RaiStoria non si tocca. Anzaldi: “Intervengano Conte e Franceschini”

RaiStoria Alessandro Barbero RaiStoria chiude Michele Anzaldi
Alessandro Barbero, foto Strelnik

RaiStoria non si tocca: la frase risuona perentoria in rete dopo l’indiscrezione sulla chiusura del canale Rai. Lo stop a RaiStoria denunciato dal Segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi continua a destare scalpore, indignazione e ha sollevato un putiferio in rete, ispirando anche una petizione di salvataggio del canale su Change.org.. Petizione che ha superato in poche ore le diecimila firme e sottoscritta dallo stesso On. Anzaldi, e anche dalla Fondazione Feltrinelli. Che su Twitter ha scritto: ‘La storia è urgenza civile, conoscenza profonda, antidoto alle paure. La Rai è la più grande industria culturale europea. Recedere dal presidio sulla Storia è incomprensibile. Firmiamo e diffondiamo la petizione'”.

“Decisione grave e incomprensibile”

Intanto l’Onorevole Anzaldi è tornato sull’argomento in un articolo sull’Huffington Post, entrando nel vivo della discussione. “La chiusura di Rai Storia e di Rai 5, che l’amministratore delegato Rai Salini intende accorpare in un unico canale dimezzando l’offerta culturale della Rai, rappresenta una decisione grave e incomprensibile che i vertici del servizio pubblico si appresterebbero a prendere. Nonché una pesante violazione del Contratto di Servizio.

“Tra i motivi per cui gli italiani pagano il canone in bolletta e garantiscono alla Rai quasi 2 miliardi di euro di finanziamento pubblico c’è proprio la produzione e trasmissione di programmi culturali, soprattutto di quella programmazione che potrebbe risultare meno sostenibile a livello commerciale”.

Recuperare risorse tagliando mega compensi e riducendo sprechi

“In questo senso”, prosegue l’On. Anzaldi, “Rai Storia al canale 54, dedicato all’approfondimento storico, e Rai 5 sul canale 23, dedicato agli spettacoli dal vivo, teatro, documentari di arte, rappresentano l’essenza stessa del servizio pubblico, apprezzati ogni giorno da circa 200-300mila telespettatori in prime time”.

E affonda: “Se l’azienda deve recuperare risorse, tagli le tante produzioni esterne di carattere
commerciale, che spesso fanno confondere il servizio pubblico con le tv private. Si taglino i mega compensi, si riducano gli sprechi dei costosissimi appalti alle società estern
e per produrre persino i programmi di informazione, alcuni con costi esorbitanti e addirittura relativi subappalti che fanno lievitare ancora di più le spese e rendono impossibili i controlli”.

“Il Governo faccia sentire la sua voce”

Quindi, il Segretario della Vigilanza Rai auspica l’intervento delle Istituzioni. “Mi auguro che il Governo, a
partire dal presidente del Consiglio Conte ma anche con il ministro della Cultura Franceschini, faccia sentire forte la sua voce contro la chiusura di Rai Storia e Rai
5″.

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