di Marco Zonetti
Qualche tempo fa parlavamo dei salottini autorefenziali di Rai1 nei quali i conduttori invitano in trasmissione i loro amici e colleghi conduttori che a loro volta poi ricambiano l’invito e così via, in un circolo continuo e infinito. Tanto che, di questo passo, i presentatori dell’Ammiraglia Rai diretta da Stefano Coletta finiranno per invitare in trasmissione se stessi. Non è un caso che l’unico conduttore fuori da giri e conventicole gravitato per Rai1, ovvero Roberto Poletti, abbia poi preferito tornarsene a Mediaset.
La Prima Rete è del resto tutta fondata sull’amicizia. Per citare solo alcuni casi: Pino Strabioli, che conduce Il caffè di Rai1 e regna ospite in tutti i talk show della rete, è amico di lunga data di Stefano Coletta; Serena Bortone che conduce Oggi è un altro giorno è amica fraterna, per sua stessa ammissione, di Stefano Coletta; Alberto Matano che conduce La Vita in diretta è amico di Stefano Coletta e intimo di Mara Venier, padrona di casa di Domenica In nella quale Stefano Coletta viene nominato e chiamato in causa praticamente ogni settimana. Coletta e Matano erano invitati alla festa di compleanno di Venier (con tanto di selfie di gruppo con la guest star Vincenzo Spadafora, amico di tutti e tre, tanto per fare andare in brodo di giuggiole Pinuccio di Striscia la Notizia); e Matano e Venier sono spesso ospiti l’uno nella trasmissione dell’altra e viceversa, come nella puntata della Vita in Diretta finita nel mirino di Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere della Sera, nella quale era ospite anche Strabioli. Alla cui prima teatrale erano presenti in massa tutti i volti di cui sopra e Rai1 al completo.
Tornando alla Vita in Diretta, “lunedì, per esempio” scrive Aldo Grasso, “in studio c’era Mara Venier che Matano venera come una madonna pellegrina, ma c’erano anche Rita Dalla Chiesa, Pino Strabioli e un certo Pierpaolo Petrelli, di cui tutti tessevano le lodi, che mi ha fatto sentire un escluso perché non so niente di lui. E ancora: “La vita in diretta è famiglia, dove ci si vuol bene, dove la vecchia «finestra sul mondo» è diventata una «finestra dinamica», qualunque cosa significhi. È tutto meraviglioso, anche la storia della badante che sposa l’ottantenne e gli prosciuga il conto in banca, anche il sindaco di Terni e la sua famosa ordinanza contro gli abiti succinti, anche l’ignobile manifestazione anti-green pass di Novara”.
Poi l’affondo: “Sì, perché le inviate assomigliano tutte alla mitologica Silvana di Paola Cortellesi, e trattano ogni argomento allo stesso modo. Come se il tempo fosse sospeso. Se il tempo non passa, significa che «La vita diretta» è una nuvola, che il conduttore e gli ospiti sono la pura voce senza nome di una favola, che la cronaca più opaca assurge a una dimensione fantastica: informando, emozionando e divertendo…“.
Come anche noi facevamo notare, La Vita in Diretta (ma anche altri programmi di Rai1) è in realtà un paradosso spazio-temporale; un “non luogo” ove il tempo non esiste, ove la gaia atmosfera ricorda quella di una pensioncina di Rimini a conduzione familiare, in uno zuccheroso “volemose bene” generale nel quale tutti sono amici di tutti. E quindi in ultima analisi, amici di nessuno.