Rai, tagliare costi senza aumentare canone si può. Michele Anzaldi spiega come

Anzaldi Rai
Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai

di Marco Zonetti 🖋️

In un intervento su milanofinanza.it , il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv) illustra come si possa tagliare i costi della Tv pubblica senza però aumentare il canone. L’analisi dell’On. Anzaldi prende il via dal “rapporto sullo stato della Rai curato dall’Osservatorio delle Imprese della Facoltà di Ingegneria industriale e civile dell’università La Sapienza di Roma, di cui Milano Finanza ha pubblicato un’interessante anticipazione“. Tale rapporto “sostiene tra l’altro che, pur in presenza di corposi e conclamati sprechi, la Rai non sia in grado di tagliare i costi e quindi, per finanziare i necessari investimenti futuri, l’unica strada sia aumentare il canone.

Secondo il Segretario della Commissione di Vigilanza si tratta di “un ragionamento comprensibile, ma non soltanto difficilmente condivisibile, quanto davvero poco probabile. Quale governo, a maggior ragione in una situazione difficile come quella che stiamo vivendo, potrebbe mai chiedere agli italiani più soldi per la Rai, in particolare per questa Rai?”.

A quel punto egli spiega che “razionalizzare e tagliare gli sprechi in Rai non è impossibile, basterebbe volerlo davvero”. Questo perché esiste un piano, che ha ricevuto il via libera dalla Commissione di Vigilanza Rai nonché del precedente Consiglio di Amministrazione Rai e che potrebbe far risparmiare alla Tv di Stato (e ai cittadini) 70 milioni di euro l’anno oltre ad apportare “benefici fondamentali nella produzione dell’informazione, portando finalmente la Rai al pari di tutti i servizi pubblici europei”.

Il piano in questione non è altro che il progetto Newsroom, cavallo di battaglia del Segretario Anzaldi e di cui più volte ha trattato anche VigilanzaTv (qui la nostra intervista su Radio24). Un piano “che porterebbe la Rai ad eliminare l’inutile moltiplicazione di testate e direzioni, snellendo la catena di comando e il coordinamento dell’informazione“.

Michele Anzaldi ricorda infatti che la Rai è l’unica azienda di informazione a vantare finanche sette testate giornalistiche, con relativi direttori e una panoplia di “graduati”, ovvero vicedirettori, capiredattori, vicecapiredattori, capiservizio e così via. “Una situazione insostenibile” secondo il Segretario della Vigilanza, “che non migliora l’informazione, visti i continui errori e buchi, ma moltiplica solo i costi e le poltrone che i partiti si spartiscono”.

Ad avviso dell’On. Anzaldi, dunque, sarebbe sufficiente applicare il piano Newsroom, nel cassetto da anni, per ottenere “finalmente quei risparmi necessari all’innovazione tecnologica e produttiva che possa far nascere la Rai del futuro”. In conclusione del suo intervento, il Segretario della Vigilanza Rai, giudica “sorprendente” che finora l’amministratore delegato Carlo Fuortes, “scelto da un presidente del Consiglio da sempre attento alla gestione del patrimonio pubblico come Mario Draghi”, non soltanto non abbia messo in atto quasi alcunché per contenere gli sprechi, ma che tenga altresì inutilizzato quel piano che permetterebbe di raggiungere quei risparmi immediati di cui la Rai – e gli italiani – hanno tanto bisogno.

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