Referendum, il Segretario Vigilanza Rai Anzaldi (Iv): “Voto no”. E sulla Rai: “Vive in un mondo parallelo”

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Il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv)

Il Referendum del 20 e 21 settembre sul taglio dei parlamentari è alle porte, ma molta incertezza regna ancora sotto il sole. Soprattutto dal punto di vista dell’informazione televisiva pubblica. Lo sottolinea l’On. Michele Anzaldi di Italia Viva in un’intervista a Radio Radicale, che lo interpella sulla mancata partecipazione del Comitato per il Sì alle tribune televisive.

Il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai torna a evidenziare la vexata quaestio dell’informazione televisiva di Stato. E dopo aver sottolineato, qualche settimana fa, che la Rai fa disservizio pubblico in materia referendaria, egli rincara la dose.

“La Rai vive in un mondo parallelo” dichiara a Radio Radicale, lamentando il fatto che non venga ascoltato il parere dei direttori dei grandi giornali come La Repubblica o La Stampa. “Se i Comitati per il Sì non partecipano alle tribune televisive” ammonisce l’On. Anzaldi, “si dia la parola a professionisti come Massimo Giannini o Maurizio Molinari. Che hanno sicuramente le competenze e i tempi televisivi per illustrare ai cittadini le ragioni del voto favorevole o contrario al Referendum”.

“Qui non si tratta di andare in Tv per diventare famosi” aggiunge ancora. “Si tratta di fare informazione pubblica e di fornire ai telespettatori gli strumenti necessari per un voto ragionato, che sia per il Sì o per il No. La Rai non lo sta facendo“.

Quanto alla scelta dell’On. Anzaldi al Referendum: “Io voterò no” dichiara risoluto. “La nostra è una Costituzione che tutti ci invidiano, nata dopo una guerra devastante. Non si può fare come quando, da ragazzi, cambiavamo ad libitum i pezzi alla moto per poi vederla sfasciarsi poco più tardi.” E ancora: “Se si parla di risparmio e di ottimizzazione, d’accordo. Ma occorre un progetto alle spalle. A me pare che tale progetto manchi. Si dà prima la parola agli italiani e poi si pensa alle riforme conseguenti. Quando invece l’iter procedurale dovrebbe essere deciso a monte rispetto alla chiamata alle Urne. Così rischiamo di fare lo stesso errore delle Province.”

“Io vengo dal mondo ambientalista” illustra ancora il Deputato renziano. “Sono cresciuto nella Legambiente portando avanti le grandi battaglie ecologiste. Il vero problema, su mille deputati, era trovarne uno che ti rispondesse al telefono, uno che ti desse ascolto e uno su mille, una volta al mese, che avesse il coraggio di farti l’interrogazione parlamentare. Sul territorio quell’interrogazione ti dà ossigeno, ti dà vita, e poi magari salva dal cemento una costa, un litorale. Chiunque abbia fatto battaglie di strada e sconvenienti, come per esempio i Radicali, sa che quando il momento di compiere azioni scomode dal punto di vista del consenso svaniscono tutti. In questo senso, mille deputati sono anche pochi“.

“Noi andiamo a modificare con un colpo di accetta” conclude quindi l’On. Anzaldi, “il complesso meccanismo della Costituzione, che in questi anni rispetto a com’eravamo partiti ci ha portato a un benessere impensabile. Tagliando così, si rischia di distruggere una struttura che fino adesso ha funzionato.” Con tutti i rischi e i pericoli del caso, lascia intendere.

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