Rao Direttore Tg2: Laganà vota no e deplora il “gradimento del governo di turno”

Nomine Rai Riccardo Laganà
Riccardo Laganà, Consigliere Rai in quota Dipendenti

di Marco Zonetti

Nicola Rao, vicino all’area meloniana, è stato nominato Direttore del Tg2, con l’avallo di quattro Consiglieri di Amministrazione Rai su sette (Marinella Soldi, Carlo Fuortes, Igor De Biasio, Simona Agnes) e il no dei restanti tre (Francesca Bria, Alessandro Di Majo e Riccardo Laganà). Laganà, Consigliere in quota Dipendenti, ha illustrato sui suoi profili le ragioni del suo no, che pubblichiamo integralmente di seguito.

“Dovrei far finta di sorprendermi per come, anche questa volta, sussista una curiosa “coincidenza” tra le indiscrezioni circolanti dentro e fuori Mazzini sul nome del nuovo Direttore del TG2 e la proposta arrivata al Consiglio di Amministrazione.

Ancora una volta non risulta chiaro e trasparente il metodo di selezione e anche in questo caso a prevalere è il nome, non si sa bene come individuato, rispetto al progetto editoriale e industriale. Ormai è più che evidente, è prassi, che tra i criteri di nomina, in modo particolare dei direttori di Testata, ci debba essere il gradimento del governo di turno, altrimenti con la sola professionalità non si emerge.

È un messaggio sbagliato che getta molti nello sconforto ed è foriero di errori gestionali, che un giorno si dovrà rendere conto davanti ai contribuenti.

Quali altri CV sono stati analizzati?

Perché non una donna alla guida del Tg2?

eppure, l’indicazione del CDA di raggiungere, laddove possibile, la parità di genere è sempre stata netta.

Un meccanismo deleterio che si potrebbe spezzare con una seria legge di riforma RAI o anche, nel frattempo, facendo scelte libere, basate su criteri trasparenti, oggettivi e davvero indipendenti. Per i tanti e soliti motivi si preferisce mantenere tale processo di nomina perché garantisce la spartizione comoda a tutti anche a quei soggetti politici che vogliono persino abolire il canone.

Il pluralismo non può essere garantito da una mera spartizione editoriale.

È dovere dei manager e del CdA non è quello di mantenere gli equilibri – in virtù di chissà quale regola o legge – ma, al contrario, se necessario stravolgere e raddrizzare un’azienda che da troppi anni vive una situazione intollerabile, sotto il punto di vista editoriale e industriale.

La crisi dei CPTV e delle sedi è lì a dimostrarlo.

Dietro la perseveranza di un metodo sbagliato si mina la credibilità, l’indipendenza del servizio pubblico e dell’informazione RAI che così facendo rischia di trasformarsi da presidio democratico al servizio dei cittadini a una sorta di ufficio stampa di questo o quel governo, questo o quel partito e sempre con soldi pubblici, ovvero dei contribuenti.

Tale criterio di scelta ritengo infine che vada anche ad opacizzare la professionalità del prescelta/o che dentro e fuori RAI, indipendentemente dalla preferenza politica, verrà immaginato, collocato e descritto d’area, poi forse anche bravo. Come servizio pubblico abbiamo il dovere di essere indipendenti, davvero plurali e apparire anche come tali.

L’EBU e il recente compendio del Consiglio di Europa sull’indipendenza dei PSM lo ribadiscono chiaramente. Per tutto questo ritengo di dover contestare ancora una volta il metodo che porta a detrimento i valori di indipendenza fondanti dei servizi pubblici radiotelevisivi esprimendo voto contrario non al nome in sé ma al metodo che ha portato alla proposta.

Detto questo auguro buon lavoro al Dott. Rao che dimostrerà di avere le giuste capacità per dirigere il TG2 e molti auguri per il nuovo incarico denso di sfide e responsabilità.”

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