolo De Chiesa

Ma la cosa ancora più grave è che ogni tanto veniva data la linea alla Tim Data Room, dove c’era una persona che gestiva lo spazio social, completamente griffato Tim, con tanto di scritte “TV Tim Vision”, a caratteri cubitali. Una spudorata pubblicità, spacciata per spazio social del Servizio Pubblico.

RaiSport
La Tim Data Room

La persona interloquiva con lo studio e indossava la stessa felpa Rai Sport/Robe di Kappa, ingenerando l’equivoco nei telespettatori che fosse una della redazione.

Come se non bastasse, sabato scorso, la persona in questione ha ripetutamente storpiato il nome di una delle atlete più famose del mondo, dicendo per ben 4 volte (quindi non si è trattato di un semplice lapsus, ma di ignoranza e incompetenza in materia) Sofia “Gobbia”, ed esponendo così tutti noi a una figura vergognosa, perché agli occhi dei telespettatori sembrava una nostra giornalista.
Eppure a Rai Sport abbiamo una redazione web, che potrebbe occuparsi degli spazi social, e invece in onda, indossando il nostro marchio (purtroppo associato a quello della Robe di Kappa) ci va una persona esterna che non sa nemmeno di cosa parla.

Paolo de Chiesa

Evidentemente, seppur in ritardo, qualcuno si è reso conto della gravità e dell’inopportunità delle divise di Rai Sport con lo sponsor tecnico in bella mostra, tanto che negli studi di ieri e di oggi, la conduttrice e la ragazza della Tim non indossavano più il maglione della Robe di Kappa (l’opinionista sì, anche se il logo era un po’ meno vistoso), ma comunque erano sempre presenti le sedie con la scritta Chateau d’Ax. E soprattutto, c’era ancora il grande spazio pubblicitario della Tim, senza avvertimento che si trattava di uno spot commerciale.

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La conduttrice Sabrina Gandolfi e l’opinionista Paolo De Chiesa sulle sedie griffate Chateau D’Ax

Ti chiediamo come sia stato possibile tutto ciò e pretendiamo chiarezza su questa vicenda che troviamo di una gravità inaudita e in palese violazione di norme contrattuali e deontologiche”.

Il CdR e il Fiduciario di Milano di Rai Sport.

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