Rai, si addensano i misteri del Contratto di Servizio

Rai contratto di servizio

di Marco Zonetti 🖋️

“il sindacato dei giornalisti Rai che invita altri giornalisti moderati da un giornalista a parlare con i giornalisti che si salutano affettuosamente tra loro per darsi un nuovo appuntamento a settembre (con il fresco è meglio)”… così, in un articolo di qualche giorno fa, il sempre puntuale sito Bloggorai ironizzava sul convegno promosso dalla Federazione Nazionale della Stampa e dal sindacato dei giornalisti USIGRai, tenutosi al Cnel il 12 luglio scorso.

La tavola rotonda, ricca di relatori altisonanti e intitolata “Il contratto di servizio 2023-2028: una sfida per l’Italia”, è però passata di fatto inosservata dal punto di vista mediatico e, come fa notare nel solito esaustivo resoconto su key4biz.it Angelo Zaccone Teodosi, “forse una qual certa ragione ci sarĂ ”.

Rimandandovi per i dettagli alla disamina in questione, evinciamo che la gestazione del contratto di servizio 2023-2028 resta un fitto mistero, del quale Zaccone Teodosi si domanda le ragioni. “PerchĂ© si deve attendere… l’autunno?! Non si tratta di segreti industriali, ma di un documento che dovrebbe essere condiviso con gli “stakeholder”: cittadini, utenti, lavoratori, societĂ  civile, terzo settore…”. E ancora: “Lo stesso “schema” dovrebbe essere oggetto di un confronto pubblico, di un dibattito aperto e plurale”.

Bloggorai, citando una frase del compianto Angelo Guglielmi – “Il Contratto di Sevizio non è una cosa ma un modo di fare il Servizio Pubblico” – commenta: “Abbiamo la vaga impressione che questo “nuovo modo di fare Servizio Pubblico” non sia ancora ben chiaro e, come ci ha ben sintetizzato un nostro lettore presente all’incontro “Semplicemente, si aggirano tutti ancora intorno ad un vuoto di idee, di progetto e di visione perchĂ© ancora non sanno bene cosa dire e cosa fare e, allora, facit’ ammuina”.

Mentre Angelo Zaccone Teodosi sottolinea: “Quel che è emerso dal convegno Fnsi-Usigrai è che a fronte di un “carico di lavoro” notevole che lo Stato impone a Rai, quello stesso Stato nulla chiarisce in relazione alle risorse economiche necessarie: è evidente infatti una grande asimmetria, che sembra rinnovarsi anche in questi mesi“.

Quali sono le conseguenze? “Che gli ‘obiettivi’ del servizio pubblico vengono definiti in modo generico, cosicchĂ© la ‘controprestazione’ (le risorse) resti indefinita, a fronte di ‘prestazioni’ nebulose”. PerchĂ© tuto questo mistero? Tutta questa fumositĂ ? Secondo Zaccone Teodosi “i tre uomini-chiave del Presidente Mario Draghi sulla Rai, ovvero Roberto Garofoli e Antonio Funiciello e Francesco Giavazzi, sembrano purtroppo rinnovare un rito che non brilla nĂ© per condivisione con i portatori di interesse nĂ© per trasparenza pubblica”.

Di fatto, se le fasi burocratiche – elaborate da IsICult, Istituto italiano per l’Industria Culturale – previste per la stesura del contratto di servizio tra Stato e concessionaria sono sette, da key4biz.it apprendiamo con sgomento che siamo ancora fermi alla fase 1! Scrive Zaccone Teodosi: “La procedura – che, ribadiamo, non brilla per trasparenza – sarebbe in veritĂ  integrata da un preliminare parere che Agcom ha inviato al Mise, ovvero da alcune “linee-guida” (una bozza delle linee-guida?!) che l’Agcom avrebbe approvato il 24 marzo 2022, e di cui non si ha però alcuna pubblica evidenza: si tratta di 3 paginette tre, che sono state anticipate da “Prima Comunicazione” e “NewsLinet.it” (vedi “Key4biz” del 19 maggio 2022, “Contratto di servizio Rai-Mise, l’atto di indirizzo del Governo (Esclusiva IsICult/Key4biz)”)”.

E ancora: “se il Ministro Giancarlo Giorgetti si è dichiarato ‘soddisfatto’ per le ‘linee-guida’ del contratto di servizio (si veda la sua dichiarazione sul sito web del Mise)”, in realtĂ  “la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato degli ‘indirizzi’ e non le ‘linee-guida’”. Basti questo a lasciar intendere la nebulositĂ  della situazione e come anche chi di dovere sembri brancolare nel buio piĂą fitto.

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