di Marco Zonetti 🖋️
Franco Di Mare, attuale Direttore di Rai3, è stato condannato dal Tribunale di Verona per aver diffamato Luigi Altamura, Comandante della Polizia Municipale di Verona. Il tutto risale all’aprile 2016, quando Di Mare conduceva Uno Mattina su Rai. Nel suo spazio intitolato Sarò Franco, ispirandosi ad articoli del Fatto Quotidiano, aveva chiamato in causa il comandante Altamura per oltre un centinaio di suoi presunti “strani” provvedimenti disciplinari aperti nei confronti di agenti di polizia locale, fra i quali addirittura uno comminato a un sottoposto per “uso dell’accento campano”.
Nella sua rubrica a Uno Mattina, Di Mare – secondo le accuse che gli furono rivolte in seguito dallo stesso Altamura – “aveva argomentato con modi diffamatori e canzonatori” contro il Comandante “che è di origini pugliesi, citando Pane e Cioccolata“. Ovvero il film di Franco Brusati che racconta l’odissea di un emigrante italiano in Svizzera – interpretato da Nino Manfredi – il quale, nel tentativo d’integrarsi, rinnega le proprie origini arrivando a tingersi i capelli e a fingersi un biondo elvetico.
Dopo la messa in onda della suddetta puntata di Uno Mattina, il Comandante Altamura si era sentito dileggiato e diffamato da Di Mare, finendo per presentare querela per diffamazione aggravata a mezzo stampa. Il reato contestato al giornalista-conduttore Rai era quello di aver omesso “di sottolineare che avviare procedimenti disciplinari ‘su segnalazione’ rappresenta un obbligo” nonché “di omettere di precisare che i 130 procedimenti erano stati aperti da Altamura nel corso di undici anni”. Infine, Di Mare – secondo le accuse – aveva “lasciato intendere – ovviamente a torto – che Altamura avesse un’avversione nei confronti di chi ha un accento campano”.
E cinque anni più tardi, ieri – martedì 30 novembre 2021 – secondo l’Ansa, il giudice Enrico Zuccon ha dato ragione a Luigi Altamura e riconosciuto colpevole “Francesco Di Mare (che da giornalista si firma Franco), condannandolo a 15mila euro di multa e al pagamento delle spese processuali, concedendo all’imputato il beneficio della sospensione della pena, subordinandolo all’adempimento dell’obbligo del risarcimento del danno entro tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza”.
Da aggiungere che il giudice Zuccon ha condannato “Di Mare e la Rai in solido al risarcimento del danno nei confronti di Luigi Altamura quale parte civile per 30mila euro, oltre alle spese di difesa, e al risarcimento del danno nei confronti del Comune di Verona per 7.500 euro.
Necessario sottolineare che, nel 2016, a difesa del Comandante della polizia municipale tirato in ballo dal Fatto e da Uno Mattina, aveva preso posizione l’allora sindaco di Verona Flavio Tosi, che aveva dichiarato: “Altamura è un dirigente che ha sempre operato con grande professionalità, mirando al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Amministrazione”. Tosi aggiungeva che le notizie riportate non erano vere, e che “i procedimenti disciplinari attivati [derivavano] da precise segnalazioni fatte da ufficiali del Comando, che obbligano, per legge, il comandante ad attivare tali iniziative”.
In particolare, l’episodio del succitato procedimento disciplinare contro un agente che aveva utilizzato “l’accento campano”, era stato “avviato dal Comandante Altamura su segnalazione di un ufficiale nel giugno 2012 per motivi comportamentali segnalati come anomali e fu archiviato, a firma dello stesso Altamura, nell’agosto 2012”. Il Sindaco Tosi aggiungeva: “La stessa origine familiare del Comandante, inoltre, smentisce qualsiasi ipotesi di discriminazione territoriale. L’unica cosa tristemente vera in questa vicenda di cattiva e calunniosa informazione è che qualche giornalista si è reso strumento di qualche meschina faida interna al Comando“.