Rai1. La fantasiosa spiegazione di Coletta per lo stop alla fiction su Riace

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Beppe Fiorello con il cast di Tutto il mondo è paese

Prima di Natale VigilanzaTv aveva fatto appello alla Rai affinché trasmettesse durante le festività la fiction Tutto il mondo è paese, interpretata da Giuseppe Fiorello e ispirata a Mimmo Lucano e al “modello Riace”. Il Servizio Pubblico ha tuttavia fatto orecchie da mercante, scegliendo di non ascoltare voci ben più illustri che avevano sottoscritto l’appello, quali Vittorio Di Trapani, Segretario dell’USIGRai, Riccardo Laganà, Consigliere di Amministrazione Rai in quota dipendenti e Beppe Giulietti, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

La fiction Tutto il mondo è paese è stata già realizzata (da PicoMedia in collaborazione con Rai Fiction), già pagata e giace inutilizzata e non vista nei magazzini della Tv di Stato, bloccata da questioni politiche. Dapprima, la scusa era quella delle vicissitudini giudiziarie di Mimmo Lucano. Dopodiché, quando il Consiglio di Stato ha smontato le accuse a carico del sindaco di Riace, era arrivato il via libera alla messa in onda dell’opera nell’autunno 2020. Per poi giungere, inspiegabilmente, a un nuovo ingiustificabile stop.

What’s “Turbativa sull’iter giudiziario“?

Qualche giorno fa, avevamo proprio noi sottolineato come, anziché mandare in onda Tutto il mondo è paese, Rai1 scegliesse di trasmettere un altro progetto di Beppe Fiorello, ovvero Penso che un sogno così dedicato a Domenico Modugno. La risposta – fantasiosa – l’ha data Stefano Coletta, Direttore di Rai1 nella conferenza stampa di presentazione di Penso che un sogno così. “Ho visto il prodotto, fermo già prima del mio approdo a Raiuno, ha un grande codice valoriale; ho fatto tutti i passaggi legali per programmarlo ma adesso la messa in onda potrebbe creare una turbativa sull’iter giudiziario. La decisione deve essere accompagnata da un grande rigore”.

Interessante. Quindi, stando a questo assunto, non si potrebbero neanche mandare in onda i talk show che trattano di procedimenti penali in corso per non creare “turbativa sull’iter giudiziario”. Per quale motivo, a questo punto, dedicare ore e ore di trasmissioni (in primis sulla Rai1 di Coletta) – per fare un solo esempio – al caso Genovese con processi istituiti in studio da ospiti spesso improbabili che non saprebbero distinguere “iter” da “Inter”? Non potrebbero anche questi talk show essere causa di turbativa del procedimento giudiziario? Insomma, la macchinosa giustificazione di Coletta non si regge in piedi.

La replica di Riccardo Laganà

Alla suggestiva formula del vertice di Rai1 ha ben ribattuto il Consigliere di Amministrazione Rai Riccardo Laganà. “Oggi è stata emessa l’ennesima sentenza per la Strage di Bologna” ha scritto sui suoi profili social. “Eppure la Rai non ha mai temuto di ‘turbare l’iter giudiziario’ mettendo in onda film sulla tragedia. Il Direttore di Rai1 e l’Ad trovino ragioni migliori per spiegarci perché non trasmettono la fiction su Mimmo Lucano“.

L’obiezione di Vittorio Di Trapani

Alle parole del direttore di Rai1 ha replicato anche il segretario dell’USIGRai Vittorio Di Trapani: “Il direttore di Rai1 Stefano Coletta dice che la messa in onda della fiction su Riace “potrebbe creare una turbativa sull’iter giudiziario”. Quindi blocchiamo tutte le produzioni su fatti con processi ancora in corso? La soluzione non è cancellare, ma raccontare di più“.

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